Il diritto al sonnellino e i viaggi senza bagaglio

Una raccolta delle notizie più curiose dell'ultima settimana che hanno stimolato il nostro cervello a secernere dopamina, attivando ogni nostra curiosità

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Per il periodo canicolare che ci attende, vorremmo offrirvi qualcosa di più fresco ed estivo del solito, come potrebbe essere una meze (mâza) di ortaggi della cucina libanese. Non vi serviremo i 22 o 23 assaggi di questa straordinaria portata, ma soltanto 4 o 5 bocconcini. Dipende da che cosa c’è in frigo quella settimana.

Pertanto, ecco una sorta di elenco puntato degli avvenimenti, delle notizie e delle curiosità che più hanno stimolato il nostro cervello a secernere dopamina. Buona lettura!

A Tokyo niente bagaglio, ci pensa JAL

Lo scorso mercoledì Japan Airlines (JAL) ha avviato un’esperimento futuristico. Chi abbia intenzione di visitare il Giappone per affari o per piacere potrà chiedere alla compagnia aerea di predisporre un intero guardaroba personalizzato da recapitare all’albergo o all’alloggio al momento dell’arrivo in aeroporto. Una società collegata a JAL si occuperà di recapitarli e ritirarli alla fine del soggiorno.

Su questa pagina del sito di JAL, un mese prima del viaggio, la clientela potrà effettuare una prenotazione dei capi di abbigliamento che si desiderano. La fornitura estiva comprende fino a 5 tops e 3 bottons al costo totale di 35 dollari (5mila Yen), quella invernale fino a 6 tops e 3 bottons al costo di 7mila Yen. Quanto allo stile la scelta è tra smart casual e casual.

Il programma, che ha il nome di “Any Wear, Anywhere”, ha lo scopo di promuovere il turismo sostenibile, in un momento nel quale il Giappone registra un afflusso record di visite.

JAL ha dichiarato che il trasporto in volo di un bagaglio di 10kg implica l’emissione di 7,5kg di anidride carbonica. La riduzione a passeggero ottenibile con questa iniziativa, a detta della compagnia stessa, equivale al mancato uso di un asciugacapelli per 78 giorni (sulla base di un utilizzo medio di 10 minuti).

Australia, la “Voce” delle popolazioni indigene

A Canberra su iniziativa del governo di Anthony Albanese, il Senato australiano ha approvato una riforma costituzionale che sarà sottoposta a referendum nell’ottobre del 2023. La legge riconosce i diritti costituzionali dei popoli indigeni dell’Australia.

A questo scopo sarà istituito un organismo consultivo, “The Voice”, sulle questioni dei due popoli originari dell’Australia (first people): il popolo aborigeno e le popolazione isolane dello stretto di Torres tra la Penisola di York nel nord e la Nuova Guinea. Le due popolazioni si insediarono in Australia 65mila anni fa.

Con l’arrivo degli inglesi nel 1788, una cospicua quota della popolazione indigena scomparve e la restante fu marginalizzata durante un secolo di brutale colonizzazione. Gli indigeni sono adesso il 3% degli australiani, ma il 32% della popolazione carceraria.

Solo nel 1967 hanno ottenuto il diritto di voto. La Costituzione del 1901 autorizzava il parlamento a legiferare per il popolo di qualsiasi razza eccetto quella aborigena per la quale erano necessarie leggi speciali.

Chi abbia visitato alla Triennale di Milano la personale (chiusa il 14 maggio) dell’artista indigena Sally Gabori potrà stupirsi della modernità della visione del mondo di questi popoli nativi dell’Australia, in particolare della loro unità spirituale e materiale con gli elementi naturali e il paesaggio.

L’indispensabile pennichella

Il “Financial Times”, che di queste cose se ne intende, scrive, per penna di Emma Jacobs che copre il mondo del lavoro e non disdegna la satira, che le imprese stanno prendendo sempre più coscienza dell’importanza del sonnellino dei loro dipendenti. Sembra dimostrato che migliori la produttività, l’umore e le relazioni in azienda.

Questa è la certezza granitica della consulente d’affari Cara Moore, fondatrice di ProNappers, che spiega così la sua convinzione circa la validità del sonnellino al lavoro: “Se si va a fare un pisolino con un problema irrisolto, un’e-mail che non è riuscita bene o un appuntamento che ci inquieta, spesso ci si sveglia e si sa cosa fare o dire”.

Clinicamente si è visto che una pennichella di mezzora distende le cellule cerebrali, le rilassa e le protegge dallo stress e dal decadimento cognitivo.

In alcune professioni il sonnellino appare veramente imprenscindibile. Secondo il Dr Guy Meadows, direttore di The Sleep School, i datori di lavoro nei settori legali, della consulenza, delle banche e del servizio sanitario nazionale stanno pensando di introdurre un sonnellino strategico (strategic nap) perché, specialmente in caso di orari prolungati, sono preoccupati per la diminuzione della concentrazione e per l’aumento dell’assunzione di rischio.

Il diritto al sonnellino dovrebbe entrare nello statuto dei lavoratori.

Intanto guardatevi il pisolino di Chaplin in apertura di Luci della città del 1931 (RaiPlay).

Mario Mancini

Si occupa dell’intersezione tra editoria e tecnologia da oltre trent’anni insieme alle società di cui è stato co-fondatore, Thèsis Contents e goWare. Ha partecipato al progetto di introduzione in Italia dei computer NeXT, ideati da Steve Jobs dopo la sua uscita da Apple. Agli inizi del 2000 ha contribuito alla nascita del portale di cinema MYmovies.it come sviluppatore dei contenuti. Dal 2009 è impegnato nel progetto goWare, una startup che sperimenta la nuova editoria a 360 gradi.

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