Politici, pubblicitari & analfabetismo

Sono tanti oggi gli Homer Simpson, quelli che - pur sapendo leggere e scrivere - non riescono a comprendere un testo complesso. Ed ecco che le lacune sono sfruttate da politici e pubblicitari come arma di manipolazione per influenzare il comportamento e le decisioni delle masse

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Quello di non saper leggere né scrivere è un concetto a cui siamo disabituati; una ricerca Istat del 2020 stima ad uno 0,6% di persone totalmente analfabete, un enorme passo avanti dal dopoguerra quando si era intorno al 13%… oggi però dilaga l’Analfabetismo Funzionale, l’analfabeta alla Homer Simpson che, pur sapendo leggere e scrivere, non riesce a comprendere un testo complesso, fare un’analisi articolata di un discorso e che si rapporta al mondo solo in base alle proprie esperienze: diventa quindi incapace di comprendere un mondo che cambia, di raggiungere nuovi obiettivi e di sviluppare le proprie potenzialità verso ciò che pretende oggi lo sviluppo sociale.

Secondo i dati OSCE-2022, in Italia il 27,7% della popolazione tra i 16 e i 65 anni è analfabeta funzionale: un 5,5% comprende solo informazioni elementari mentre un 22,2% si limita alla comprensione superficiale di testi misti, brevi e purché ci siano inserite esperienze di diretto interesse personale. È chiaro che per un Paese con le percentuali di analfabeti funzionali più alte in Europa, la possibilità che lo sviluppo del sistema possa competere con gli altri si abbassa notevolmente perché le persone prese in analisi dall’indagine OSCE-‘22 rientrano proprio nella fascia d’età in cui si suppone abbiano già un lavoro o che comincino ad inserirsi nel lavoro.

L’Analfabetismo Funzionale è dunque un problema sociale; è una vulnerabilità che affligge le moderne società che tendono alla totale digitalizzazione: non si tratta soltanto dell’incapacità di capire, ma riguarda anche la carenza di competenze per la comprensione di una critica o di una comunicazione… Questa lacuna viene sfruttata da politici e pubblicitari come arma di manipolazione per influenzare il comportamento e le decisioni delle masse.

È risaputo che nella comunicazione molti politici, consci del diffuso analfabetismo di ritorno, utilizzano una comunicazione “verbale-paraverbale” (discorsi semplici abbinati a pause, sorrisi, toni della voce, battute simpatiche, mimica facciale, veemenza…) per semplificare le questioni complesse e ottenere il sostegno dei cittadini senza affrontare le implicazioni delle loro mozioni. Inoltre, la diffusa disinformazione e la tecnica delle mezze verità attaccate a mezze bugie diventano un’arma efficace per manipolare le percezioni dei cittadini e guadagnare consenso a scapito della responsabilità politica. Questa tecnica espositiva induce le persone meno skillate a sostenere politiche senza comprenderne le implicazioni e -soprattutto- a continuare a sostenere politici senza rammentare gli impegni presi da loro durante le elezioni: non è un caso che oggi la Meloni abbia lo stesso sostegno del voto del 2022 nonostante il suo dietro front su Ucraina, Europa, Imposte, Migranti, Accise, Clima e fra poco, chissà? anche sugli stessi ideali fondanti della sua destra… ma è la stessa cosa anche a sinistra, inutile fare esempi su un gruppo agonizzante.

Anche nel campo della comunicazione pubblicitaria, l’analfabetismo funzionale viene sfruttato per persuadere le persone ad acquistare prodotti o servizi. In considerazione che l’apprendimento delle informazioni di queste persone è quasi totalmente visivo/uditivo attraverso la TV, gli annunci utilizzano immagini suggestive ed Head Line accattivanti, cercando di catturare l’attenzione e stimolare la convenienza ipotetica nell’acquisto, contando poi sulla poca chiarezza delle etichette dei prodotti o dei leaflet dei servizi che cercano di celare dettagli rilevanti che potrebbero distogliere dalla decisione di acquisto. Questi meccanismi di manipolazione si basano sulla creazione di una comunicazione superficiale, semplificata ed emozionale che sfrutta la difficoltà delle persone nel comprendere il senso compiuto di un discorso e il suo contesto.

È sotto gli occhi di tutti l’intollerabile ed imbarazzante Comunicazione sulle auto elettriche quale contributo all’ambiente per “l’uso di energia pulita” senza far alcun cenno delle fonti dalle quali si produce l’energia messa in rete, ancora troppo spostate sul fossile e meno che mai qualcuno ci informa dell’enorme inquinamento ambientale prodotto in Cina dall’estrazione delle Terre Rare per le batterie abbinato allo smisurato consumo d’acqua per il lavaggio delle stesse.

L’analfabetismo funzionale ha gravi conseguenze per la Democrazia e l’Economia. Un elettorato non informato e manipolabile rende difficile il processo decisionale politico di chi vorrebbe provare a governare correttamente lasciando la Nazione in balia di chi sbraita le promesse più facili da capire, mettendo a rischio la trasparenza e la responsabilità nella gestione pubblica. Allo stesso modo, i consumatori poco informati finiscono per acquistare prodotti di qualità inferiore, credendo di aver fatto un affare, ma danneggiando inconsapevolmente sia la propria economia domestica che il mercato in generale, e tutto questo in nome di una Semplificazione Strumentale della Comunicazione.

E a tal proposito mi vengono in mente un paio di asserzioni di pensatori di calibro:

Corrado Augias

Una di Corrado Augias (saggista, scrittore, etc..) che in una trasmissione paragonò la Cultura all’evasione dal carcere dell’ignoranza: “L’ignoranza è un ergastolo. Perché là dentro non ti relazioni con chi è migliore di te… che solo un ragazzo su venti capisca appieno un testo mi intristisce e penso agli altri diciannove, che rischiano l’ergastolo dell’analfabetismo…uno Stato democratico deve salvarli giacché è giusto, il rischio è immenso, perché: le menti deboli chiedono l’uomo forte, sempre”.

Tullio De Mauro

L’altra è di Tullio De Mauro (linguista, lessicografo e saggista): “La cattiva conoscenza dell’italiano scritto e il cattivo rapporto con la lettura è un pesante limite per tutta la nostra vita sociale ed economica … perché man mano che le tecnologie si sviluppano, si alza sempre più la soglia della richiesta di competenze e conoscenza”.

La semplificazione eccessiva della comunicazione e delle informazioni a cui gli analfabeti funzionali sono esposti oggi è un vulnus sociale, perché in una società complessa e connessa come è e come sarà ancor di più la nostra, la distorsione nella comprensione delle cose da una parte genera emarginazione e dall’altra anche un politico che -credendo di dire una cosa intelligente- afferma che i poveri mangiano meglio dei ricchi. È l’altra faccia della medaglia.

Carlo De Sio

Laurea in Scienze Politiche ed Economiche, Master in Psicologia sociale e P.R, ha lavorato nella Comunicazione d’impresa e nelle Relazioni Pubbliche per oltre 40 anni; dal 2015 è impegnato in attività di Lobbying indipendente in Italia e all’estero. Ha fatto parte dei direttivi di Organismi nazionali quali ACPI-Milano, FERPI-Milano e Confindustria. E’ iscritto all’Ordine dei Giornalisti dal 1999

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