Vacanze, tempo di truffe on line: è vero marketing tra sociologia e tecnologia

L'insicurezza indotta dai raggiri telefonici e/o online apre a nuovi (ma vecchi) scenari: lentamente, dopo una iniziale disaffezione, si tende a preferire il contatto diretto e i negozi di prossimità

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Da una ricerca commissionata da Facile.it si valuta che nel 2023 siano state oggetto di truffe on line circa 1,8 ml di persone in Italia; quest’anno tra primavera ed inizio estate si è esordito nel settore turistico con la grande truffa su Booking.com; tanti hanno pagato due volte le vacanze e la domanda che sorge a noi ingenui è: “ma questi, come hanno fatto a sapere i cavoli della gente, quanto hanno pagato, quante persone partivano, dove andavano, per quanto tempo, e poi come hanno fatto a convincere tanta gente a rifare la “prenotazione” perché quella precedente non era stata confermata, per cui si doveva rifare… etc, etc..?

A monte c’è un hackeraggio di dati… ed è la parte più semplice, poi è seguito un pezzo di pregio della commedia dell’arte per prendere per il naso le persone via telefono.

Negli ultimi anni, abbiamo assistito a una sofisticazione sempre maggiore alimentata dalle tecnologie di intelligenza artificiale (IA) e da strategie di marketing digitale sempre più precise. Questa evoluzione non solo riflette l’adattabilità dei truffatori alle nuove tecnologie, ma anche un cambiamento nelle dinamiche sociologiche tra truffatori e vittime.

Solo 15 anni fa le truffe online erano ancora rozze, caratterizzate da email di phishing mal scritte e finti siti web poco credibili. Tuttavia, anche in questa fase iniziale, i truffatori dimostravano una notevole capacità di adattamento e innovazione. Le prime truffe facevano leva sulla scarsa alfabetizzazione digitale degli utenti, sfruttando la loro mancanza di familiarità con il nuovo mezzo. Con il tempo, però, gli utenti hanno iniziato a sviluppare una maggiore consapevolezza delle minacce online. Questo ha costretto i truffatori a evolvere le loro tecniche, passando da approcci generalisti a strategie più mirate e sofisticate. Il phishing, ad esempio, è diventato più raffinato, con messaggi che imitano in modo convincente le comunicazioni di banche, aziende e organizzazioni rispettabili.

L’introduzione dell’intelligenza artificiale ha segnato una svolta significativa nell’evoluzione delle truffe online. Gli algoritmi di IA possono analizzare enormi quantità di dati, identificando pattern e comportamenti che sfuggono all’occhio umano. Questa capacità ha permesso ai truffatori di creare attacchi altamente personalizzati, aumentando notevolmente le probabilità di successo.
Un esempio eclatante è rappresentato dai modelli di linguaggio come GPT-3, che possono generare testi estremamente realistici e coerenti. I truffatori utilizzano questi strumenti per creare email, messaggi e persino siti web che sembrano autentici, rendendo sempre più difficile per le vittime distinguere tra comunicazioni legittime e fraudolente.

Inoltre, le tecnologie di deepfake, che sfruttano l’IA per creare video e audio falsi ma convincenti, rappresentano una vera minaccia emergente. Famoso il falso Sito web dell’INPS che prometteva il rimborso di €450 a patto che… e ancor di più il video di Giorgia Meloni che consigliava investimenti a danno dei grandi capitali… Queste tecnologie IA permettono ai truffatori di far parlare persone influenti o autorità aziendali, truffando le vittime con richieste apparentemente legittime di trasferimenti di denaro o informazioni sensibili.

Il marketing digitale come strumento di frode

Parallelamente all’uso dell’IA, i truffatori hanno iniziato ad applicare vere e proprie tecniche di marketing digitale per affinare le loro strategie: ormai sono in grado di analizzare i dati demografici e comportamentali degli utenti, possono cos’ creare campagne di phishing altamente mirate. Il truffa-marketing può inviare email personalizzate che rispecchiano le preferenze e gli interessi della vittima, aumentando la probabilità che questa cada nella trappola.

I social media, in particolare, sono diventati una grande rete da pesca per le truffe online. I truffatori creano profili falsi o danneggiano quelli esistenti per promuovere schemi fraudolenti. La fiducia degli utenti negli influencer viene spesso sfruttata per promuovere prodotti falsi o inesistenti, campagne di phishing o false donazioni (qualcuno di voi ha malpensato alla Ferragni?)
Un aspetto interessante è l’adozione da parte dei truffatori delle tecniche di funnel (letteralmente “imbuto”) di conversione, normalmente utilizzate nel marketing digitale. Questi funnel guidano le vittime attraverso una serie di passaggi progettati per costruire fiducia e raccogliere informazioni sensibili: ad esempio, una vittima può iniziare con la ricezione di una email apparentemente innocua, seguita da una serie di comunicazioni che gradualmente richiedono informazioni sempre più sensibili fino ad ottenerne l’advocacy, cioè l’appoggio all’iniziativa.

Dall’altra parte della barricata gli strumenti di rilevamento delle truffe basati su IA sono diventati più efficaci nell’identificare modelli sospetti… ma i truffatori sono sempre un passo più avanti e sviluppano metodi più sofisticati per eludere questi sistemi. L’uso di tecniche di offuscamento e l’adozione di nuove tecnologie rendono la rilevazione delle truffe un lavoro sempre più duro.

Implicazioni sociologiche e nuovi scenari

Le conseguenze delle truffe online non sono quisquilie o pinzillacchere, lasciano dietro di sé implicazioni sociologiche significative: minano la fiducia che le persone hanno nei confronti delle tecnologie digitali e delle transazioni online, ma non solo. Le vittime possono sperimentare la vergogna e l’imbarazzo e quindi anche il pudore di denunciare o confidarsi, perché “dopo”, rielaborando il modo in cui si è stati raggirati, nonostante i segnali… è consueto sentirsi un asino con le orecchie.

Esse hanno un impatto economico e le perdite finanziarie possono essere devastanti per le persone e le famiglie coinvolte, tanto più che spesso colpiscono più duramente le persone con minori competenze digitali, spesso anziani o individui con minore accesso all’educazione tecnologica.

La diffusione delle truffe online contribuisce a creare una cultura di paura e incertezza. Le persone in genere diventano iper-vigili e sospettose, temendo costantemente di essere ingannate. Essere vittima di una truffa online può avere gravi ripercussioni sulla salute mentale: ansia, depressione e stress post-traumatico sono comuni tra coloro che hanno subito una frode, con effetti duraturi sul loro benessere emotivo.

Però questa insicurezza indotta dai raggiri telefonici e/o online apre a nuovi (ma vecchi) scenari: lentamente si sta ritornando ai negozi di prossimità per fare viaggi, utenze telefoniche, Luce, Gas, prestiti, carte di credito: quando la fiducia nel mezzo digitale vacilla, l’unica è andare da specialisti di settore che puoi guardare in faccia…così sai con chi prendertela se qualcosa va storto ed eviti così di sentirti lo scemo del Paese.

Carlo De Sio

Laureato in Scienze Politiche ed Economiche, con Master in Psicologia sociale e P.R, ha lavorato nella Comunicazione d’impresa e nelle Relazioni Pubbliche per oltre 40 anni. Ha fatto parte dei direttivi di Organismi nazionali quali ACPI-Milano, FERPI-Milano e Confindustria. E’ iscritto all’Ordine dei Giornalisti dal 1999.
Fa parte di un gruppo di specialisti per la revisione di testi generati dall’I.A. e partecipa nel Deep Web a un gruppo di approfondimento che ha come focus notizie e valutazioni sulle crisi politiche in atto.

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