Quando si fa riferimento ai movimenti sottoculturali, la prima cosa che si pensa è che essi si siano appiattiti – anche attraverso il digitale – fino quasi a scomparire del tutto. In realtà le sottoculture hanno solo cambiato forma, aspetto e modo di comunicare la propria essenza. Se il punk, in particolare, fin dalla sua nascita è stato molto potente nella forma, oltre che nel contenuto, è sempre stato particolarmente riconoscibile, oggi questa riconoscibilità viene meno ma questo non rappresenta necessariamente una perdita. Piuttosto, evolvendosi nei decenni e attraverso le trasformazioni sociali e culturali, è passato dall’essere qualcosa che prescinde l’elemento visivo e sonoro. Oggi il punk non è solo musica, ma un’attitudine che resiste in nicchie creative, collettivi artistici, movimenti DIY (Do It Yourself) e lotte sociali. I temi di antiautoritarismo, critica al consumismo e rifiuto delle norme imposte sono ancora centrali, ma si esprimono spesso attraverso nuove forme: dalla moda sostenibile al punk digitale, dai concerti underground alle proteste di strada. Anche se meno visibile nel mainstream, il punk rimane una voce controcorrente, capace di adattarsi e resistere al tempo. Ma che cosa rimane oggi di quei movimenti punk e poi post punk nati a partire dagli anni Settanta tra Stati Uniti e Regno Unito che si sono poi diffusi in tutto il mondo?
Si proverà a raccontare la preziosa eredità lasciata dal punk alle nuove generazioni, presso l’Università degli Studi di Salerno, durante la seconda edizione del convegno internazionale “Feeling/No Feelings. Per una fenomenologia del punk e post punk” che si terrà il 6, 7 e 8 maggio 2025 tra ateneo e città di Salerno. Tre giorni completamente dedicati alle riflessioni e alle suggestioni dedicate alla sottocultura punk che verrà esplorata attraverso diversi approcci e punti di vista: dal cinema alla musica, dalla televisione ai consumi, dalla politica ai movimenti femministi, dalla poesia al corpo.
Il convegno avrà inizio nel pomeriggio di martedì 6 maggio con i primi panel, continuerà per l’intera giornata di mercoledì 7 maggio e si concluderà nella mattinata di giovedì 8 maggio con una lectio finale dello scrittore Irvine Welsh, attesissimo ospite di questa seconda edizione. Inoltre, Welsh incontrerà i lettori mercoledì sera alle 19.30 a Palazzo Fruscione, a Salerno, nell’ambito della rassegna Racconti del Contemporaneo, e terrà un DJ-set presso la chiesa de iMorticelli a Salerno giovedì sera, a partire dalle 21.30.
Sotto la sapiente direzione scientifica di Alfonso Amendola, docente di Sociologia dei processi culturali e comunicativi al Disa-Mis, Linda Barone, docente di Lingua inglese al Dipsum e Giorgio Sica, docente di Letterature comparate al Dipsum dell’Università degli Studi di Salerno, il convegno è già un punto di riferimento per gli studiosi internazionali di punk studies.
«Siamo orgogliosi di questa seconda edizione del nostro convegno dedicato ai Punk Studies – ha dichiarato il prof. Amendola – Un convegno molto atteso e non solo dalla comunità accademica ma anche dai tanti appassionati del genere. Quest’anno le partecipazioni sono eccezionali e la risposta dei partecipanti è stata superiore ad ogni aspettativa. Siamo entrati in un circuito internazionale di studi (Punk Scholars) e abbiamo deciso che il nostro convegno avrà cadenza biennale. Mentre già siamo a lavoro per il volume che raccoglierà gli interventi di quest’anno».
Un evento che si pone l’obiettivo di mantenere vivo il dialogo tra università e territorio, tra sapere scientifico e divulgazione, tra accademia e giovani studiosi.
«Dopo il successo della prima edizione, torna Feeling/No Feelings, il convegno internazionale dedicato all’universo del punk e del post-punk. Tre giornate intense di interventi e incontri d’autore per analizzare derive culturali, estetiche e linguistiche. Un programma ricchissimo che vedrà la partecipazione di studiosi da tutta Italia e un ospite internazionale d’eccezione, lo scrittore Irvine Welsh – autore culto di Trainspotting – che incontrerà i lettori a Palazzo Fruscione il 7 maggio e si esibirà in un DJ set presso la Chiesa dei Morticelli l’8 maggio. Feeling/No Feelings si inserisce in un percorso rigoroso di ricerca e di divulgazione culturale nato dalla collaborazione tra me e Alfonso Amendola che ha preso avvio nel 2014 e che ha portato all’organizzazione di diversi convegni internazionali e alla realizzazione di ben quattro volumi. “In principio era Bowie, e Bowie era presso Dio e Bowie era Dio” (Se si consulta l’Urban Dictionary, infatti, si legge: DAVID BOWIE: GOD). Nel 2014 abbiamo iniziato questa lunga collaborazione (sostenuta da un’amicizia trentennale) con un convegno dedicato, appunto, a David Bowie e, a questo primo appuntamento, sono seguiti convegni su Edgar Allan Poe, sulla serialità televisiva, poi la prima edizione di Feeling / No Feelings e una giornata di studio sui Joy Division, tappe fondamentali di un cammino di approfondimento critico in prospettiva multidisciplinare che ha l’obiettivo di delineare nuove traiettorie interpretative sulle connessioni tra suono, visione, società, immaginario, linguaggi e mutamenti culturali. Feeling/No Feelings nasce proprio da questo humus di esperienze condivise e si propone oggi come un laboratorio aperto di analisi critica, capace di interrogare il punk e il post-punk non soltanto come generi musicali, ma come (ri)elaborazione di nuove sensibilità collettive. Il convegno vuole anche essere un’occasione preziosa per avvicinare gli studenti a un universo culturale che, pur avendo inciso profondamente sulla storia artistica, sociale e linguistica degli ultimi decenni, appartiene a epoche che loro non hanno vissuto direttamente e che spesso conoscono solo in modo superficiale. Attraverso gli interventi in programma, intendiamo offrire strumenti critici per comprendere meglio fenomeni che hanno contribuito a trasformare sensibilità, linguaggi e immaginari collettivi, e che costituiscono un tassello fondamentale nella formazione di chi studia, come è il caso dei miei studenti, le lingue e le culture straniere».
Di particolare pregio la presenza dell’autore di Trainspotting (1993), Irvine Welsh che porterà una testimonianza straordinaria di quella che era la Londra di fine anni ‘70, dove tutto è nato.
«Sono particolarmente orgoglioso di aver organizzato questo convegno insieme ai colleghi e amici Linda e Alfonso, che ringrazio per avermi coinvolto – ha sottolineato il prof. Sica – Il punk è, innanzitutto, dissidenza, rifiuto dell’ordine costituito, negazione dell’ipocrisia del decoro. Avere modo di discuterne all’università con studiosi di caratura internazionale, coinvolgere gli studenti nel racconto di un fenomeno che continua a essere vivo e affascinante a distanza di cinquant’anni e’ un privilegio per tutti noi, soprattutto in un momento storico come questo, in cui la libertà di espressione è sempre più messa in discussione. Come è un privilegio avere la possibilità di ospitare di nuovo a Salerno un mito come Irvine Welsh. Per qualche giorno Salerno sarà davvero una città europea, e spero che questo sia solo l’inizio».
Un evento che si inserisce perfettamente in quella salvifica e necessaria idea di “liberare” i saperi scientifici dalle aule universitarie per permettergli di “invadere” i territorio, mettere in relazione persone e generazioni, creare valore e rendere l’università una realtà di tutti e per tutti.