Dumas, l’inventore del feuilleton che ha ispirato il mondo del cinema e della tv

Le storie raccontate, come quelle di ‘cappa e spada’,  sono ambientate nei vari contesti storici francesi, di cui era esperto cronista ma la cui narrazione non rispettava scrupolosamente: «Cos’è la storia, se non un chiodo al quale appendo i miei romanzi?».

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«Sì, sì, la terra, il cielo, gli astri, l’infinito! Ma c’è un infinito ancora più stupefacente: quello della stupidità umana».

Alexandre Dumas, autore de Il conte di Montecristo, la trilogia de I tre moschettieri e altre opere, sia letterarie che teatrali, che gli portarono  fama e ricchezza, fu scrittore e drammaturgo prolifico, al punto che per ‘smaltire lavoro’ si faceva aiutare dai cosiddetti ‘negri del mulatto’. Tali molteplici collaborazioni gli costarono l’accusa di dubbia paternità di alcune sue opere.

In effetti, tenendo conto di quanto fossero vicine le date delle sue molteplici pubblicazioni, e che contemporaneamente viaggiava e scriveva per il teatro, diventa presumibile che si facesse aiutare da altri, che scrivevano su suoi canovacci e soprattutto effettuavano al posto suo ricerche storiche e bibliografiche.

Il dispregiativo ‘negri del mulatto’ trova ragione nel fatto che sua nonna paterna era una schava di etnia africana. Dai suoi derisori queste sue origini furono sempre sottolineate, ma a lui non mancava saper rispondere con ironia, come quella volta a teatro che apostrofato  come nero da un gruppo di spettatori, replicò: «Certo signori. Ho sangue nero. Mio padre era un mulatto, mio nonno un negro, e il mio bisnonno una scimmia! Dunque vedete: la mia famiglia inizia dove la vostra finisce!»

L’epiteto che più lo mandava in bestia, però,  non era tanto quello di negro, quanto quello di bastardo.

Suo padre, il generale Dumas detto ‘il diavolo nero’ per il suo ardimento nella campagna napoleonica in Egitto, era un uomo ostinato e fiero che per disaccordi col marchese suo padre ne aveva rifiutato il titolo nobiliare e persino il cognome, assumendo quello della madre. Respingendo, successivamente, la politica imperialista di Napoleone, venne imprigionato per insubordinazione. Dopo due anni fu scarcerato per le sue cattive condizioni di salute. Sordo e quasi cieco, malato di cancro allo stomaco, morì in povertà quando Alexandre aveva solo tre anni.

Lo scrittore visse perciò anni difficili, allevato dalla madre che gestiva uno spaccio di tabacchi, e successivamente lavorando nell’albergo del nonno materno, che lo iniziò alla buona cucina, di cui rimase esperto e soprattutto fruitore (a Firenze conobbe il Bicerin, bevanda calda a base di crema di latte, cioccolato e caffè e se ne innamorò), fino a che a 21 anni per la sua calligrafia  straordinariamente bella fu assunto come copista dal duca di Orleans Luigi Filippo, divenuto poi re di Francia.

Dovendo mantenersi, non riuscì ad approfondire i suoi studi di legge, che in realtà gli interessavano poco, manifestando altresì sin da giovane il suo interesse per la letteratura e soprattutto il teatro. Così cominciò presto a scrivere testi teatrali che in breve tempo riscossero grande successo (come i suoi romanzi romantici), e poté dunque abbandonare il lavoro di copista. Aveva 22 anni quando da una sua relazione con una sarta nacque il suo primo figlio, riconosciuto solo all’età di sei anni, che diverrà anche lui valente scrittore (autore tra l’altro del famosissimo romanzo La signora delle camelie) e sarà chiamato Alexandre Dumas figlio per l’omonimia col padre. Da un’altra donna ebbe il figlio Hernry Bauer, che divenne invece giornalista.

Dumas padre fece una vita dissoluta. Di lui George Sand diceva: «Il lui a fallu des excès de vie pour renouveler cet énorme foyer de vie (Ha avuto bisogno di eccessi di vita per rinnovare questo enorme focolaio di vita)».

Aveva talmente tante amanti che per sfuggire alle loro pretese e gelosie era costretto a viaggiare, il che si rivelò proficuo, perché lo portò a scrivere e pubblicare i suoi noti appunti di viaggio. La sua più grande fortuna però fu incrociare la sua vita e la sua abilità di scrittore con la prima metà dell’ottocento, (nacque nel 1802), in cui andava di moda leggere sui giornali i cosiddetti romanzi d’appendice, pubblicati a puntate. Ebbene, lui aveva straordinaria abilità di penna e fantasia. Costruiva trame ricche di colpi di scena che rapivano i lettori e li inducevano ad aspettare con ansia la puntata successiva. Per questo Dumas viene considerato il padre del feuilleton.

Le storie raccontate, come quelle di ‘cappa e spada’,  le ambientava nei vari contesti storici francesi, di cui era esperto cronista ma la cui narrazione non rispettava scrupolosamente: «Cos’è la storia, se non un chiodo al quale appendo i miei romanzi?».

Nel 1843 sposò l’attrice Marguerite Ferrad, con la quale vissero da separati in casa mentre ognuno faceva i propri comodi. Almeno non era gelosa e petulante come la maggior parte delle sue amanti: «Dio, nella sua divina previdenza, non ha dato la barba alle donne perché esse non sarebbero state capaci di tacere mentre venivano rasate»

La sua grande  passione fu per il teatro, e fu questa passione che economicamente lo rovinò, infatti acquistò un teatro che chiamò Teatre-Historique, dove venivano rappresentate opere dei grandi drammaturghi del passato, ma che dopo appena cinque anni fallì e lo lasciò sul lastrico, talchè  la sua lussuosa abitazione, un castello che aveva chiamato Castello di Montecristo, andò all’asta e lui dovette riparare in Belgio per sfuggire a più di 150 creditori, così si narra.

Continuò poi a viaggiare, in Russia da san Pietroburgo sino al Caucaso, e fece una crociera sul mediterraneo che gli servì a congiungersi con Giuseppe Garibaldi, quando seppe della spedizione dei Mille. Risolti ormai i suoi problemi economici, lo raggiunse per mare in Sicilia con un battello a vapore e gli portò i soldi messi da parte per il suo viaggio, che gli servirono per armi e munizioni.  Fu testimone della battaglia di Caltafimi ed entrò a Napoli con Garibaldi,  che lo nominò direttore degli Scavi e dei Musei, ma dopo tre anni da questo incarico preferì dimettersi perché i napoletani non sopportavano che tale mandato fosse stato conferito a uno straniero. Con l’eroe dei due mondi, che gli aveva assegnato anche di fondare il giornale bilingue italo-francese L’Indipendente, conservò grande amicizia. Scrisse su di lui una biografia e la storia della battaglia di Calatafimi, ovviamente pubblicata a puntate. Ai napoletani irriconoscenti regalò il meraviglioso testo I Borboni di Napoli.

Fenomenale mangiatore, si ravvisa il suo alter ego letterario nel moschettiere Porthos, goloso, mangione e panciuto come lui, che tra l’altro amava cibarsi di cibi stravaganti come il piede d’elefante e la coda di canguro. Quando dovette smettere i suoi bagordi per motivi di salute, si consolò scrivendo Il gran Dizionario di cucina.

Tradotto in tutte le lingue, competitor di Balzac, dai libri di Alexandre Dumas sono stati tratti numerosi adattamenti cinematografici e televisivi. Quando il suo volto mulatto fu portato sugli schermi dal biondo Gerard Depardieu, il più dei francesi protestò.

Soffrì di una malattia vascolare che lo lasciò semiparalizzato, e che nelle fasi avanzate affrontò rifugiandosi nella villa di suo figlio Alexandre a Puys, dove morì il 5 dicembre del 1970 e fu sepolto nella tomba di famiglia nel nord della Francia. Nel 2002 i suoi resti furono poi trasferiti al Panthéon di Parigi, non rispettando la sua volontà di “rientrare nella notte dell’avvenire nello stesso luogo dal quale sono uscito dalla vita del passato, in quell’affascinante cimitero (di Villers-Cotterêts) che ha più l’aria di un’aiuola fiorita dove fare giocare i bambini che di un posto per far dormire i cadaveri”.

La sua bara, coperta da un drappo blu con ricamato il famoso motto dei tre moschettieri ‘Tutti per uno, uno per tutti’ fu calata di notte in una cripta del Panthéon, chiesa monumentale dove riposano personaggi illustri. Accanto a lui, Victor Hugo ed Emile Zola.

Norma D'Alessio

Di mestiere pediatra. Per ulteriori impegno e passione: scrittrice, giornalista, editor. Il suo sito:www.normadalessio.it

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