Le “Confluenze” di Mimmo Malandra

Il nuovo disco del sassofonista è un viaggio musicale che si snoda tra generi e linguaggi differenti, con l’obiettivo di creare un connubio armonioso tra la musica classica e la musica moderna

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Stavolta ci interessiamo del sassofonista Mimmo Malandra e il suo quartet, una band standard che è formata dallo stesso Malandra (sassofoni), Nicola Di Camillo (contrabbasso e basso elettrico), Angelo Trabucco (piano) e Bruno Marcozzi (batteria e percussioni). L’album, interessantissimo, che il 4tet propone è ‘Confluenze’. Il progetto nesce in seguito all’omonimo lavoro discografico del sassofonista Mimmo Malandra realizzato con la partecipazione di ospiti internazionali di grandissimo rilievo. Hanno preso parte dunque, alle registrazioni, il vibrafonista, compositore e produttore discografico Mike Mainieri, (famoso musicista statunitense e di origini italiane conosciuto soprattutto per la sua attività con il famosissimo gruppo degli Steps Ahead. Mainieri è stato uno dei primi musicisti a introdurre e utilizzare il vibrafono elettrico, detto anche ‘synth-vibe’.)’ Il fisarmonicista, compositore, pianista Gil Goldstein (che negli anni Ottanta entra nell’ensemble di Gil Evans svolge, inoltre, lavori di arrangiamento per Juliette Greco e Abbey Lincoln e collaborando, tra gli altri, con Paul Simon, Bobby McFerrin e i grandiosi Manhattan Transfer. Nel 1991 si esibisce con l’eccelso simbolo del jazz. ovvero Miles Davis. al ‘Montreaux Festival’. Allen Hinds. Allen Hinds, chitarrista americano che ha registrato e suonato, tra molti altri, con Natalie Cole, Bebe&CeCe Winans (duo formato da fratelli di musica gospel e R&B americana), The Crusaders, Hiroshima, Roberta Flack, Randy Crowford, Eric Marienthal e Gino Vannelli.

Mimmo Malandra è un sassofonista, ricercatore di tecniche innovative e sperimentatore di nuovi linguaggi musicali. Si dedica alla diffusione della musica italiana e contemporanea per sassofono, passione che lo ha portato a collaborare con alcuni dei maggiori compositori contemporanei quali: Ennio Morricone, Luis Bacalov, Giovanni Sollima, Marco Betta, Nicola Piovani, Marco Tutino, Sergio Rendine, Lorenzo Ferrero, Giovanni D’Aquila e Cecilia Chailly, che hanno scritto per lui prime assolute per sassofono contenute nel lavoro discografico ‘Novosax Great Composers for Mimmo’ disco prodotto dalla ‘Sterling Records’ di Stoccolma. Ma questo, per il Malandra è stato proprio un bel colpo. Non è da tutti collaborare con nomi del genere! Si ma questo cosa significa? Semplicemente che il ragazzo ha stoffa da vendere! Stringe legami d’amicizia con il compianto Ennio Morricone (andato via a il 6 luglio 2020 a Roma) e va avanti a testa bassa.

Malandra si laurea in sassofono al Conservatorio di Musica ‘Luisa D’Annunzio’ di Pescara e in Musica da Camera e Sassofono Jazz al Conservatorio ‘G. Braga’ con menzione. Si è poi perfezionato attraverso corsi con i maggiori maestri della scuola francese e masterclass con docenti internazionali di rilievo. Insomma Malandra mette insieme musica classica, jazz, teatro e quanto più possa entrarvi. Le partecipazioni di Malandra con altri artisti spaziano tra generi musicali diversi che vanno dal genere classico a quello moderno. Tra i sassofonisti con cui ha realizzato collaborazioni vi sono infatti: Andy Farber di New York, il francese Serge Bertocchi, Hans de Jong, Sara Markham, Levente Puskàs, Nino Dimov, Yiannis Miralis. Altri artisti sono: il brasiliano Emanuel Dimas de Melo Pimenta, la violinista francese Matilde Lauridone, il clarinettista Calogero Palermo e molti altri.

Le collaborazioni di Malandra

Molte sono le sue collaborazioni che attraversano stili e caratteristiche musicali diverse: da quelle con i compositori Antonello Neri e Stefano Taglietti, a quelle con artisti di musica leggera e rock-progressive come il cantante Red Canzian, Andrea Bocelli o Franz Di Cioccio e Patrick Djivas della PFM (Premiata Forneria Marconi) e, nell’ambito della musica etnica, con il musicista ed etnomusicologo Ambrogio Sparagna. Tra i tanti riconoscimenti ricevuti in concorsi nazionali ed internazionali di musica classica e contemporanea vi è il Premio ‘Rotary Club’ per giovani musicisti di talento (International Rotary Club Young Musician) ricevuto per un lavoro discografico realizzato appena dopo il diploma in sassofono. Grazie alla sua continua ricerca e allo studio dei tanti linguaggi musicali attraverso i quali il sassofono riesce ad esprimere le sue molteplici possibilità espressive, il musicista è dedicatario di molte composizioni scritte da penne diverse, delle quali ha presentato la prima mondiale. Malandra ama definire queste penne come “pennelli dell’immensa tavolozza dei colori della musica”.

Mimmo, ma come nasce la passione per il jazz?

La passione per il jazz nasce dall’intrinseca ricchezza di questo genere: l’improvvisazione, suo fulcro centrale, incarna quella libertà espressiva che mi affascina da sempre. Esplorare il linguaggio jazzistico mi permette di approfondire la storia e la cultura afroamericana, ampliando la conoscenza di una realtà musicale che storicamente è correlata alla libertà espressa con la creatività. La complessità del jazz, inoltre, rappresenta una ricchezza di elementi, colori, forme, disegni armonici che stimolano la mia crescita ed il senso immaginifico che la musica contiene. In definitiva, il jazz, per me è fonte di ispirazione e conoscenza.

Quale sassofonista ti ha dato più ispirazione e qual è il tuo preferito?

Nasco come sassofonista classico e nel mio percorso accademico ho avuto come riferimenti i maestri della scuola francese da Claude Delangle ad Arno Borkamp con i quali ho approfondito lo studio della tecnica e dell’esecuzione del repertorio classico/contemporaneo per sassofono. Sono cresciuto, però ascoltando anche la musica jazz e la fusion, e Michael Breker è stato in assoluto il sassofonista che più mi ha appassionato. Oltre a lui Eric Marienthal, Jerry Bergonzi, Kenny Garret, poi i più tradizionali come Stan Getz, George Coleman, ma sono tanti, e da tutti loro c’è da prendere, apprendere e lasciarsi ispirare.

Parliamo della collaborazione con il maestro Ennio Morricone

Il maestro Ennio Morricone è stato una guida straordinaria per me. Severo ed esigente, ma, allo stesso tempo, presente e sempre pronto a sostenermi, mi ha trasmesso e fatto percepire il valore di cosa sia la responsabilità esecutiva di un musicista. Interpretare ed eseguire le sue composizioni ha richiesto empatia, ossia la capacità di comprendere appieno il senso espressivo che lui intendeva dare alla sua musica e metterlo in atto attraverso lo strumento. Oltre alla tecnica, quindi, è stato necessario interiorizzare l’intenzione musicale in tutte le sue sfumature per poterle esprimere appieno. Morricone, per me, è stato un Maestro ineguagliabile.

Proviamo a fare una sintesi dell’ultimo lavoro discografico.

Credo che questo album celebri la tradizione del jazz e le sue sfaccettature più moderne con alcuni riferimenti ai contenitori formali cardini della musica classica. Si è trattato, in pratica, di un salutare incontro tra generazioni e linguaggi. ‘Confluenze’ mette dentro un insieme di composizioni che pongono, al centro, le molteplici possibilità sia creative che espressive, proprie del jazz moderno

La tua descrizione di ‘Confluenze’, disco appena uscito.

Il disco rappresenta un viaggio musicale che si snoda tra generi e linguaggi differenti, con l’obiettivo di creare un connubio armonioso tra la musica classica e la musica moderna. Il disco è nato dalla collaborazione del mio Quartetto composto da sassofono alto/soprano, pianoforte, contrabbasso e basso elettrico, batteria, e la partecipazione di tre straordinari musicisti: il chitarrista Allen Hinds, il vibrafonista Mike Mainieri e il fisarmonicista Gil Goldstein. Mike Mainieri è stato una figura fondamentale nella realizzazione di ‘Confluenze’. La sua presenza è andata oltre quella di semplice ospite, diventando quasi un co-produttore artistico. Le sue idee, i suoi consigli e i suoi suggerimenti hanno contribuito in maniera significativa a definire il sound e l’atmosfera dell’intero disco. L’idea di ‘Confluenze’ è quella di valorizzare le caratteristiche di generi musicali diversi, senza snaturarne l’identità. Accenni alla tradizione classica vengono inseriti all’interno di una scrittura che abbraccia linguaggi diversi, dando vita ad un sound moderno e ricco di sfumature. L’obiettivo è quello di mettere in luce la duttilità del sassofono, delle sue potenzialità espressive. Grande attenzione è stata dedicata alla ricerca timbrica, all’andamento e all’armonia, con l’intento di creare un linguaggio musicale personale che coniughi cliché stilistici consolidati con soluzioni innovative che lasciano spazio alla creatività e all’improvvisazione. ‘Confluenze’ è un album che si rivolge a tutti gli amanti della musica di qualità, indipendentemente dal genere preferito. È un disco che invita all’ascolto attento e alla scoperta di nuove sonorità, capace di emozionare e di suscitare riflessioni.

Antonino Ianniello

Nasce con una spiccata passione per la musica. Si laurea in lettere moderne indirizzando la scrittura verso il giornalismo, percorre in maniera sempre più approfonditamente e competente le strade della critica musicale, pubblicando numerosi articoli su jazzisti contemporanei e prediligendo, spesso, giovani talenti emergenti. Ama seguire il jazz, blues e fusion e contaminazioni.

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