Ci sarebbe molto da scrivere su questo libro che non ha niente di “melodioso” e niente di approssimato, ma solo un Niente da interrogare
Una scrittura di una musicalità ossessiva e riflessiva degna di un maestro, che invita il lettore a uno stato d’incantamento perché non solo leggiamo le vicende dei protagonisti, ma leggiamo noi stessi presi da un senso claustrofobico che non ci permette una
La lettura esige un distacco, che è qualcosa di più di un coinvolgimento, è intuizione, enigma suggerito dalla follia stessa del linguaggio e dalla disinvoltura della parola “poetica”
Gli episodi che compongono questo libro, curato da Elisabetta Zevi e tradotto da Silvia Pareschi, furono pubblicati sul Forverts, quotidiano yiddish di New York, e raccolti in volume nel 1956. Con questo volume, Adelphi continua la pubblicazione dell’opera di Singer (1904-1991) insignito