Il Premio Alfonso Gatto “riscopre” Éric Sivry

Per l’anno 2023, coinvolgendo gli studenti del corso di Lingua francese dell'Università di Salerno, sono state tradotte le poesie del poeta francese vincitore del premio. Fondatore del movimento poetico dell’intuitismo e della rivista Intuitions verso la fine degli anni ‘90, l'autore rivendica una poesia libera estromessa dalle regole e che si esprima attraverso la spontaneità

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«[…]Memoria / non è peccato / finché giova», scriveva Eugenio Montale in Voce giunta con le fòlanghe. E la memoria intrinsecamente si fa carico di un’altra operazione complessa, quella di tramandare e diffondere.

Celebrare un poeta è abbastanza semplice rispetto all’arduo compito di mantenerlo vivo e internazionale. Il Premio “Alfonso Gatto” ha abbracciato la missione di occuparsi della memoria di questo poeta campano premiando poeti e intellettuali stranieri che lo traducono nella loro lingua madre. Dal 2014, si è consolidata una tradizione di cui l’Università di Salerno, investendo sulla traduzione, è orgogliosa: grazie alla sinergia tra il Centro interdipartimentale Alfonso Gatto, la Fondazione Alfonso Gatto e il Laboratorio di traduzione poetica, ogni anno, il poeta insignito del prestigioso Premio Internazionale di poesia “Alfonso Gatto” viene tradotto in italiano.

Per l’anno 2023, coinvolgendo gli studenti del corso di Lingua francese IV (A. A. 2022/2024), sono state tradotte le poesie del poeta francese Éric Sivry, vincitore del premio. Fondatore del movimento poetico dell’intuitismo e della rivista Intuitions verso la fine degli anni ‘90, rivendica una poesia libera estromessa dalle regole e che si esprima attraverso la spontaneità. La poetica intuitista non vede l’arte come un’intenzione ma come un’intuizione nella perfetta armonia tra prosa, musica, pittura e scambio culturale. L’affinità del poeta francese Sivry con Alfonso Gatto, riscontrabile nell’ermetismo di quest’ultimo in quanto pregno di analogie che esacerbano la tragica condizione umana creando uno spazio interiore per essere liberi, è stata un valore aggiunto alla traduzione consegnata alla lingua francese poiché entrambi i poeti sono portavoce dell’anima umana e del loro tempo. D’altronde, il commiato di Montale scritto per l’amico, messo in epigrafe sulla tomba situata presso il cimitero monumentale di Salerno, riesce a descrivere l’essenza di Gatto, nella quale «vita e poesie furono un’unica testimonianza d’amore».

La premiazione è avvenuta il 5 dicembre presso il campus di Fisciano (Università di Salerno) con gli interventi del presidente della Fondazione culturale “Alfonso Gatto” Filippo Trotta, del professor Rosario Pellegrino, della professoressa Rosa Maria Grillo e del professor Vincenzo Salerno che si è anche occupato della revisione del volumetto. Inoltre, hanno preso parte al comitato organizzativo la professoressa Valeria Vaccaro e il professor Michele Bevilacqua. Nonostante l’assenza in loco del poeta Éric Sivry per motivi professionali, è stato possibile dialogare con l’autore collegato a distanza e con gli studenti che hanno partecipato all’esperienza di laboratorio. La premiazione è stata impreziosita dalla lettura di alcune poesie di ambo gli autori recitate dalla professoressa Carla Russo, in particolare Dicembre 43, Ancora dicembre (entrambe di Gatto), Ascoltando il cielo stellato presso l’antica Thera e Fenice (di Sivry).

Grazie a questo progetto, è possibile trovare in libreria la raccolta tradotta di nuova ristampa Istants de voyages et autres heures inventées (edita Fondazione Alfonso Gatto) che contiene i componimenti scritti dal poeta Éric Sivry tra gli anni 1980 e 1990, periodo in cui ha viaggiato molto tra i paesi mediterranei. La raccolta si propone come un elogio ai luoghi visitati, un’occasione per denunciare le guerre e l’intolleranza disingannando i barlumi di speranza e le «heures inventées» per l’emergenza di creare un mondo migliore. Un poeta dell’anima, un poeta contemporaneo che è stato insignito del Premio internazionale “Alfonso Gatto” per la sua attenzione al mondo e alle culture altre: c’est Éric Sivry.

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