Comunicare un illecito: il whistleblowing

Trasparenza o delazione? La pratica ha portato alla luce scandali di portata globale, come la corruzione in ambito finanziario o gli abusi nei confronti dell’ambiente.

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Whistleblowing: novità di questo periodo, avrete notato quante pubblicità in giro sul web per vendita di app e consulenze al proposito. Dovrebbe significare soffiare nel fischietto e si rifà un po’ all’immagine di un poliziotto che fischia per fermare un’azione illegale; è una parola difficile per noi italiani, ma si è preferito usare questo inglesismo per evitare l’uso di un brutale “soffiata, spiata, delazione”.

È una segnalazione di illecito, un fenomeno che si sta diffondendo sempre di più nel contesto sociale e aziendale. Esso rappresenta un’opportunità fondamentale per denunciare atti illeciti, corruzione o abusi di potere all’interno di un’organizzazione. Tuttavia, questo atto coraggioso porta con sé sia opportunità che pericoli, ed è essenziale esaminarlo in modo approfondito.

Da un lato, il whistleblowing offre l’opportunità di promuovere trasparenza e accountability (altro inglesismo per responsabilizzazione), incentivando una cultura aziendale basata sull’integrità e sull’etica. Le segnalazioni di informatori possono portare riforme significative all’interno di un’organizzazione, migliorando pratiche aziendali e prevenendo futuri abusi.

D’altra parte, la segnalazione di irregolarità può essere pericolosa per coloro che decidono di segnalare atti illeciti. Gli informatori -o soffioni, come vengono etichettati- rischiano spesso di subire ritorsioni da parte dei datori di lavoro ed anche soggetti a intimidazioni e minacce, mettendo a rischio anche la sicurezza personale… in quest’ultimo ventennio gli strani suicidi di David Rossi (Monte Paschi) e di altri legati ad aziende importanti… hanno lasciato molto perplessi amici e familiari.

Per tale ragione è importante che le organizzazioni creino canali di segnalazione sicuri e anonimi per incoraggiare il denunciante responsabile. Inoltre, devono essere implementate leggi e politiche di protezione per i informatori, al fine di garantire che essi non subiscano conseguenze negative per aver denunciato atti illeciti.

In molti casi, il whistleblowing -che più realisticamente si rifà all’immagine di uno che riferisce un fatto illegittimo e ignoto all’orecchio di chi può perseguire la situazione illecita- ha portato alla luce scandali di portata globale, come la corruzione in ambito finanziario o gli abusi nei confronti dell’ambiente. Questi episodi dimostrano il potenziale impatto positivo delle segnalazioni di informatori sulla società nel suo complesso, per capirci proprio ciò che -nei mesi passati- una gola profonda interna ha fatto segnalando le magagne finanziarie e fiscali che Chiara Ferragni ha utilizzato con le aziende di cui era “consulente”.

Tuttavia, è fondamentale anche considerare l’etica del whistleblowing. Le segnalazioni devono essere fatte in buona fede, sulla base di prove concrete e nell’interesse del bene pubblico, evitando così abusi o segnalazioni di ripicca che potrebbero danneggiare ingiustamente individui ed organizzazioni… le fake news fanno danni ed il whistleblowing può rappresentare un’arma a doppio taglio: da un lato, offre un’opportunità vitale per promuovere trasparenza e accountability, ma dall’altro porta con sé rischi significativi per coloro che vengono falsamente segnalati per atti illeciti.

È quindi essenziale bilanciare attentamente queste opportunità e pericoli, garantendo al contempo la protezione per gli informatori e garanzie legali per chi va sotto la lente dell’Autorità.

Ma dal punto di vista morale, il whistleblowing è legittimo?

Sicuramente tale tipo di delazione può essere giustificata moralmente se le informazioni divulgate sono di interesse generale e la divulgazione è l’unico modo per prevenire danni gravi o ingiustizie. In questi casi, il whistleblowing può essere considerato addirittura un atto di coraggio civico e responsabilità sociale: è tale punto di vista che (finalmente) dopo anni di ovvie resistenze a livello governativo è stato introdotto in via ufficiale con la Legge n. 179 del 30 novembre 2017, (Legge Gelli-Bianco) intitolata “Disposizioni per la tutela dei whistleblower”, si è poi recepita la Direttiva europea 2019/1937, rafforzando la tutela dei cittadini che segnalano reati o irregolarità all’interno di enti pubblici o privati e definendo l’ambito di applicazione, i canali di segnalazione, le tutele per chi denuncia in segreto e la protezione da ritorsioni per questi.

Quasi sempre non se ne ha un riscontro mediatico, invece sono stati diversi i casi di corruzione svelati in Italia con il Whistleblowing, cioè con segnalazioni che vengono dall’interno di aziende:

Caso Mose: Nel 2014, ha portato all’arresto di diverse persone, inclusi funzionari pubblici e imprenditori, accusati di corruzione legata ai contratti per la sua realizzazione.

Caso Consip: Nel 2017, il caso ha scosso l’Italia quando un funzionario pubblico, Sergio De Caprio (alias “Caporalato”), ha denunciato presunte irregolarità all’interno dell’Agenzia. Le accuse includevano frodi nelle gare d’appalto pubbliche.

Caso TAV: Il progetto della TAV (Treno Alta Velocità) è stato oggetto di controversie e denunce di corruzione. Alcuni whistleblower hanno segnalato presunte collusioni tra politici, imprenditori e funzionari pubblici riguardo ai contratti e alle autorizzazioni per la sua realizzazione

Caso Telecom Italia: Nel 2006, un ex dirigente di Telecom Italia ha denunciato attività di spionaggio illegale condotte dall’azienda, coinvolgendo politici, giornalisti e altri personaggi pubblici. Questa denuncia ha portato a indagini giudiziarie e procedimenti legali.
…ma sono solo alcuni.

Carlo De Sio

Laurea in Scienze Politiche ed Economiche, Master in Psicologia sociale e P.R, ha lavorato nella Comunicazione d’impresa e nelle Relazioni Pubbliche per oltre 40 anni; dal 2015 è impegnato in attività di Lobbying indipendente in Italia e all’estero. Ha fatto parte dei direttivi di Organismi nazionali quali ACPI-Milano, FERPI-Milano e Confindustria. E’ iscritto all’Ordine dei Giornalisti dal 1999

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