La comunicazione in tempo di guerra: anacronismi e manipolazioni

La strategia di Putin tra disinformazione e fake: la gran parte delle notizie russe non sono dirette all’Occidente, ma il vero obiettivo è far serrare i ranghi al popolo russo per far sostenere la sua politica dall'interno

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Non c’era bisogno di attendere febbraio 2022 per imbatterci nelle tecniche di comunicazione di Vladimir Putin; sono le stesse ereditate pari pari dal periodo sovietico, in più allargate e perfezionate dalle nuove autostrade offerte da internet e dai social. Ricordo bene alcuni passi del libro “Deception Was My Job” di Yuri Bezmenov, ex agente del KGB che si rifugiò negli Stati Uniti negli anni ’80, in esso descrisse le tecniche di disinformazione sovietica; oggi c’è poco di nuovo, anzi si è molto distante anche dalla piccola apertura di Nikita Krusciov con la sua “Coesistenza pacifica” che da uomo pratico -non vedendo sbocchi in quella Comunicazione ideologica contrapposta all’Occidente- abbassò i toni e ammise che pur badando ai propri interessi, poteva esserci spazio per tutti in questo mondo.

Mi sono molto interessato a queste tecniche di comunicazione, sono il risultato di decenni di chiusura e di sospetti verso il mondo occidentale, e nonostante l’avvento di Gorbaciov e la sua Glasnost della fine degli anni ‘80, oggi la Comunicazione di Putin -nostalgico e memore del buon vecchio KGB- si basa più che mai sulle “famose” 4 D di sovietica memoria, descritte bene da Bezmenov nel suo libro:
Dismiss (Respingi): Se non ti piace quello che altri dicono di te, rifiutali, abbattili, respingili,

Distort (Distorci): Se non ti piacciono i fatti che raccontano distorcili e rigirali a tuo favore,

Distract (Confondi): Se sei accusato di qualcosa, calunnia il tuo denunciante della stessa cosa.

Dismay (Sgomenta): Se non ti va quello che qualcun altro sta escogitando, spaventalo con la minaccia più estrema che hai.
Sono le medesime tecniche utilizzate durante la guerra fredda dall’Unione Sovietica e durante la guerra in Afghanistan; approfondiamole un po’ con alcuni casi entrati a far parte da poco nei Case History delle Scuole di Comunicazione Politica e di Diplomazia:

Dismiss: Nel 2014, a proposito dell’ingresso in Crimea, Putin in una conferenza stampa ad una domanda netta e chiara, affermò che le forze coinvolte in Crimea non fossero russe “Quelle erano unità locali di autodifesa“. Ma in seguito ammise che i militari russi avevano appoggiato le forze di autodifesa della Crimea, e un anno dopo l’annessione della Crimea, fece dire a qualcun altro che lui, Putin, aveva pianificato tutto fin dall’inizio, che la Russia aveva sostenuto i patrioti della Crimea. Ma il “dismiss” di Putin non si fermò qui: fece subito attaccare alla televisione nazionale russa il suo maggior critico, il rappresentante della NATO a Mosca, Robert Pszczel, screditandolo e accusandolo di essere nient’altro che un “Polacco“… e qui si capisce in che considerazione Putin tenga la Polonia se dando l’epiteto di polacco ad un polacco vale lo stesso che offenderlo.

Distort: Nel 2015 una parata di veicoli corazzati attraversava la Repubblica Ceca in direzione della Germania. I media russi riportarono di un’ondata di proteste Ceche verso il “Dragoon Ride“, l’esercitazione militare fatta insieme agli Stati Uniti. La realtà era ben diversa, ma la copertura mediatica data dai Media russi ad una isolata protesta (orchestrata dai Russi), oscurò deliberatamente il caloroso benvenuto riservato alle truppe statunitensi, presentando i fratelli Cechi come avversari in seno della NATO …Altra tattica distort poi, sono i film di chiara marca antioccidentale (e neanche questa è una novità): l’ultimo in ordine di tempo è stato distribuito all’inizio di gennaio ’24 si chiama “5 ЖЕНЩИН” (Cinque donne), diretto da Pavel Lungin dove l’attrice Viktoria Isakova interpreta cinque donne Ucraine (finanche una suora!) di cinque città diverse, che si oppongono fermamente al governo nazista (ovvio, no?) di Kiev.

Distract: Quando sei sotto accusa, attacca e confondi le carte, è la regola d’oro dell’inganno. L’esempio classico è stato l’affondamento dell’incrociatore Moskva, ammiraglia della flotta russa, da parte degli Ucraini, come pure gli affondamenti di 3 navi da sbarco, 5 navi da guerra e diverse altre unità navali: tutto sempre negato da Putin ed anzi comunicazioni ufficiali russe le indicavano con dovizia di particolari in porti, cantieri etc.. pur in presenza di immagini satellitari che le smentivano… poi in seguito ammisero riparazioni varie, etc..

Dismay: L’intimidazione è l’ultima delle tattiche; in genere si avverte chi può nuocere gli interessi russi che le loro mosse avranno conseguenze disastrose e catastrofiche: Con la prospettiva che Finlandia e Svezia si sarebbero unite alla NATO, Putin avvertì che avrebbe aumentato le infrastrutture militari fuori della Russia… e ricordò a tutti -ancora una volta- che la Russia è una potenza nucleare. Infine tra il detto e il non detto, al proposito del trasferimento di sistemi di artiglieria a lungo raggio in Ucraina i Russi avvertirono del potenziale pericolo se tali armamenti fossero cadute in mani di gruppi terroristici: insomma vollero suggerire agli Ucraini che eventuali e potenziali catastrofi avrebbero potuto anche derivare da terzi, nelle quali la Russia non c’entrava nulla… il classico “Capisc’ a mme!

Ci sarebbe ancora da dire tanto perché la materia è studiata, puntuale ed argomentata, ma ve ne faccio grazia; cito solo le 7 regole auree della disinformazione, citate da Bezmenov, e tuttora applicate: trova il punto debole del tuo nemico, la bugia sparala grossa, Attacca mezza bugia a mezza verità, Tira la pietra e nascondi la mano, Trova un utile idiota in Occidente, Negare sempre e subito, Disinforma a lungo termine… a questo punto però la domanda sorge spontanea e forse è la più importante: “Ma se i Servizi occidentali con i mezzi che ha non ci mettono molto a scoprire che buona parte delle notizie provenienti dalla Russia sono fake, perché Putin continua a insistere con tale comunicazione?

La risposta è semplice: gran parte delle notizie russe non sono dirette all’Occidente, ma il vero obiettivo è far serrare i ranghi al popolo Russo intorno a lui, per far sostenere dall’interno la politica putiniana. Elementare Watson.

Fonti:
Pubblicazioni del Dipartimento Storia del Giornalismo, UNIMC
Yuri Bezmenov: “Deception Was My Job” 1984
Georgij Aleksandrov (teorico del cinema sovietico): Scritti dal “Realismo socialista” 1940

Carlo De Sio

Laurea in Scienze Politiche ed Economiche, Master in Psicologia sociale e P.R, ha lavorato nella Comunicazione d’impresa e nelle Relazioni Pubbliche per oltre 40 anni; dal 2015 è impegnato in attività di Lobbying indipendente in Italia e all’estero. Ha fatto parte dei direttivi di Organismi nazionali quali ACPI-Milano, FERPI-Milano e Confindustria. E’ iscritto all’Ordine dei Giornalisti dal 1999

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