Il Cilento è un’area territoriale in provincia di Salerno, ricco di storia, natura e tradizioni, conserva la magia di buona parte dei Sud del mondo. Delimitato dalla catena del monti Alburni a nord e dal Vallo di Diano a est, mentre la costa si estende dal Golfo di Salerno al Golfo di Policastro, il Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano – istituito nel 1991 – racchiude 80 Comuni e 8 Comunità montane. Patrimonio Unesco dal 1998 per i siti archeologici di Paestum, Velia e la meravigliosa Certosa di Padula, dal 1997 è riserva della biosfera come “geoparco”, grazie alle geodiversità territoriali.
Il Cilento nei millenni ha ispirato poeti e cantori. Luogo della mitologia legato al canto delle sirene di Ulisse, che la leggenda narra si diffondesse dall’isoletta di Licosa – a nord di Castellabate – e al mito di Palinuro, il nocchiero di Enea barbaramente ucciso dagli abitanti del luogo da cui origina il nome del promontorio roccioso, sede del faro tra i più imponenti d’Italia: Capo Palinuro. I greci e i siberiti fondarono Posidonia, l’attuale Paestum, in onore di Poseidone; mentre ad Elea (Velia di Ascea) Parmenide fondò la Scuola Eleatica di filosofia metafisica e germogliarono i primi semi della Scuola medica salernitana, base della medicina occidentale. E sempre in Cilento, nella metà degli anni ’70, dagli studi di Ancel e Margaret Keys (due scienziati americani) sull’ambiente e le abitudini nutrizionali dei centenari locali, nacque la dieta mediterranea, divenuta Patrimonio immateriale dell’umanità nel novembre del 2010.
La dieta mediterranea non è solo una piramide alimentare, ma uno stile di vita che include l’attività fisica quotidiana, la salvaguardia delle tradizioni e il piacere nella condivisione sociale. Modello nutrizionale rimasto costante nel tempo, che rispetta i territori e le biodiversità, consiste nel consumo di cibi freschi e stagionali, olio extravergine d’oliva, erbe aromatiche, cereali integrali, frutta fresca e secca, legumi, verdure e pesce. Il vino rosso durante i pasti non manca per gli effetti antiossidanti del resveratrolo, utilizzati anche in cosmesi; modeste, invece, sono le dosi settimanali di sale, latte e derivati, carne rossa e insaccati.
Gli studi scientifici, in base al calcolo della carbon footprint – parametro utilizzato per l’emissione dei gas serra – hanno testato che la dieta mediterranea vanta la maggiore sostenibilità per il Pianeta, e l’uso abituale di alimenti a elevato potere antiossidante promuove la scarsa incidenza di patologie cardiovascolari, metaboliche, neuro cognitive e di alcune neoplasie; alta, invece, nelle casistiche dei Paesi in cui la dieta è ricca di grassi saturi, come gli USA e l’Europa settentrionale.
La transizione nutrizionale nei Paesi mediterranei negli ultimi 30 anni, unita allo stress che impone ritmi frenetici e costringe a pasti casuali e frettolosi, per lo più confezionati, ha ridotto il potenziale benefico sia ambientale sia salutare per l’uomo. Da qui la maggiore incidenza di dislipidemie, obesità, ictus e infarti. Pertanto, “Nel mezzo del cammin di nostra vita” (ma anche prima!) sarebbe opportuno orientare la luce del faro o di una semplice lampadina elettrica, sui nostri passi e fermarsi a riflettere sul principio cardine della Scuola medica salernitana: “Mente lieta, vita quieta e moderata dieta”.