Giovani senza Dio e in compagnia del nulla e della disperazione

Le semplicistiche proclamazioni di ateismo di molti ragazzi lasciano davvero inquieti: essi non cercano né la divinità né valori costruttivi, sempre più rapiti da proposte pubblicitarie che ne deprimono l'esistenza

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Quando sento un giovane affermare che è ateo, il primo pensiero che mi viene in mente è quello di prendere atto che un altro giovane ha venduto il cervello all’ ammasso.
Gli uomini preistorici avevano chiara la convinzione che il mondo fosse governato da una forza enorme e immanente, davanti alla quale nulla era possibile. Oggi i giovani, negando l’ esistenza di Dio, peraltro senza articolare alcun pensiero critico ma aderendo a una moda che essi considerano emancipante, compiono una grave offesa alla loro intelligenza. L’ intelligenza va utilizzata, non va messa in naftalina, come fanno in tanti. Si può anche non credere, ma con turbamenti e riflessioni che inducono alla ricerca e che escludono, se autentici, proclami e affermazioni livorose. Tra l’altro, i  giovani riempiono la loro vita di cose inutili, di porcherie, vivono curvati su un presente che offre loro soltanto beni di consumo. Non guardano mai il cielo né, sul cielo, articolano il pensiero dubbioso che è già una forma di fede, perlomeno in nuce. I maschi perseguono un fisico atletico e muscoloso e qui si fermano. Le ragazze e le donne tendono a pavoneggiarsi, preoccupate, solamente, di dare vita a un corpo sinuoso e magro, perché devono mettere in mostra le bellezze, talora in modo volgare, del proprio corpo-oggetto. E più si denudano più si sentono realizzate. Una generazione senza passioni, se non quelle volgari e vuote imposte dai media e soprattutto dalla pubblicità, le vere “divinità” del nostro tempo avaro di valori e di sentimenti. Una generazione senza mordente, senza spirito di iniziativa, incapace di assumersi delle responsabilità. Una generazione che ricerca e trova il divertimento vuoto e senza senso in tik tok e in altre offerte che spopolano sui social.
Cari giovani, ritornate a orientarvi nella selva di opportunità che la vita, ogni giorno, vi dona, riferitevi a qualcuno che dia senso e valore alla vostra esistenza. Mi piace fare riferimento al giovane del Vangelo che manifesta a Cristo il suo grande bisogno di senso e di felicità. Cristo gli indica di mettere ordine nella vita praticando i 10 comandamenti. Il giovane confessa che è già impegnato in questo percorso difficile e felice. Gesù alza l’ asticella: se vuoi la vita eterna, se vuoi aprire la tua vita a Dio, se vuoi veramente la felicità, lascia tutto e seguimi. Siccome aveva molti beni, ha girato i tacchi ed è tornato a casa sua. Questo giovane non ha la forza di fare una scelta grande e impegnativa, ma almeno si è impegnato per cercare la verità. E vorrei concludere con un verso di Dante Alighieri: “Fatti non foste per vivere come bruti , ma per seguir virtude e conoscenza”. Buon cammino
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