Riscoprire i luoghi dell’anima, i piccoli borghi da cui spesso si scappa, per far si che essi rivivano e siano valorizzati attraverso le tradizioni, gli spazi, la cultura. Un odi et amo perenne e continuo nel tempo e nello spazio, sentimenti che solo chi è nato in un piccolo paese quasi dimenticato dal resto del mondo può capire. Ed è proprio questo l’obiettivo: raccontare al mondo i luoghi reconditi e meravigliosi che rappresentano l’anima della nostra bella regione Campania. Il progetto si chiama “Borghi in scena. Gli scrittori raccontano i luoghi dell’anima” è organizzato dall’Associazione culturale L’Iride, finanziata dal Ministero della Cultura e promossa dal Dipartimento di Scienze Aziendali, Management e Innovation System (DISA-MIS) dell’Università degli Studi di Salerno. Una giornata dedicata alla riscoperta dei piccoli borghi che hanno ispirato e ispirano le storie di scrittori e registi che tra letteratura e prodotto audiovisivi ne raccontano ricchezze e criticità, attraverso le varie sfaccettature. Il convegno si è tenuto presso l’Aula Pecoraro dell’Università degli Studi di Salerno
Durante la giornata si sono alternati numerosi interventi interessanti, ognuno dei quali ha esplorato il tema dei piccoli borghi sotto una lente differente.
Dopo i saluti istituzionali di Tiziano Zarra, delegato del Rettore per la Terza Missione e Valorizzazione della Ricerca (Università di Salerno), Ornella Malandrino, Direttrice del Dipartimento di Scienze Aziendali, Management e Innovation System (Università di Salerno) e Francesco Amoretti, Presidente dell’Area didattica di Scienze delle relazioni internazionali (Università di Salerno) l’introduzione ai lavori è stata affidata all’Architetto Maria Gabriella Alfano, presidente dell’associazione L’Iride che ha illustrato genesi, evoluzione e risultati raggiunti del progetto e al Professore Alfonso Amendola, docente di Sociologia dell’Immaginario e Direttore Scientifico del progetto che ha raccontato alcuni dei piccoli borghi italiani che hanno ispirato i piu grandi autori di sempre, da Petrarca e Boccaccio fino a Pasolini, accompagnando i presenti in un breve viaggio d’immaginazione (anzi, d’immaginario) stimolante quanto necessario.
Altrettanto interessanti sono stati gli interventi specifici che hanno seguito alle riflessioni introduttive. La professoressa Bice Della Piana, docente di Cross Cultural Competence (Università di Salerno) ha presentato una sentita relazione su multiculturalismo e territori, partendo dalla propria esperienza personali e sotrolineando quanto sia importante generare, intercettare e valorizzare le competenze specifiche di ognuno, accompagnando soprattutto i giovani nel processo di acquisizione delle stesse. Il professore Domenico Apicella, docente di Diritto dei contratti del turismo, ha riflettuto sulle nuove prospettive di turismo che si stanno sviluppando e si svilupperanno nel prossimo futuro proprio a partire dai contenuti audiovisivi che stanno facendo riscoprire alcuni luoghi dimenticati. La professoressa Virginia Zambrano, docente di Istituzioni di diritto privato e comparato, ha parlato di cibo, diritto e cultura raccontando quelle che dono le criticità e le mancanze dei piccoli borghi e offrendo come soluzione un approccio innovativo, di valore e culturalmente profondo alla creazione di esperienze sui territori.
Il secondo momento di riflessione, nel pomeriggio, è stato introdotto dalla proiezione dello short movie “Borghi in scena. Gli scrittori raccontano i luoghi dell’anima”. Alcuni interventi poi dei protagonisti dei luoghi che si è raccontato durante la giornata: lo scrittore Olimpio Talarico e Giovanni Marino dell’Associazione Giuseppe Casciaro – officina culturale Nusco.
Il processo di ritorno dei giovani nei paesi da cui la generazione precedente è fuggita si sta concretizzando proprio negli ultimi anni. Il tema del ritorno al passato, infatti, rappresenta un punto nodale e caratteristico delle necessità delle nuove generazioni. Ritornare alle origini, all’autentica bellezza, ai valori semplici, importanti, fondamentali della vita sembra essere uno dei bisogni dei giovani di oggi e questo potrebbe rappresentare una enorme possibilità anche per far rivivere quei luoghi che, soprattutto a partire dal terremoto del 1980 in poi, sono stati snaturati e depredati, quasi privati completamente della propria identità.
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