Scarsa educazione finanziaria per gli italiani

L’Educazione Finanziaria è stata introdotta nel nostro Paese circa venti anni fa: è un piatto ricco per tutti, istituzioni, stampa, università. Ma forse è il caso di provare a capire perchè gli italiani continuano a non migliorare nelle materie di banca e finanza. Che non sia anche responsabilità di chi li istruisce?

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Dal Corriere della Sera, ed. Veneto riprendo l’interessante articolo del giornalista Federico Nicoletti sui rimborsi agli azionisti delle banche Venete, rimasti con carta straccia in mano. Uno slalom non semplice per ottenere qualche ristoro in più.

“FIR, corsa contro il tempo sugli Iban variati per ottenere il 10% in più di rimborso. A disposizione restano dieci giorni su un totale di venti. In ballo c’è la partita per una fetta dei 120 mila soci azzerati delle banche liquidate (in Veneto, oltre a Bpvi e Veneto Banca, anche le Bcc Crediveneto e Banca Padovana) che abbiano già ricevuto il risarcimento del 30% sul prezzo di acquisto delle azioni, e che possono vederlo crescere di un altro 10%, dopo la trasformazione in legge a fine giugno della norma, che attua l’ulteriore distribuzione di 340 milioni dei 500 rimasti nel Fir, dopo il primo miliardo distribuito. Operazione automatica, da chiudere entro ottobre. A meno che nel frattempo non siano cambiati gli estremi dell’Iban del conto corrente a cui appoggiare il secondo bonifico. Oppure che di mezzo non ci sia un beneficiario non censito da Consap, la società che ha gestito i rimborsi, in quanto subentrato a chi ha ricevuto il primo risarcimento per successione, o accordo giudiziale o contrattuale. Il nuovo Iban va comunicato entro il 31 luglio.”

Questa notizia si accompagna ad un’altra sulla alfabetizzazione finanziaria degli italiani, che con molta attenzione e dovizia di particolari statistici Bankitalia ci fa sapere essere cambiata poco negli ultimi anni. Queste due informazioni non stanno bene insieme, hanno qualcosa al loro interno che andrebbe pure capito.

Innanzitutto, sono quasi venti anni che nel nostro paese è stata introdotta l’Educazione Finanziaria, piatto ricco per tutti, istituzioni, stampa, università ecc. Forse, varrebbe la pena capire perchè gli italiani continuano a non migliorare nelle materie di banca e finanza. Che non sia anche responsabilità di chi li istruisce ? D’altronde, nisciuno nasce ‘mparato!

L’altra questione, assolutamente non in agenda dei tanti prof, è di far capire cosa è accaduto nelle tante crisi bancarie, nel risparmio tradito che ha azzerato, come ci ricorda il Corriere, i soldi e le speranze di tanti risparmiatori. Eh si,aggiungere anche che i ristori, i risarcimenti sono benvenuti ma raramente provengono da chi ha avuto responsabilità nella gestione e nei controlli delle banche fallite. Come sempre, sono soldi pubblici, una partita di giro nel mare magnum del debito pubblico, da me a te, da noi a voi. E si continua così fino al prossimo intoppo, che non manca perchè con la tempesta provocata dall’inflazione le persone sono molto più propense a correre rischi come Pinocchio nel Campo dei Miracoli e ci vuole altro che l’educazione finanziaria per fermarle!

Gerardo Coppola

È stato nella carriera direttiva prima e in quella dirigenziale poi di Banca d’Italia, occupandosi delle funzioni istituzionali in campo bancario e finanziario. Oggi è scrittore, saggista e giornalista e segue numerose iniziative a carattere divulgativo e comunicativo. Nel 2017 ha fondato il blog www.economiaefinazaverde.it

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