Ancora una volta ci si trova a parlare di un fenomeno jazz nostrano, che ama trasferirsi di continuo tra Stati Uniti, Italia e Sudamerica (Brasile). Parliamo di Mafalda Minnozzi, singer e musicista dalla raffinatezza comunicativa con notevole carisma, empatica, generosa nel raccontarsi oltre che nel descriversi in pubblico. L’artista, città natale Pavia, è il risultato impressionante di ben trentacinque anni tra incroci, conoscenze e collaborazioni: frutto di esperienze del suo enorme bagaglio che l’ha portata ad attraversare tre continenti, creando quel sound particolare, che l’ha resa identificabilissima e che l’ha posizionata all’interno della scena internazionale del jazz. In questo lungo tragitto musicale che l’ha portata tra i Paesi, fino a preferire gli States, la Minnozzi ha costruito quell’espressione unica che – appunto – la rende identificabile sin dalle prime note. La sua espressione musicale, venuta fuori grazie a diversi percorsi che l’hanno portata dall’Italia al Brasile fino agli Stati Uniti, si rappresenta magistralmente nel suo nuovo album ‘Riofonic’. Più di venti album all’attivo, il nuovo lavoro rappresenta il quarto rivolto al jazz e al mercato americano, realizzato in collaborazione con il produttore, chitarrista e arrangiatore Paul Ricci. Precedentemente aveva pubblicato ‘Sensorial – Portraits in Bossa & Jazz’, disco di esclusivo sound brasiliano con il supporto di Art Hirahara, Rogerio Boccato, Essiet Okon Essiet, Will Calhoun, Victor Jones e Harvie Swartz. Ha poi pubblicato Cinema City – Jazz Scenes From italian Film’ (2021), nel quale si avvale dell’apporto oltre che di Dave Liebman, Art Hirahara e Graham Haynes (guest stars) anche di una band ‘all-star’ di San Paolo. Il terzo album per il mercato americano è ‘Natural Impression’, registrato a New York con un trio brasiliano composto da Helio Alves, Rogerio Boccato, Eduardo Belo insieme a Paul Ricci. Qui ospita un cast di musicisti speciali: Don Byron, Joe Locke, Doug Beavers, John Patitucci, Michael Wolff, Kassin e Roberto Menescal. Grazie anche alle radici spirituali sviluppatesi con la cultura brasiliana, Mafalda Minnozzi decide di mettere fuori ‘Riofonic’. L’album è registrato a Rio de Janeiro e si avvale della collaborazione di Roberto Menescal, Jaques Morelembaum e Alexandre Kamal Kassin e altri grandi musicisti che hanno contribuito a creare uno stile ‘bossajazz’ davvero unico.
Il mood dell’album
«Comporre e scomporre le misure di ogni singola battuta, entrare in ogni verso e parola per trovarne il suo significato più intimo, in simbiosi con l’autore di quella canzone che ha stravolto la mia vita. Poi calcolare il ritmo come parte integrante dei miei stessi passi, respirare profondamente l’odore, il colore e la natura di un Paese come il Brasile che mi ispira e mi fa sognare. Infine, improvvisare nella più totale libertà nuove note che corrono e si intrecciano nel cielo del mio mondo musicale. Questo e molto altro è stato cantare ‘Riofonic’, il risultato di un lavoro di gruppo» – dice dell’album. Nel corso della sua carriera è riuscita ad ampliare la concezione tradizionale della cantante/interprete improvvisando, con lo scat, ovvero un virtuosismo canoro nato nel jazz con il riprodurre i fraseggi strumentali. Il disco decreta in maniera molto decisa il raggiungimento del massimo tra le singers in circolazione e questo non significa che l’evoluzione canora di Mafalda Minnozzi debba fermarsi qui. La cantante di origini italiane e pavesi è in continuo divenire ed i brani, ascoltando con attenzione il lavoro, ti avvolgono in un’estasi che riesce a trasmettere una forma di tranquillità unica. Si tratta di un sapiente equilibrio tra il virtuosismo eclettico del jazz e la sensibilità della ‘brazil-worldmusic’, in cui la bossa nova si integra perfettamente ad altri stili grazie alla libertà con cui fa uso della voce.