Luigia Sorrentino è nata a Napoli e lavora alla Rai. Dal 2007 al 2021 ha diretto il primo blog della Rai dedicato alla poesia. Attualmente cura e dirige il progetto web “Raipoesia2022” – Sguardo sulla poesia contemporanea – (https://www.rainews.it/tgr/campania). Opere di poesia: C’è un padre (manni, 2003), raccolta di poesie giovanili; L’asse del cuore («Almanacco dello specchio» Mondadori, 2008); La nascita, solo la nascita (manni, 2009; Olimpia (Interlinea, 2013 rist. 2019, Premio Gensini Poesia 2013, Premio Prata 2014; Inizio e Fine (I Quaderni della Collana Stampa2009, 2016, Menzione speciale Premio Internazionale Camaiore “Francesco Belluomini” 2017; Piazzale senza nome, Collana Gialla Oro Pordenonelegge-Samuele Editore, 2021, Premio Poesia Ceppo Pistoia, 2023. Il suo racconto “Storia di Nunzia” è uscito nell’antologia “La terra inesplorata delle donne” a cura di Sara Durantini (Dalia Edizioni, 2023). Per il Teatro ha scritto e pubblicato il dramma Olimpia, tragedia del passaggio (2020), una produzione del Napoli Teatro Festival Italia diretto da Ruggero Cappuccio messo in scena a Palazzo Reale il 16 luglio 2020.
a portata di mano tre rose
il cerchio delle braccia chiuse
nel ritmo del campanile
benché l’atto fu esattamente quello
attingere alla delicatezza
in profondità
non ci sono ostacoli
tra il ventre e lo sterno la terra
scioglie il rilievo del corpo
dall’interno
laggiù tutto solo, nel petto
sceso in volo
(da “L’asse del cuore” in “Almanacco dello Specchio” Mondadori, Milano 2008)
*
ha la forma di uno scudo l’ala
che si spinge esternamente su ciascun
lato a millimetri, in quella vertebra
cerca un incavo al suo margine
ricorrente il gesto che stringe
fino a togliere il respiro
divampa come una forbice
si stende producendo la necessaria
vibrazione
ma di taglio non si riduce
la pena nella venuta,
lo stare qui in mezzo
come granello
infinitamente o pulviscolo
confusamente, al freddo
da “La nascita, solo la nascita” manni, Lecce 2009
*
tutti i giorni erano caduti sul suo viso
le ore di tutto l’essere erano
invase dalla sete
nell’angolo spento
cercò il riflesso dell’oceano
l’aveva attraversato uscendo dalla madre
la pioggia di vetro sulla strada
deserta aveva memoria di un uomo
da “Inizio e Fine”, I Quaderni della Collana Stampa2009, Azzate (Va) 2016
*
la condizione umana chiude
in sé la forma del tempo
che non vuoi più, allora
ti incammini tastando
muri che non vedi, conosci
la disaffezione
negli occhi scende, toccata
nell’incertezza della gamba
è poca cosa
è poca cosa anche
l’oscillare sulla strada sdegnosa
hai visto il tempo nello spazio
brevissimo, ancora da varcare
da “Olimpia” Interlinea, Novara 2013; rist. 2019
*
dopo il linciaggio il suo corpo
di viola
era un’essenza tragica
un’alba bruciata per terra
non aveva più alcuna reazione
vitale
l’indifferenza calata sugli occhi
senza meta
in quel luogo affranto
avevamo assistito alla morte
massima violenza per il corpo
rapida germinazione nefasta
già nella prima luce
le labbra
dischiuse scoprirono i denti
nella decomposizione
tutto il nostro destino
da “Piazzale senza nome” Collana gialla oro Pordenonelegge&SamueleEditore 2021