Oltre gli stereotipi: la Russia vista da Rosamilia

L'artista ospite del governo russo per la firma di un accordo finalizzato alla donazione di una collezione di opere sugli scrittori russi al Museo di Storia locale di Mariupol. Un importante riconoscimento per il fotografo e pittore, che nel corso della sua carriera ha dedicato anni importanti alla letteratura russa e alla sua rappresentazione. «I media occidentali danno un'immagine distorta della realtà, specie dopo l'avvio dell'Operazione speciale»

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«In Russia, ve lo garantisco, non c’è proprio la sensazione della guerra, si vive normalmente e non manca niente».

Enzo Rosamilia

Di ritorno da un viaggio nella terra di Putin per motivi professionali, Enzo Rosamilia, artista salernitano, racconta così quello che ha visto nei giorni di permanenza nella terra di Putin. Presso la Galleria Statale Tret’jakov, lo scorso maggio, infatti, l’artista è stato ospite del ministero della Cultura della Federazione Russa per la firma di un accordo finalizzato alla donazione di una collezione di opere – realizzate anche da Peppe Rosamilia – sugli scrittori russi al Museo di Storia locale di Mariupol. Un importante riconoscimento per l’artista, fotografo e pittore, docente di fotografia, che nel corso della sua carriera ha dedicato anni importanti alla letteratura russa e alla sua rappresentazione. La cerimonia di premiazione è stata organizzata presso la biblioteca Puskin. Nei giorni successivi, inoltre, il 24 maggio, a Mosca, Enzo Rosamilia ha partecipato come ospite d’onore alla cerimonia della rivista “Akademiya mody” (Accademia di moda) che consegna riconoscimenti a professionisti del settore della moda. Nell’occasione è stato insignito di un diploma “Per il grande contributo alla promozione della cultura e dell’arte russa”.

Professore Rosamilia, come nasce la sua passione per la Russia?

Ho cominciato a lavorare con la Russia con mostre sulla letteratura russa nel 2013. Fui invitato, all’epoca, da un artista/gallerista del sud della Russia. Poi Gnezdilova mi ha organizzato due mostre, nel museo d’arte contemporanea e nella sua galleria. Ho presentato sempre lavori su carta d’Amalfi e poi stampo direttamente su questa carta, in analogico, alla vecchia maniera. Il mio lavoro è stato molto apprezzato, ho avuto un’accoglienza meravigliosa. Poi ho avuto l’opportunità di visitare la città di Čechov, Taganrog. Io avevo già letto quasi tutti i suoi racconti e mi venne l’idea di realizzare un lavoro su Čechov, rileggendo i suoi racconti con l’intento di reinterpretarli fotograficamente. Fu una scommessa perché io finora avevo lavorato sui segni del tempo, sulla Pompei archeologica. Ho lavorato per due anni al progetto e poi ho proposto la mostra al museo d’arte della città di Taganrog. Poi, ancora, ho svolto diversi lavori su Bulgàkov. E sa come mi venne l’idea?

Ci spieghi.

Fui contattato tramite internet da una modella siberiana, di nome Margherita, che mi disse di amare il mio modo di lavorare. E allora le proposi di rivisitare “Il maestro e Margherita”. È stato un progetto che mi ha coinvolto totalmente per la magia e per le scene surreali. Per me disegnare queste immagini è stato un divertimento: a me piace molto il surrealismo. E questi lavori sono stati anche esposti a Mosca. Per rispondere alla domanda iniziale, direi che la letteratura russa mi ha coinvolto totalmente perché in tutte le storie, in tutti i racconti c’è magia e surrealismo.

Com’è riuscito a costruire rapporti con gli attuali esponenti della cultura russa?

Consentitemi innanzitutto di esprimere un forte ringraziamento a Victoria Barvenko e a Mariana Gnezdilova, che hanno curato alcune mie mostre. Mariana, in particolare, è stata una persona fondamentale per l’organizzazione delle mostre del 2024 nell’ambito del progetto “L’arte unisce il mondo. Puskin senza confini”, nell’ambito del vertice Bricsa Niznij Novgorod (presso il museo Russo di Fotografia) e a Kazan presso il centro culturale Puskin e la Biblioteca nazionale di Tatarstan e a Cechov presso il museo Lopasnya. Tra l’altro, è stata proprio Marianna a consegnarmi il riconoscimento dal Ministro della Cultura presso la Biblioteca Puskin a Mosca. Sento di ringraziare, dunque, Marianna Gnezdilova, presidente del comitato della cultura della Camera di commercio e industria di Mosca, promotrice della firma per la donazione della collezione di opere (13 di Enzo Rosamilia e 7 del fratello Peppe Rosamilia) al Museo di Storia Locale di Mariupol. L’accordo è stato firmato da me e da Natalya Vasilievna, vicedirettrice del dipartimento Musei e supporto alle Arti Circensi del ministero della cultura della Federazione Russa. Un ringraziamento va alla direttrice della Casa Russa di Roma, Daria Pushkova per il suo contributo al progetto, e alla direttrice del Museo di Mariupol, Raisa Petrovna Bozko.

Prima stava raccontando di essersi recato spesso in Russia: come l’ha vista cambiare negli anni?

Sento spesso dire anche in Italia e in Europa che in Russia manca tutto, che i soldati combattono con pale, senza calzini. Posso assicurare, invece, che non ho visto nulla di tutto questo: non manca niente, la sensazione della guerra non si avverte proprio, le persone vivono normalmente, i ristoranti sono pieni. Ho ricevuto un’accoglienza sempre straordinaria. E vi assicuro di aver visto quello che accade anche nei supermercati: ci sono andato apposta per rendermi conto e ho trovato di tutto.

Qualcuno, leggendo, potrebbe definirla filoputiniano…

Guardi, io ho incontrato anche le persone e mi sono reso conto che sono d’accordo con Putin per quanto riguarda l’«Operazione speciale» (la traduzione della locuzione russa con cui Vladimir Putin in tv il 24 febbraio 2022 motivò l’aggressione militare all’Ucraina, nda).  Io ho la sensazione che l’Occidente e la Nato vogliano fare guerra alla Russia; ma è chiaro che la Russia non ha alcun interesse ad attaccare l’Europa. La Russia ha tutto: non so perché c’è questo odio nei confronti di un popolo straordinario e ancora non mi rendo conto di come le tv raccontino l’esatto contrario di quello che accade in Russia. E poi, perché si sanziona la Russia per quello che accade e non si fa la stessa cosa con Israele che sta sterminando un popolo? Perché solo Putin è considerato un criminale? Ci tengo a precisare che mi dissocio dalle scelte del governo italiano e sono contro l’invio delle armi e delle sanzioni nei confronti della Russia.

Come vive lei oggi questo rapporto così profondo con la cultura russa?

Ogni volta che mi trovo a parlare con qualcuno, mi sento rispondere che la Russia è arretrata. Ma non è così: lì c’è tutto, c’è vita, non ho mai visto questa dittatura di cui si parla. Le persone sono libere. Prima di parlare e criticare credo sia il caso che le persone si informino. Non so cosa ci sia dietro una narrazione distorta. E spesso, glielo assicuro, ne va di mezzo anche l’arte: da quando c’è l’«Operazione speciale», anche i media snobbano le notizie positive che riguardano aspetti culturali, come quelle delle donazioni delle mie opere.

Barbara Ruggiero

Coordinatore del magazine, giornalista professionista, PhD student presso il Dipartimenti Studi Umanistici dell'Università di Salerno, è laureata in Comunicazione. È stata redattrice del Quotidiano del Sud di Salerno e, tra le altre esperienze, ha operato nell’ufficio comunicazione e rapporti con l’informazione dell’Agcom (Autorità per le garanzie nelle comunicazioni). Già docente di progetti mirati a portare il giornalismo nelle scuole, è stata anche componente e segretaria del Consiglio di Disciplina dell’Ordine dei giornalisti della Campania.

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