Non solo pallone, il calcio è (anche) psicologia

Con "Palla al centro" (edizioni Il Mulino, in uscita l'11 aprile), lo psicologo Alberto Cei illustra in chiave divulgativa il profondo rapporto tra mente e sport: la gestione del gruppo, i rapporti con le persone, l'intelligenza emotiva del numero 10 e l'analisi di alcuni casi celebri della storia.

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«Nino non aver paura di sbagliare un calcio di rigore / Non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore». È il verso di una delle canzoni più conosciute di Francesco De Gregori, La leva calcistica della classe ’68. Il calcio abbinato a un’emozione: la paura. A riprova del fatto che il calcio non è solo tecnica. Ma pure – anzi, forse soprattutto – comunicazione, emozioni: psicologia in una sola parola. Regole semplici, gioco facile, punteggi di gara bassi rispetto a quelli di altri sport (a riprova del fatto che le emozioni non sono solo gol): il calcio non ha mai smesso di incantare le masse. Grandi, piccoli, sempre più donne sono affascinati dallo sport popolare per eccellenza, quello che chi banalizza descrive come ventidue persone che corrono dietro a un pallone. 

Si tratta di uno sport tutt’altro che semplice: in ballo ci sono i rapporti tra le persone, la gestione del gruppo, le emozioni, lo stress, la mentalità… Il calcio è pieno di aspetti psicologici oramai sempre più considerati, che riguardano non solo i tecnici, allenatori, direttori e calciatori, ma pure tutti gli appassionati. Alberto Cei, psicologo, docente di Coaching e di Psicologia dello Sport e Psicologia applicata al calcio, con «Palla al centro. La psicologia applicata al calcio» (edizioni Il Mulino, in uscita l’11 aprile) mette ordine nel rapporto tra psicologia e calcio. Lo fa in un libro divulgativo, adatto ai lettori generalisti, ai curiosi e ai semplici appassionati di sport, in cui analizza il ruolo dell’allenatore, dell’allenamento come elemento fondamentale nella creazione di un gioco di squadra, del rapporto tra allenatori e calciatori in un mondo all’apparenza più complesso, quello in cui i giocatori fanno parte dello star system, comunicano direttamente con i propri fan, e appaiono sempre più difficili da allenare. 

Non solo teoria: numerosi gli esempi della storia del calcio internazionale e l’analisi di casi celebri. 

Particolare attenzione, fin dalla copertina, è dedicata al genio del calcio per eccellenza: il numero 10, il fantasista, il regista, il genio del centrocampo, quello per cui giornalisti, poeti e scrittori hanno, nel tempo, consumato fiumi di inchiostro. Da Scarone, il primo a ricoprire questo ruolo, passando per Pelè, Maradona, alcuni studi hanno mostrato che nei centrocampisti con queste caratteristiche il livello di intelligenza emotiva è migliore rispetto a quella dei chi ricopre altri ruoli. 

La preparazione psicologica oramai da molti anni fa parte del mondo del calcio: fino agli anni Sessanta la tecnica era considerata l’unica chiave per vincere e affrontare le competizioni sportive. Poi, però, è apparso evidente che «a parità di abilità la differenza è data dalla mente ovvero che il successo per l’80% è mentale». 

Dalla tribù del calcio dell’etologo Morris al pallone come religione laica, con credo e riti che si ripetono; dal self-talk agli errori di concentrazione, passando per la gestione di stress ed emozioni. Sono tanti gli episodi che richiedono concentrazione e che suscitano emozione: pensiamo ai calci di rigore; all’attenzione e alla tensione che portano con sé. È come chiudere un cerchio, ricordando una frase in cui Roberto Baggio ricorda che i rigori li sbaglia solo chi ha il coraggio di calciarli. 

 

Barbara Ruggiero

Coordinatore del magazine, giornalista professionista, PhD student presso il Dipartimenti Studi Umanistici dell'Università di Salerno, è laureata in Comunicazione. È stata redattrice del Quotidiano del Sud di Salerno e, tra le altre esperienze, ha operato nell’ufficio comunicazione e rapporti con l’informazione dell’Agcom (Autorità per le garanzie nelle comunicazioni). Già docente di progetti mirati a portare il giornalismo nelle scuole, è stata anche componente e segretaria del Consiglio di Disciplina dell’Ordine dei giornalisti della Campania.

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