Ecco perché le lobby e le pubbliche relazioni vanno regolamentate

L'alone che circonda chi fa attività di lobbying è da sempre considerato grigio. Anche per questo chi fa attività di public relation vuole mostrarsi candido come un giglio. Ma è davvero così?

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L’articolo da me scritto la settimana scorsa ha provocato qualche puntualizzazione e distinguo; tra questi un amico ha tenuto a dirmi -parafrasando “Ombre Rosse”- che “l’unica Lobby buona è una Lobby morta” e un collega ha definito che Lobbying e R.P. sono due attività totalmente diverse: insomma… non mi sembrava di aver mai detto il contrario, però vediamo se riesco a precisare meglio.

Lobbying e R. P. sono due concetti distinti anche se -per onestà intellettuale- non possiamo negare che in alcuni casi si sovrappongono; capisco la necessità dei distinguo, però visto che l’alone che circonda le lobby è ritenuto grigio dai più, chi fa solo R.P. cerca sempre di mostrarsi candido come un giglio… ma neanche questo è sempre vero.

Allora, tenendo da parte le Lobby Gruppi di Pressione che, come detto altrove, sono un mondo a parte di Tabacco, Petrolio e Finanza, e quindi quasi mai a favore del genere umano, cerchiamo di precisare meglio la funzione delle Lobby Indipendenti: esse fanno un’attività mirata a influenzare i processi decisionali di organizzazioni pubbliche, come governi, legislatori, autorità o enti normativi. L’obiettivo principale del lobbying è spesso quello di promuovere gli interessi di un gruppo specifico, come un’azienda, un’associazione di categoria o un’organizzazione non profit. I lobbisti poi, sono soprattutto un supporto indispensabile per i parlamentari di nuova nomina e anche per quelli sfaticati che vanno a prendersi solo lo stipendio e i benefit per cui di tanto in tanto devono pur scrivere o presentare qualcosa, almeno per dimostrare di essere ancora in vita.

In molte Nazioni le Lobby sono regolamentate per garantire una certa trasparenza, per cui devono registrarsi e fornire rapporti pubblici su attività e spese. Io spero che prima o poi accada anche in Italia… come spero accada anche per le R.P. le quali pur essendo impegnate in strumenti e canali di comunicazione, come comunicati stampa, conferenze stampa, comunicazioni sui social media, eventi pubblici, campagne di sensibilizzazione e molto altro, in molte Nazioni non sono soggette –come in Italia– a regolamentazioni riguardanti la trasparenza, perciò vengono riflesse in quell’alone grigio.

Ma molte associazioni e gruppi di persone di area democratica continuano a vedere le Lobby come il peggiore dei mali… eppure non possono non sapere che molte campagne sociali di successo in ambito U.E. sono stare realizzate proprio per merito delle Lobby-Public Affairs; qualche esempio?

1. Campagna per il controllo del tabacco: Numerose organizzazioni non profit, agenzie governative e gruppi di interesse pubblico hanno lavorato insieme alle Lobby-Public Affairs per promuovere politiche di controllo del tabacco. Queste campagne hanno portato a normative più severe sull’etichettatura dei prodotti del tabacco, divieti pubblicitari, tasse aggiuntive sul tabacco e restrizioni sulla vendita di prodotti del tabacco a minori.

2. Campagna per la salvaguardia dell’ambiente: Organizzazioni ambientaliste hanno sostenuto campagne di Public Affairs per promuovere leggi e politiche che proteggono l’ambiente. Ad esempio, la campagna per l’Accordo di Parigi sul cambiamento climatico è stata una campagna globale di successo per sensibilizzare sull’importanza della riduzione delle emissioni di gas serra e ottenere l’adesione dei Paesi all’accordo.

3. Campagna per i diritti LGBTQ+: Diverse organizzazioni hanno condotto campagne di Public Affairs per promuovere i diritti delle persone LGBTQ+. Queste campagne hanno contribuito a cambiare leggi e politiche relative al matrimonio tra persone dello stesso sesso, alla discriminazione basata sull’orientamento sessuale e all’uguaglianza dei diritti.

4. Campagna per la sicurezza stradale: Organizzazioni di pubblica sicurezza e gruppi di interesse hanno lavorato per sensibilizzare sulla sicurezza stradale e promuovere politiche e leggi che riducono gli incidenti stradali. Queste campagne hanno incluso iniziative come la promozione dell’uso delle cinture di sicurezza, l’adozione di limiti di velocità e la lotta contro la guida in stato di ebbrezza.

5. Campagna per la salute pubblica: Le organizzazioni di pubblica salute hanno condotto campagne di Public Affairs per combattere epidemie o promuovere pratiche sanitarie responsabili. Ad esempio, le campagne di sensibilizzazione sulla vaccinazione possono contribuire a incrementare le coperture vaccinali nella popolazione e ridurre la diffusione di malattie infettive.

6. Campagna per l’uguaglianza di genere: Movimenti per i diritti delle donne hanno sostenuto campagne di Public Affairs per combattere la discriminazione di genere e promuovere l’uguaglianza di opportunità nelle sfere politiche, sociali ed economiche.

Questi sono solo alcuni esempi di campagne di Public Affairs di successo che hanno avuto un impatto significativo sulle politiche e le leggi, migliorando la società in diversi settori. Tali campagne dimostrano come una strategia di comunicazione mirata e una mobilitazione efficace delle parti interessate possano influenzare positivamente il processo decisionale e creare cambiamenti significativi nella società.

Facciamocene una ragione, le Lobby vanno regolamentate, come le P.R, perché esse operano a prescindere da idealismi astratti: è il caso che i politici ragionino con pragmatismo e realismo.

Carlo De Sio

Laurea in Scienze Politiche ed Economiche, Master in Psicologia sociale e P.R, ha lavorato nella Comunicazione d’impresa e nelle Relazioni Pubbliche per oltre 40 anni; dal 2015 è impegnato in attività di Lobbying indipendente in Italia e all’estero. Ha fatto parte dei direttivi di Organismi nazionali quali ACPI-Milano, FERPI-Milano e Confindustria. E’ iscritto all’Ordine dei Giornalisti dal 1999

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