Luigi Trucillo è nato a Napoli. Ha pubblicato otto libri di poesie: Navicelle, Cronopio, Napoli 1995; Carta Mediterranea, Donzelli, Roma 1997; Polveri, Cronopio, Napoli !998; Le Amorose, Quodlibet , Macerata 2004; Lezioni di tenebra, Cronopio, Napoli 2007 (Premio Lorenzo Montano 2008); Darwin, Quodlibet, Macerata 2009 (Premio Napoli 2009); Altre amorose, Quodlibet, Macerata 2017. “Birds”, il suo ultimo libro di versi, è uscito nel 2022 presso l’editore Giometti&Antonello.
Del 2013 è il romanzo Quello che ti dice il fuoco, Mondadori, Milano, tradotto in tedesco con il titolo Die Geometrie der Liebe, Mareverlag, Hamburg, 2015. Nel 2020 ha pubblicato presso Effigie il romanzo di fantascienza Io Smile. Ha inoltre partecipato all’adattamento de Il Flauto Magico per L’Orchestra di Piazza Vittorio. Le sue poesie sono state tradotte in spagnolo , inglese e tedesco.
Ha scritto per le riviste letterarie “Paragone” e “Nuovi Argomenti”, e ha collaborato con “Alias” la pagina culturale de “Il Manifesto”.
Bonsai
Ormai non ci cerchiamo più,
torniamo al minimo,
però “Cercare” e “Ormai”
sono due parole ostili
all’intuizione,
perché distruggono le sue scorciatoie
per arrivare al nucleo delle cose.
A volte ne avevo abbastanza di te,
e altre volte mi affannavo a ritrovarti.
Però per un breve attimo,
quello che avviene all’infinito
in ciò che di colpo ci misura
come un istinto del futuro,
ti ho sempre vista accanto a me,
e in una vita appena abbozzata
come la nostra
questo è già tutto.
Gli occhiali
Forieri di descrizioni
a quattr’occhi
spesso mi internano
in una cassa di vetro
che l’impulso del buio
cinge d’assedio.
Pur di non perderli
nella matassa cieca
che lega piano
i morti e i non nati
li avrei iniziati
agli spettri e alle visioni,
ma la tua immagine
li ha colti nel difetto
di chi corregge
l’anarchia dei sogni.
Il Qi del nuoto
Immergersi insegna a affiorare.
Tutto ciò che ho vissuto
e il lago attraversa mentre nuoto
alzerà la sua spuma all’improvviso
davanti a te,
perché il blu sommerso incombe,
e l’intimità che fluttua ci trattiene
come un oceano tra le dita
leggere come l’acqua piovana.
Essere alla mano
A mano a mano che invecchio
e divento miope
riesco a immaginare
soltanto ciò che tocco.
Le mani dicono
che ho lo sguardo di giada.
E anche i ricordi migrano
nel tatto
come in una primavera
dalle dieci facce diverse
che risparmia alla pelle
il gelo irreale del distacco.
La grande via
L’alone che è intorno alle cose
e mescola le immagini:
ecco un orizzonte mobile
per parlare di te
e dell’eredità dell’incertezza,
il dono che mi offri
vivendo dove tutto inizia
e mai si compie
nel possibile,
là dove le vetrate che tremano
ci insegnano a passare
in un aspetto trasparente
dell’amore.
Accanto a te
ciò che mi afferra mi regge
con tutti i nomi diversi
che le fonti dell’aria
insegnano agli specchi,
e l’elemento indiretto
e incomprensibile
che sorge dallo spostarsi verso un altro
diventa il bisogno vitale
che respiro.
La felicità
La nostra felicità
è fatta di addii e prodigi
che ci scoprono,
come una mano immersa
in ciò che non dilegua
nel rumore
mentre scorre la vita.
E quando le rose selvatiche
sono di colpo al giusto posto
diventa un vaso.
L’unico
dove si apre il mondo.