Toni Negri, da Genova a domani. Storia di vita e di lotte

Un libro che ripercorre il ventennio dal rientro in Italia di Toni Negri, nel 1997, alla nascita del movimento No Global, al G8 di Genova,ai movimenti degli Anni Zero, alla grande crisi esplosa nel 2008 e non ancora chiusasi, alle piazze spagnole, Occupy Wall Street e fino le primavere arabe e all'emergere dei populismi e dei sovranismi

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Una lunga citazione (pagine 420-423) dal terzo volume di Toni Negri (Storia di un comunista) dal titolo “Da Genova a domani”. Un libro che ripercorre il ventennio dal rientro in Italia di Toni Negri, nel 1997, fino a più recenti eventi politici – la nascita del movimento No Global, il G8 di Genova, i movimenti degli Anni Zero, la grande crisi esplosa nel 2008 e non ancora chiusasi, le piazze spagnole, Occupy Wall Street e le primavere arabe, l’emergere dei populismi e dei sovranismi – con le vicende personali di Negri: i 6 anni di carcere, il tentativo di costruire organizzazione politica dentro i movimenti disobbedienti, la decisione di tornare in Francia, i viaggi in mezzo mondo. La confessione di una vita vissuta come lotta per la libertà fino al saluto finale, alla consegna del testimone delle lotte alle nuove generazione, in un solidale abbraccio. (dalla nota dell’editore)
… E SARÀ UNA VERA STAGIONE DEL NUOVO… “Il fascismo si regge sulla paura, produce paura, costituisce e stringe il popolo nella paura. Non aver paura: questo è quanto bisogna esser capaci di dire alla gente, fra la gente, nella moltitudine che oggi soffre il ritorno della barbarie fascista, anche da noi, sotto il nostro sole. Non aver paura di spezzare la prigionia del linguaggio vuoto che ci viene imposto e di ridere dell’autorità, ovunque si presenti con la grottesca maschera fascista. Non aver paura significa liberare le passioni e così riempire quelle forme linguistiche che il processo di assoggettamento fascista ha lasciato vuote. Sembra che il secolo si sia oscurato: respingere la paura, produrre resistenza, è prima di tutto dissipare le ombre, riconquistare il senso delle parole. Riempirle di cose, di realtà, di libertà. Soggettivarle. Ma l’operazione principale consiste nel riconoscere che il fascismo è sempre quello, è sempre ripetizione della violenza per bloccare la speranza, è il vecchio – i disvalori assoluti del patriarcato, della violenza dello sfruttamento e della sovranità – che viene riproposto in modo illusorio per imporlo come necessità dello spirito e obbligo della morale, mentre è fondamento di una cultura di morte. «Viva la morte» è la parola d’ordine del fascismo. «Viva la vita» è la risposta di chi non ha paura. Tornerà la primavera – ritorna sempre! Il fascismo sembra eterno – ma è fragile, il fascismo. Scontrandosi con la passione del vivere liberi, quanto poco può tenere. La libertà si impone di necessità contro il fascismo, perché con la libertà staranno le altre passioni politiche forti, come quella per l’eguaglianza e quella per la fraternità. Tornerà la primavera e sarà una vera stagione del nuovo. Perché se il fascismo è sempre uguale, la primavera della libertà è sempre nuova, sempre diversa, sempre piena di doni.” (Toni Negri, Vita di un comunista. Da Genova a domani – oggi, Toni fa 92 anni, e ci farà lavorare, capire e vincere ancora tanto).
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