Luigi Trucillo, a mano a mano che invecchio e divento miope riesco a immaginare soltanto ciò che tocco

Il poeta è nato a Napoli e ha pubblicato otto libri di poesie. Del 2013 è il romanzo Quello che ti dice il fuoco, Mondadori, Milano, tradotto in tedesco con il titolo Die Geometrie der Liebe. Ha scritto per le riviste letterarie “Paragone” e “Nuovi Argomenti”, e ha collaborato con “Alias” la pagina culturale de “Il Manifesto”

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Il poeta Luigi Trucillo

Luigi Trucillo è nato a Napoli. Ha pubblicato otto libri di poesie: Navicelle, Cronopio, Napoli 1995;  Carta Mediterranea, Donzelli, Roma 1997; Polveri, Cronopio, Napoli !998; Le Amorose, Quodlibet , Macerata 2004; Lezioni di tenebra, Cronopio, Napoli 2007 (Premio Lorenzo Montano 2008); Darwin, Quodlibet, Macerata 2009 (Premio Napoli 2009); Altre amorose, Quodlibet, Macerata 2017. “Birds”, il suo ultimo libro di versi, è uscito nel 2022 presso l’editore Giometti&Antonello.

Del 2013 è il romanzo Quello che ti dice il fuoco, Mondadori, Milano, tradotto in tedesco con il titolo Die Geometrie der Liebe, Mareverlag, Hamburg, 2015.  Nel 2020 ha pubblicato presso Effigie il romanzo di fantascienza Io Smile. Ha inoltre partecipato all’adattamento de Il Flauto Magico per L’Orchestra di Piazza Vittorio.  Le sue poesie sono state tradotte in spagnolo , inglese e tedesco.

Ha scritto per le riviste letterarie “Paragone” e “Nuovi Argomenti”, e ha collaborato con “Alias” la pagina culturale de “Il Manifesto”.

 

Bonsai

Ormai non ci cerchiamo più,

torniamo al minimo,

però “Cercare” e “Ormai”

sono due parole ostili

all’intuizione,

perché distruggono le sue scorciatoie

per arrivare al nucleo delle cose.

A volte ne avevo abbastanza di te,

e altre volte mi affannavo a ritrovarti.

Però per un breve attimo,

quello che avviene all’infinito

in ciò che di colpo ci misura

come un istinto del futuro,

ti ho sempre vista accanto a me,

e in una vita appena abbozzata

come la nostra

questo è già tutto.

 

Gli occhiali

Forieri di descrizioni

a quattr’occhi

spesso mi internano

in una cassa di vetro

che l’impulso del buio

cinge d’assedio.

Pur di non perderli

nella matassa cieca

che lega piano

i morti e i non nati

li avrei iniziati

agli spettri e alle visioni,

ma la tua immagine

li ha colti nel difetto

di chi corregge

l’anarchia dei sogni.

 

Il Qi del nuoto

Immergersi insegna a affiorare.

Tutto ciò che ho vissuto

e il lago attraversa mentre nuoto

alzerà la sua spuma all’improvviso

davanti a te,

perché il blu sommerso incombe,

e l’intimità che fluttua ci trattiene

come un oceano tra le dita

leggere come l’acqua piovana.

 

Essere alla mano

A mano a mano che invecchio

e divento miope

riesco a immaginare

soltanto ciò che tocco.

Le mani dicono

che ho lo sguardo di giada.

E anche i ricordi migrano

nel tatto

come in una primavera

dalle dieci facce diverse

che risparmia alla pelle

il gelo irreale del distacco.

 

La grande via

L’alone che è intorno alle cose

e mescola le immagini:

ecco un orizzonte mobile

per parlare di te

e dell’eredità dell’incertezza,

il dono che mi offri

vivendo dove tutto inizia

e mai si compie

nel possibile,

là dove le vetrate che tremano

ci insegnano a passare

in un aspetto trasparente

dell’amore.

Accanto a te

ciò che mi afferra mi regge

con tutti i nomi diversi

che le fonti dell’aria

insegnano agli specchi,

e l’elemento indiretto

e incomprensibile

che sorge dallo spostarsi verso un altro

diventa il bisogno vitale

che respiro.

 

La felicità

La nostra felicità

è fatta di addii e prodigi

che ci scoprono,

come una mano immersa

in ciò che non dilegua

nel rumore

mentre scorre la vita.

E quando le rose selvatiche

sono di colpo al giusto posto

diventa un vaso.

L’unico

dove si apre il mondo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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