Panetta a Palazzo Koch, ma il Corriere non esulta

Sul nuovo governatore, il Corriere ha preso una posizione un po’ fredda in attesa che qualcosa – una crisi, una banca fallita, uno scandalo – ci riscaldi il cuore. Condizionano le simpatie di destra dell'inquilino di Palazzo Koch? Chissà. Tanto alla fine paga sempre il contribuente...

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Per capire chi è il dr. Panetta bisogna prestare attenzione all’editoriale di Federico Fubini sul Corriere della Sera. Il neo governatore di Bankitalia sale in cattedra il giorno di Ognissanti e gode di una vicenda un po’ strana. Fubini ne disegna un profilo interessante, signorile con un curriculum di tutto rispetto ma con un tono basso, tendente all’appiattimento. Il vaticanista di palazzo Koch, tuttavia non riesce a volare, a trasudare emozioni da disseminare ai lettori in trepida attesa delle verità inconfessabili dell’economia vista dal magistero economico di via Nazionale. Sì certo, il debito pubblico, le banche e pure l’euro digitale sono tutti impegni di rilievo ma andrebbero bene per chiunque. Si certo, è esperto di crisi bancarie per averle gestite nell’ultimo decennio (ahimè), giusto un cenno però perchè l’argomento è scivoloso e forse anche divisivo.

I toni trionfalistici che il Corriere ha sempre riservato a Draghi e a Visco, per rimanere al periodo più recente sono invece scomparsi. E lo stesso Fubini non si capacita e non ci capacita. Un elogio ma con il freno a mano tirato.

Il perché è presto detto, memore di quanto Antonio Fazio disse a proposito della nomina dei governatori che dalla legge sulla tutela del risparmio del lontano 2005 (voluta da Giulio Tremonti) in poi aveva acquisito una tinteggiatura più politica e meno tecnica, che si nota di più se il neo governatore non è accasato a sinistra.

In effetti, la nomina di Panetta passa come una nomina voluta dalla destra. Sulla stampa in passato sono circolate molte notizie sulle amicizie imbarazzanti del neo governatore (subito smentite, comunque) e sul suo rifiuto all’incarico di ministro al momento della costituzione del governo Meloni. Se è vero posso capire i motivi del suo diniego, ma resta il fatto che sia sensibile al fascino della destra politica che fa di tutto per attirarlo.

È  vero, non è vero?  Mah, chi lo sa?

Tuttavia, egli viene visto così e la mancanza nell’articolo di Fubini delle trombe dell’apocalisse e degli elogi sperticati per Panetta sono un segno evidente della sua non appartenenza tout court, diciamo così, alla sinistra di centro e alla sinistra sinistra.

Uno stigma che peserà sul suo governatorato, a mio giudizio più di quello che con abilità – di certo non è privo – potrà o non potrà fare. Fatto sta che il Corriere ha preso posizione come raccontato nell’articolo di oggi, un po’ fredda in attesa che qualcosa – una crisi, una banca fallita, uno scandalo – ci riscaldi il cuore. Tanto alla fine paga sempre il contribuente e alla Banca d’Italia sanno come fare con la solidarietà, allora sì, della stampa intera. Molto  rumore sul momento ma poi prevale una visione bipartisan, un silenzio tombale che solo film come quello recente di Antonio Albanese riescono a scardinare e a farci vergognare. Speriamo che il dr. Fabio Panetta, esperto di crisi bancarie come ricorda Fubini, lo veda quanto prima.

Gerardo Coppola

È stato nella carriera direttiva prima e in quella dirigenziale poi di Banca d’Italia, occupandosi delle funzioni istituzionali in campo bancario e finanziario. Oggi è scrittore, saggista e giornalista e segue numerose iniziative a carattere divulgativo e comunicativo. Nel 2017 ha fondato il blog www.economiaefinazaverde.it

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