In Eleonora Duse privato e universale un tutt’uno

Il Grande attore, grazie al suo atletismo affettivo, all’acrobazia del suo volto agile, alla sua capacità di far vedere e provare passioni diverse, è il vero fulcro dell’agire scenico in quegl’anni

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Eleonora Duse, con lei inizia il Novecento artistico e teatrale in particolare

Perché la grande Eleonora Duse non finirà mai di stupirci? Come tutti i grandi attori dell’Ottocento, il suo è un lavoro indefesso di taglia e cuci per rendere sempre i testi a propria immagine e somiglianza. Voglio dire che anche lei usa la regola aurea che ha caratterizzato l’epoca mattatoriale e, cioè, un uso divistico che ha imposto alla drammaturgia una sudditanza alle regole e funzionalità della scena. Il Grande attore, grazie al suo atletismo affettivo, all’acrobazia del suo volto agile, alla sua capacità di far vedere e provare passioni diverse, è il vero fulcro dell’agire scenico in quegl’anni. Le sue pose monumentali, modellate sulla figuratività neoclassica in pittura e scultura, ne fanno l’eroe prometeico della scena; il suo gareggiare ad armi pari con i protagonisti del melodramma lo rendono beniamino di pubblici internazionali. Eppure tutto questo, in lei si traduce in qualcosa di diverso. La Duse sarà beniamina di platee e vera signora delle scene pur usando modalità espressive opposte a quelle appena descritte. I silenzi, i micromovimenti, l’uso sapiente della sua non portentosa voce, in una parola, la scelta di un minimalismo cercato e voluto, la rendono unica nel vasto e affollato panorama di principi della scena. La grande Eleonora, sembra usare i suoi personaggi per instaurare un personalissimo dialogo col pubblico, col suo pubblico. Mirella Schino, studiosa dell’attrice, a tale proposito dice: (…) sembra saper raccontare al suo spettatore qualcosa di molto privato e di molto universale insieme, che trascende la serata, lo spettacolo in sé. Ed è in questo lavoro molto personale sul testo e sul personaggio che la Duse non si limita a trovare ma, anzi, quando non lo trova, se lo inventa di sana pianta. Un lavoro interpretativo e creativo che sfida l’apparente e asfittica fedeltà alla lettera dei testi.

Pasquale De Cristofaro

Regista e pedagogo teatrale, ha diretto le rassegne, Teatro della Notte e Corponovecento. Ha insegnato in qualità di docente a contratto presso Università e Conservatori, attualmente insegna Storia del Teatro nell’indirizzo di Sperimentazione Teatro del Liceo Artistico di Salerno ed è coordinatore didattico di una scuola di alta formazione teatrale nelle Marche. Ha diretto molti spettacoli nei maggiori teatri italiani e pubblicato vari libri sul teatro del novecento.

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