Ho ascoltato con grande attenzione e per ben quattro ore di fila (in una notte di marzo), il disco di un 4tet di levatura straordinaria e capitanato dalla band leader Eugenia Canale. ‘Risvegli’, questo il nome del suo lavoro discografico, pubblicato nei primi mesi del 2023 per l’etichetta ‘Barnum for Art’, è stato un piacevolissimo regalo che ha, appunto … risvegliato in me la voglia di ascoltare con grande entusiasmo una ‘track list’ davvero stupenda.
Quando si parla di jazzisti emergenti che hanno tanto da dire non possiamo che far correre la mente a giovani come Eugenia Canale. L’ho ascoltato, quel disco… e anche in un modo assai particolare: dinanzi a me scorrevano le immagini televisive di un documentario (con volume azzerato) mentre e le cuffie mi inondavano di una sorta di benessere fisico e particolarmente mentale. Per quattro ore, ripeto, ho ascoltato e riascoltato il lavoro di una pianista dotata di classe pura e devo sinceramente dire qualcosa: consigliare a tutti di ascoltare la musica che Eugenia Canale ha creato e godere del jazz che ci regala questa pregevole pianista nata circa trent’anni fa a Magenta, piccolo centro a ridosso di Milano. Una lombarda che ad oggi rientra nella schiera (molto folta) delle innumerevoli jazziste italiane emergenti.
L’artista si sta facendo largo sia nel mondo del grande jazz italiano che in quello internazionale. Nuove generazioni di musicisti che stanno iniziando a volare, venendo fuori prepotentemente, come un grande esercito e in maniera sempre più frequente. Si tratta di giovani che intendono dire fermamente la loro e/o dare, in maniera decisa, un senso del tutto ‘personale’ a quelle che sono, ad esempio, le scale convenzionali, gli interplay e le armonie… rifare il look (senza stravolgerlo, per carità) a quello che è il jazz che diventa una sorte di compromesso tra il contemporary e il crossover. Musica che cambia in qualche sfumatura, che si ciba anche delle diverse influenze anche etniche e che riescono, in un primo momento anche trarti in quel dolce inganno … ma che alla fine sono restano sempre negli standard e modalità a sfumature jazz. Una nobile serie di note e dissonanze che ti fanno capire come riesce a mutare nei particolari quel jazz che evolve, pur restando lo stesso.
Eugenia Canale è una geniale pianista che si esprime in maniera estremamente magistrale ‘seminando’ il suo dono e trasmettendo grandi emozioni. La sua modalità di fare jazz, ad esempio, si adatterebbe moltissimo alla musica da film. Davvero tanta roba! Eugenia Canale oltre a caratterizzarsi per la sua enorme, innata classe ed eleganza, la si riconosce anche per un altro tratto distintivo che è la capacità di riuscire a tenerti lì fermo, bloccato accanto al suo lavoro discografico che rivela il suo modo particolare di correre sui tasti del suo dolce e nobile strumento.
Con questo album la discografia della Canale raggiunge quota tre: il primo lavoro (‘Bolinhas’), è realizzato in autoproduzione, e suonato in trio insieme a Davide Martini e Gabriele Pascale. Segue ancora un’autoproduzione (‘Plus’) suonato ancora in trio insieme a Davide Buratti e Gabriele Pascale. Entrambi i dischi sono costruiti su musiche originali composte dalla pianista lombarda. Il suo terzo lavoro si rivela quale ‘svolta discografica e musicale’ dell’artista magentina e il prodotto, oltre ad essere disponibile su tutte le piattaforme streaming, è anche negli stores dove troverete anche la copia fisica. In questo project, come sempre ‘targato’ Eugenia Canale, la giovane pianista, compositrice e arrangiatrice ed autrice di tutto il disegno artistico/musicale, viene affiancata da tre grandi nomi della scena jazzistica nazionale. Professionisti di spessore hanno collaborato alla realizzazione del cd: Max De Aloe (armonica, fisarmonica nei brani ‘Luis’ e ‘Chiquinha’), Riccardo Fioravanti (contrabbasso, basso elettrico in ‘Risvegli’ e ‘Sunday Steps’) e Marco Castiglioni (batteria).
Un prodotto che ho ascoltato e che mi ha letteralmente folgorato; un mood elegante a tal punto da restare incollato al suo sound per diverso tempo. Il lavoro della Canale riscuoterà moltissimi plausi tra gli appassionati. Disco che non dovrebbe mancare tra la raccolta di un intenditore. Eugenia Canale, elegante pianista dal un tocco delicato e mai invasivo è una musicista che si colloca definitivamente fra quegli artisti definiti ‘talenti del jazz italiano’, un jazz d’élite. Musicista che si caratterizza anche per la sua continua ricerca oltre che essere ispirata dalle composizioni dell’immenso Bill Evans.
Eugenia, come nasce il tuo ‘Risvegli’? Descrivi cosa ti ha portato alla realizzazione di questo splendido lavoro.
Ho voluto riprendere in mano alcuni dei brani che ho scritto e a cui sono più legata, cercando di valorizzarne la cantabilità e le caratteristiche melodiche; così li ho ripensati per questa formazione in quartetto, dove l’armonica e la fisarmonica di Max De Aloe cantano questi temi, mettendone in rilievo il lirismo che li caratterizza. Oltre a Max ho voluto coinvolgere in questo progetto altri due musicisti incredibili della scena italiana contemporanea: Riccardo Fioravanti e Marco Castiglioni, che insieme costituiscono e garantiscono una ritmica straordinaria. Tutti loro hanno accolto questo mio progetto con grande entusiasmo e dopo pochissimo tempo avevamo già voglia di entrare in studio, così abbiamo registrato il disco a novembre 2022. Ho voluto intitolarlo ‘Risvegli’ come uno dei brani contenuti, quello d’apertura, perchè è stato proprio come aver risvegliato la mia musica e averle dato una nuova luce.
In questo album vi sono diverse influenze. Come lo definiresti: appartenente al contemporary jazz o al crossover?
Cerco di dare una definizione a questo lavoro solo se esplicitamente mi si chiede di farlo, quindi per rispondere alla tua domanda credo che sia riconducibile all’area del jazz contemporaneo, essendo l’elemento jazzistico (a volte l’armonia, a volte il groove o il ritmo) presente in tutti i brani del disco. Certo, come dici tu, non c’è solamente jazz ma vi è anche tanto altro, come il tango argentino, lo choro brasiliano (Lo Choro è un termine portoghese che significa lamento o pianto, popolarmente chiamato chorinho, è la struttura portante della musica strumentale tradizionale brasiliana, nda), l’Africa, il Mediterraneo, ma anche la presenza nel quartetto dei musicisti che mi affiancano rende sicuramente molto jazz il sound generale di ‘Risvegli’.