Ghosting: l’arrogante non comunicazione

Fattori sociali, culturali, semplice inadeguatezza o scostumatezza: sono in aumento coloro che decidono di sparire dalla vita, umana o professionale, di una persona senza lasciare traccia. Ma anche questo comunica...

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Fino a qualche giorno prima immaginavamo di sapere quasi tutto di quella persona; certo ultimamente c’era un certo sentore che qualcosa non andasse con il nostro amico/a o collega: qualche balla campata in aria, qualche scusa inutile, qualche chiarimento evitato. Fuori di dubbio che ci fosse qualcosa di strano, ma mai avremmo immaginato ciò che sarebbe accaduto: eravamo da troppo tempo insieme, collaborazioni serie, qualche successo condiviso, addirittura un’amicizia che sembrava solida “siamo amici…siamo una squadra!” diceva lui/lei: poi tutto d’un colpo il vuoto.

Si rimane delusi non tanto dai mancati futuri affari e collaborazioni, ma proprio dal fatto in sé; e quegli scenari dubbi, indefiniti e per certi versi nebulosi -che pure vedevamo negli ultimi tempi e che facevano da sfondo a quella persona a noi cara- cominciano ad essere letti e interpretati in una maniera diversa e diventano chiari prodromi di quell’improvviso buio, un vuoto gremito di silenzio.

Ed ecco servita la non comunicazione assoluta, il Ghosting: l’aspirante fantasma non risponde più al telefono, non visualizza i messaggi sulla chat, non replica alle mail ed invita familiari e conoscenti ad evitare di entrare in contatto con noi e comunque di dare informazioni su di lui/lei: si è trasformato/a in un cinico ectoplasma come se non fosse mai apparso nella nostra vita.

Che cos’è il “Ghosting”? È un neologismo (ma non troppo) inglese intraducibile in italiano, si dovrebbe rendere con scomparso, svanito, evaporato… perché la traduzione letterale “fantasmando” non significherebbe nulla: si intende il dileguamento repentino e senza appello di qualcuno che con voi aveva un rapporto profondo, intenso, magari longevo e decisamente significativo. Un distacco messo in atto scientemente, con freddezza e nell’intento di rompere con un taglio netto e insanabile, la relazione che aveva con voi. Accade soprattutto sul lavoro, ma avviene anche nell’ambito dell’amicizia o -peggio ancora- dell’amore e capita molto più spesso di quanto non s’immagini e coloro che si danno alla macchia sembrano essere assolutamente insensibili circa l’effetto prodotto su chi ha dovuto subire la loro scelta; in genere sono recidivi la rifanno volentieri, dimostrando così di tenere solo a sé stessi e alle proprie personali necessità.

Essendo un evento di cui sono stato vittima un paio di volte nella mia vita, ho cercato se ci fossero studi al proposito; ho trovato diversi scritti in inglese ma anche in italiano, come quelli profondi di Michela Marzano ma anche di Giorgia Tozzi e Cristina Dell’Acqua, tutti del 2022 -recentissimi quindi- il che sta significare che è un fenomeno che in questo nuovo millennio, dove niente è come prima, comincia ad essere sentito.

Di certo dire che uno/a che rompe ogni rapporto senza alcun motivo apparente sia un/a maleducato/a, è riduttivo perché pare che a monte ci sia molto di più: Giancarlo Di Maggio, cofondatore del Centro di terapia metacognitiva interpersonale di Roma, psichiatra e psicoanalista, è del parere che “di fondo ci sia un’incapacità di avere affetti stabili unita ad un’inabilità ad affrontare le conseguenze morali di una azione andata male”… insomma una è fuga da una figuraccia, causata da bugie protratte nel tempo o di promesse che non possono essere mantenute per l’infondatezza o la caducità delle stesse; per cui chi taglia i ponti trova più utile chiudere le porte e voltare pagina che essere sinceri perché il ghosting rappresenta per lui/lei l’unica soluzione.
Tutto questo dal punto di vista personale.

Ci sono però anche cause sociali; dal punto di vista sociologico il ghosting può essere analizzato come un fenomeno complesso influenzato da diversi fattori sociali e culturali, come:

  • Tecnologia e Comunicazione Digitale: L’avvento delle tecnologie digitali e dei social media ha reso la comunicazione allo stesso tempo più superficiale e più immediata, ma ha anche creato nuove forme di distacco. La facilità con cui è possibile ignorare messaggi o cancellare contatti online ha reso il ghosting digitale una pratica accessibile per una minore responsabilità nei confronti di relazioni virtuali rispetto a quelle reali.
  • Individualismo: La società moderna spesso enfatizza l’individualismo e l’autonomia. Questo può portare –specie i nuovi ricchi– a concentrarsi maggiormente sui propri bisogni e desideri attuabili con i denari, a discapito delle relazioni interpersonali. Il ghosting probabilmente riflette questa tendenza ad avere mille conoscenze e nessun vero amico e quindi all’isolamento dal punto di vista umano.
  • Pressioni Sociali e Culturali: Le pressioni sociali e culturali possono spingere le persone a comportarsi in modi specifici. Ad esempio, l’idea che sia accettabile ghostare potrebbe diffondersi come norma sociale in determinati contesti.
    Cambiamenti nell’Etica delle Relazioni: L’etica delle relazioni sta subendo cambiamenti nella società moderna. Il concetto di “fuga” da una situazione o da una relazione che si è complicata per propria colpa sta diventando più accettabile per alcune persone.
  • Paura del Confronto: La società contemporanea spinge spesso le persone a evitare il confronto diretto e i conflitti. La paura di spiegare o chiarire può portare le persone a preferire il ghosting, che offre una via di fuga senza confronto diretto.

Ma al di là di voler essere brave persone e comprendere tutti i fattori personali e le dinamiche sociali che hanno portato una persona -che credevamo amica- ad escluderci dalla sua vita… ma chi il ghosting lo subisce, cosa deve fare? Al proposito la psicologia fornisce cumuli di consigli per affrontare questa delusione umana.

Io ne do uno solo: contro tale specie di individui l’unica difesa è fregarsene ed allontanare dalla propria vita questi maleducati buzzurri: perché subire anche dal punto di vista interiore questa insolente arroganza?

Carlo De Sio

Laurea in Scienze Politiche ed Economiche, Master in Psicologia sociale e P.R, ha lavorato nella Comunicazione d’impresa e nelle Relazioni Pubbliche per oltre 40 anni; dal 2015 è impegnato in attività di Lobbying indipendente in Italia e all’estero. Ha fatto parte dei direttivi di Organismi nazionali quali ACPI-Milano, FERPI-Milano e Confindustria. E’ iscritto all’Ordine dei Giornalisti dal 1999

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