Anna Marchitelli, essere nella vita con gli eterni che scorrono davanti

Dalla prima raccolta poetica ("Certe stanze") ai canti tratti dalle cartelle cliniche custodite nell'archivio dell'ex manicomio Leonardo Bianchi di Napoli: un viaggio lirico dentro una vita che seduce e spaventa

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Anna Marchitelli (1982) è nata, vive e lavora a Napoli. Si è laureata in Lettere Moderne e specializzata in Filologia Moderna all’Università degli Studi di Napoli Federico II.

Scrive dal 2016 per il Corriere del Mezzogiorno nelle pagine di Cultura, dal 2010 al 2016 ha scritto per La Repubblica (edizione di Napoli), suoi articoli sono apparsi sulle riviste Grazia, Vanity Fair, I’m Magazine, D – Repubblica.

Nel 2017 ha pubblicato la sua prima raccolta di poesie, Certe stanze (prefazione Massimiliano Virgilio) per Manni Editori nella collana La scrittura e la storia a cura di Romano Luperini, aggiudicandosi il premio L’Iguana dedicato ad Anna Maria Ortese e creato dall’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici.

Nel 2018 ha pubblicato Tredici canti (12+1) per Neri Pozza, tratto dalle cartelle cliniche custodite nell’archivio dell’ex manicomio Leonardo Bianchi di Napoli, presentato al Salone del Libro Internazionale di Torino nel maggio del 2018 in occasione del 40esimo anniversario della Legge Basaglia (con Valeria Parrella, Alberta Basaglia, Luigi Manconi).

Dal 2020 al 2022 ha collaborato con la rassegna teatrale Racconti (per ricominciare) a cura di Giulio Baffi e Claudio Di Palma, scrivendo i monologhi Il ribelle e La serpe in seno e il riadattamento di alcuni monologhi tratti da Tredici canti.

Nel 2021 ha pubblicato per Edizioni Clichy Io volevo essere eterna. Krizia, una biografia d’amore, biografia della stilista Mariuccia Mandelli. Su di lei ha firmato un monologo che andrà in scena nel 2025, in occasione del centenario della nascita della stilista.

Nel 2022 ha firmato i componimenti poetici del libro d’artista Infinito (ispirato a L’Infinito di Giacomo Leopardi), del pittore e scultore Ciro Palumbo, insieme con il poeta Davide Rondoni e ha curato il catalogo della mostra L’eterno viaggio della pittrice e street artist Alessandra Carloni (Dadart Edizioni).
Nel 2023 firma il testo teatrale Io, Don Chisciotte, ispirato al ciclo pittorico di Palumbo El ingenioso Don Quijote (in scena alla Fondazione Marchesani, nel circuito della Biennale delle Arti di Venezia 2023) che verrà pubblicato da Archeion Edizioni come libro d’artista a tiratura limitata.

 

 

Il mare mi chiama grida il mio nome
scambia la fama mi crede un Ulisse
il mito confonde le mie particelle
gli occhi si fanno di triglia.
Lui si avvicina si infila nei pori
deride il mio corpo mi grida puttana.
Se il mare tace io lo voglio
se il mare tace io lo inseguo
se il mare tace cambio
la rotta dello sguardo
mi tuffo nelle acque di volo
a coda di sirena e seni scoperti.

(da Certe stanze, Manni, 2017)

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Il cippo di Forcella mi ha confuso con la terra
ha insediato le radici mi ha fatto anima fondaco
strappato la grazia cancellato la buona maniera
messo a bollire il sangue nel Vesuvio
l’ha riversato nelle arterie.
Nel vascio in cui dimoro il sole non si vede
lo scorpione si nasconde se la gatta è rannicchiata
la solitudine animale invoca un miracolo
radici in superficie
salgono a gridare l’umido della terra.

(da Certe stanze, Manni, 2017)

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Mi sono trasformata marionetta
la testa regge se c’è chi la regge
mi sono trasformata sono insetto
nessuno vede o sente il mio rumore
mi sono trasformata sono strega
cucino donne nella pentola degli inganni
mi sono trasformata sono ragazzino
sgambetto per rubare gli avanzi
mi sono trasformata sono guerra
il vento mortigero affamato di fame
mi sono trasformata sono bambina
sguattera e chiromante
sono hitler sono tornato
sono un mazzo di chiavi mi sono incastrata
sono l’inchiostro ma non ce n’è più
tutto nel mare è riversato
sono la rivoluzione che non abbiamo amato
la croce dello scorpione – si è avvelenato! –
sono il padre che è stato ucciso
la politica che ci ha ammazzato
sono il pazzo incatenato
sono il neonato del seme castrato
sono il barbone che puzza di sorte
sono il nero che il mondo si è inventato
sono il ventaglio che ora e qui si chiude sulla sfida.

(da Certe stanze, Manni, 2017)

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Sto dentro la vita colpevole
della vita che vorrei
mia forma mio alito
mia verità.

Sto dentro la vita mai tutta
conservo porzioni di torta
a pranzo
cena vigilia resurrezione
rivoluzione.

Sto dentro me
e ancora devo imparare
a stare fuori
dentro.

(inedita)

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C’è qualcosa.

Una roba così vitale
che mi apre la bocca dello stomaco
smania la pancia solletica le gambe
inarca lo sguardo e io
vorrei costruire fiori dipingere cieli
bere oceani di abbandono.
Quando la coda dell’occhio afferra un guizzo
un gesto ben fatto
una voce che si fa spazio
una parola al centro della stanza
musica vera
io
riacciuffo la vita per i capelli
la trascino verso me
– Vieni qua
ché sei bella -.

Gli eterni mi scorrono davanti
fieri,
hanno ragione loro.

(inedita)

 

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