Il vaccino anti tubercolosi “protegge” dal Covid

I virus non hanno pregiudizi né di sesso né di censo, né di etnia. Diverse evidenze confermano l'effetto protettivo del vaccino per il bacillo di Calmette-Guèrin, BCG, nei riguardi del Coronavirus.

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In Italia dai dettagli delle cartelle cliniche dei ricoverati per il COVID così come quelli dimessi guariti non sembrano esserci stranieri, nel senso degli extracomunitari 1. Sembra che questi soggetti, che in alcuni comuni del Nord sono addirittura la maggioranza, possano avere una normale sindrome simil-influenzale (da coronavirus) senza sviluppare alcuna criticità. Sembra che si comportino come i bambini italiani che non hanno preso la polmonite perché sono stati vaccinati contro la turbercolosi, vaccinazione che dura vent’anni. Dopo vent’anni iniziano ad ammalarsi di tubercolosi come adesso di COVID-19. I cittadini extracomunitari sono tutti coperti da vaccino contro la tubercolosi che fa parte di un protocollo di copertura fornito dall’Azienda sanitaria locale.

I virus non hanno pregiudizi né di sesso, né di censo, né di etnia. Circa il 90% delle persone infette da Mycobacterium tuberculosis ha un’infezione da tubercolosi asintomatica (chiamata anche LTBCI, da infezione tubercolare latente) e solo il 10% di probabilità nella vita che si sviluppi un’infezione latente nella tubercolosi2.

L’infezione tubercolare inizia quando i micobatteri raggiungono gli alveoli polmonari, dove attaccano e si replicano all’interno dei macrofagi alveolari. Il sito primario di infezione nei polmoni è chiamato focolaio di Ghon. I batteri vengono raccolti dalle cellule dendritiche, che non ne consentono la replicazione, ma che possono trasportare i bacilli ai linfonodi mediastinici locali. La lesione primaria del micobatterio accompagnata da adenopatia satellite rappresenta il “complesso primario”, in cui i bacilli rimangono murati senza dar luogo a manifestazioni cliniche, ma possono riprendere la loro attività patologica e diffondersi nell’organismo soprattutto a seguito di una immunodeficienza dell’individuo.

Durante le Guerre Mondiali furono le truppe di colore ad essere falciate dalla Tubercolosi Bianca e non viceversa. Ovviamente poteva anche essere che al ritorno un bianco difeso, senza cibo adeguato, stressato per la guerra, potesse a sua volta contrarlo da stranieri, ma la norma era che i soldati “di colore” lo contraessero dai Bianchi. Nella Sierra de Ecuador normalmente tutti ricevevano la vaccinazione contro la tubercolosi, solo negli ultimi anni si è discusso se renderla facoltativa. Ciò confermerebbe l’osservazione che nella Sierra i casi di infezione manifesta da COVID-19 sono pochissimi 3.

In Australia si sono svolti i test su 4mila medici e infermieri con il vaccino contro la tubercolosi4. Per proteggere i sanitari e gli infermieri dal COVID-19 è stato utilizzato il BCG5. Gli autori hanno riferito sui risultati ottenuti con tale vaccinazione che ha dimostrato l’effetto protettivo del vaccino per il vacillo di Calmette-Guèrin, BCG, nei riguardi del COVID-19.

Adeno Guillermo H. Lopez-Canzos e Miquel A. Valvano, Queen’s University Belfast, hanno messo in luce correttamente il pericolo posto da studi poco validi che sono riduttivi della letteratura medica per il conseguente effetto negativo sull’informazione raccolta 6, come d’altra parte anche Christine Benn e collaboratori 7 hanno analizzato 8 test sperimentali di vaccinazione con BCG nei riguardi di infezioni respiratorie, includendo il COVID-19, che suggeriscono un effetto benefico su tutte le cause di mortalità tra gli adulti 8. Al contrario di quanto trasmesso a suo tempo da “Striscia la notizia” con chi non ha né esperienza, né sapienza per confutare il sottoscritto.

Bibliografia
1. Tarro G. 2020c. The spread of the new coronavirus. Asian Journal of Science and Technology, Vol. 69, Issue 03, pp. 10863-10865, March
2. Tarro G. 2012. The case of tuberculosis in Heatlh without borders 5, A medicine for man, CHIRON, Torre Annunziata (NA).
3. Tarro G. Pathogenesis of COVID-19 and the body’s responses. International Journal of Recent Scientific Research, Vol. 11, Issue 03 (D), pp. 37940-37942, March 2020.
4. The Royal Australian College of General Practitioners, www1.racgp.org.au, reported from: Tarro G. The Italian COVID-19 epidemic and the global pandmeic prevention and therapies. International Journal Research, Vol 13, Issue 05, pp. 17261-17266, May 2021.
5. Pittet Laure F. el al. N. Engl. J. Med. 389; 2 NEJM.ORG, April 27, 2023.
6. Adeno Guillermo H. Lopez-Canzos e Miquel A. Valvano. N. Engl. J. Med 389; 2 NEJM.ORG, July 13, 2023.
7. Christine Benn et al. N. Engl. J. Med 389; 2 NEJM.ORG, July 13, 2023.
8. Pittet Laure F, Messina Nicole L., Curtis Nigel. N. Engl. J. Med 389; 2 NEJM.ORG, July 13, 2023.

Giulio Tarro

Nato a Messina il 9-7-38 laureato con lode in Medicina e Chirurgia all’Univ. di Napoli nel 1962. Già prof. di Virologia Oncologica dell’Univ. di Napoli, primario emerito dell’Osp. D. Cotugno, è stato figlio scientifico di A. Sabin. Hanno studiato l’associazione dei virus con alcuni tumori dell’uomo presso l’Univ. di Cincinnati, Ohio. Ha scoperto il “male oscuro di Napoli”, isolando il virus respiratorio sinciziale nei bambini affetti da bronchiolite. Pres. della Fondazione de Beaumont Bonelli per le ricerche sul cancro.

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