La linea d’ombra del passaggio all’età adulta

Il libro di Conrad è immortale: la metafora della navigazione si accosta all’esigenza, da parte di chi sta per diventare adulto, di trovare conferme, di sentire che il proprio tempo non è sprecato. È un vero promemoria dello scrittore ai suoi lettori: “La strada sarebbe stata lunga. Sono lunghe tutte le strade che conducono a ciò che il cuore brama”

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Di crescere non si finisce mai e tanta è la letteratura di ogni latitudine ed epoca che affronta proprio questo tema, accompagnando i lettori nel viaggio della vita. E se il romanzo di formazione abbraccia un’intera esistenza, non mancano racconti o romanzi dedicati ai momenti di inevitabile cambiamento. Può accadere, ad esempio, sulla strada che conduce all’età adulta, di domandarsi dov’è che davvero si sta andando, se il percorso intrapreso abbia un significato, o se invece la vita non sia “altro che uno sciupio di giorni”. Per questo La linea d’ombra, di Joseph Conrad (1857-1924), pubblicato nel 1916, è dedicato, “con affetto”, al figlio Borys “e a tutti gli altri che come lui hanno attraversato nella prima giovinezza la linea d’ombra della loro generazione”. Una generazione che avvertì questa cesura in modo tanto più brutale e netto, dati gli eventi in cui si vide coinvolta a causa del primo conflitto mondiale.

Di origini polacche, naturalizzato britannico, Conrad ebbe una vita avventurosa e tutt’altro che semplice: orfano a soli 11 anni, presto intraprese grazie a uno zio i viaggi per mare, proprio quando l’Impero Britannico vedeva la sua massima espansione. L’esperienza nella marina inglese gli consentì di apprendere non soltanto la lingua inglese, ma anche di apprezzare i classici della sua letteratura: presto, l’autore sarebbe approdato alla scrittura. Noto soprattutto per Cuore di tenebra, da cui è tratta liberamente la celebre pellicola di Francis Ford Coppola Apocalypse Now (1979), Joseph Conrad ha influenzato molti scrittori dopo di lui, grazie a uno stile peculiare che spazia dal romanticismo fino ad esplorare, in chiave più moderna, i moti dell’animo umano.

Elementi che, ne La linea d’ombra, si contano tutti. La storia è narrata in prima persona dal protagonista, primo ufficiale su una nave che solca i mari d’oriente. In un momento di insoddisfazione personale, il giovane abbandona il servizio contro il parere dei suoi superiori, che ne hanno profonda stima, sostando presso il porto di Singapore in attesa di tornare a casa. Conrad descrive senza risparmiarsi questa parentesi di tedio, introducendovi il lettore proprio nell’incipit del romanzo: “e il tempo pure procede – finché si scorge di fronte a sé una linea d’ombra, che ci avverte che bisogna lasciare alle spalle anche la regione della prima gioventù”. È in questo momento che ci si interroga sul futuro, su che cosa la vita possa riservare ancora. La metafora della navigazione, in questo lavoro di Conrad, si accosta a un’ulteriore intuizione: l’esigenza, da parte di chi sta per diventare adulto, di trovare conferme, di sentire che il proprio tempo non è sprecato. Rivolgendosi ai “giovani marinai”, l’autore sembra volerli sospingere in avanti laddove la speranza, la motivazione sembrano svanite.

Accade infatti che al protagonista, inaspettatamente, venga affidato il comando di una nave. Nominato capitano, ritrova presto coscienza della sua missione. Conrad descrive come un innamoramento l’attimo in cui i suoi occhi la incontrano da lontano: “essa era una di quelle creature la cui semplice esistenza è sufficiente a suscitare un diletto disinteressato. Uno sente che è bello essere al mondo, quel mondo in cui essa esiste”.

Se l’emozione all’inizio è tanta, la traversata si rivela tutt’altro che semplice, data l’inspiegabile assenza di vento e le correnti misteriose che impediscono alla nave di procedere lungo la rotta stabilita: non così distanti le cupe atmosfere di Coleridge ne La ballata del vecchio marinaio. Se il primo ufficiale attribuisce tali fenomeni alla maledizione lanciata dal capitano precedente, descritto come un uomo malvagio, il giovane protagonista si rifiuterà di credervi, e terrà salda la guida anche nei momenti di sconforto; l’equipaggio riuscirà, infine, a raggiungere il porto. Nonostante la difficoltà delle settimane appena trascorse, il giovane capitano si confiderà con il capitano Giles (che lo aveva spinto, in precedenza, a prendere il comando della nave), ormai consapevole che la vita in mare è ciò che egli desidera sopra ogni altra cosa.

Con una scrittura impreziosita da descrizioni romantiche e paesaggistiche e da momenti introspettivi, La linea d’ombra decreta il definitivo passaggio all’età adulta. È un promemoria di Conrad ai suoi lettori: “La strada sarebbe stata lunga. Sono lunghe tutte le strade che conducono a ciò che il cuore brama”.

Annateresa Mirabella

Nata nel 1996, è laureata in Semiotica e in Filologia Moderna. Attualmente frequenta il master in Critica Giornalistica presso l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio d’Amico

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