Le mutazioni antropologiche della Generazione X

Ne fanno parte i nati dal 1965 al 1980, ma la narrazione giornalistica allarga il periodo alla transizione del miracolo economico nei primissimi anni ’60 sino al termine della guerra fredda del 1989, anno del crollo del muro di Berlino che segna la dissoluzione dell’URSS in favore degli Stati indipendenti post sovietici e la consacrazione degli USA come unica grande potenza mondiale. Quanti e quali eventi hanno coinvolto e sconvolto i nati della Generazione x all’alba degli anni ’60? Questo articolo ce li ricorda

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Generazione X, scene da un recente sequel

Generazione x è una locuzione usata per sottolineare il nichilismo dei punk inglesi verso i valori della generazione Baby Boomer dalle “culle piene” nella ripresa economica del secondo dopoguerra. Fanno parte della Generazione x i nati dal 1965 al 1980, ma la narrazione giornalistica allarga il periodo alla transizione del miracolo economico nei primissimi anni ’60 sino al termine della guerra fredda del 1989, anno del crollo del muro di Berlino che segna la dissoluzione dell’URSS in favore degli Stati indipendenti post sovietici e la consacrazione degli USA come unica grande potenza mondiale.

Quanti e quali eventi hanno coinvolto e sconvolto i nati della Generazione x all’alba degli anni ’60?

Il movimento sociale e politico del 1968 che apporta cambiamenti irreversibili nella società, la guerra in Vietnam, il terremoto nel Belice, l’assassinio di Martin Luther King a Memphis e quello di John Kennedy a Dallas. Nella Repubblica italiana si accende l’autunno caldo del 1969 delle lotte sindacali operaie che dà vita allo Statuto dei lavoratori; mentre Yesser Arafat viene eletto portavoce dell’OLP e due anni dopo leader dell’Organizzazione per la liberazione della Palestina. Il 21 luglio 1969 gli astronauti Neil Armstrong e Buzz Aldrin sbarcano sulla Luna a bordo di Apollo 11, e arrivano nelle case le immagini in bianco e nero di un evento straordinario attraverso il tubo catodico. Dal primo dicembre 1970 divorziare è legale. La maggior parte degli italiani esulta. L’ultima epidemia di colera si registra a Napoli nel 1973, anno in cui la crisi energetica legata all’impennata del petrolio per la guerra arabo-israeliana del Kippur, porta in Occidente le gravi conseguenze dell’austerity nella produzione industriale. Nasce nel vocabolario la parola “ecologia”. I precursori della Generazione x applaudono alla Legge sull’aborto 194/78, cui fa seguito la Riforma Basaglia che chiude i manicomi e regolarizza il trattamento sanitario obbligatorio. Quattro giorni dopo piangono l’uccisione di Aldo Moro per mano delle Brigate Rosse, mentre attraversano il tunnel degli “anni di piombo” del terrorismo neofascista contrapposto a quello di matrice marxista-leninista. Al terrore politico si sommano le stragi di mafia: all’ombra dello slogan “Palermo come Beirut”, il 6 gennaio 1980 Cosa Nostra uccide Piersanti Mattarella, Presidente della Regione Sicilia, e il 2 agosto dello stesso anno si consuma la strage di Bologna (85 i morti e 200 i feriti). Gli anni ’80 sono il decennio del disastro di Cernobyl, dello scandalo siglato P2. Il 23 novembre del 1980, il terremoto in Irpinia cancella interi paesi, uccide 2.914 persone, ne ferisce 8.848 e lascia all’addiaccio oltre 200.000 sfollati.

Intanto, avanzano le Tv commerciali e l’informatica. L’Italia entra in Rete il 30 aprile 1986. Cambiano le comunicazioni, gli usi e i costumi. Il primo telefono cellulare lanciato da Telecom Italia è un Motorola. Addio alla cornetta del telefono fisso, oggetto di arredo sul mobile! Da Manhattan sbarcano gli yuppie, rampanti e griffati lupi di Wall Street. L’icona di stile italiano è Gianni Agnelli: colletto della camicia button down e Rolex Daytona sopra il polsino. Il paninaro è il cugino giovane dello yuppie. Jeans, Ray ban e bomber, fa suo l’edonismo e il consumismo, in antitesi netta con l’eskimo e gli ideologismi esasperati degli anni ’70.

Chi ha attraversato in lunghezza la Generazione x, da Calimero fino ad abbracciare i Simpson, trattiene in corpo mutazioni antropologiche a rischio di metamorfosi kafkiana. Da uomo a insetto. Ma guarda con orgoglio e nostalgia il suo passato. E come suggerisce Kafka, “lascia dormire il futuro, giacché se lo sveglia prima del tempo ottiene un presente assonnato.”

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