Addio a Federico Sanguineti, il poeta che ebbe il terrore di prendersi sul serio

È stato per lunghi anni professore ordinario di Filologia dantesca presso l'Università degli studi di Salerno. Lascia un grande vuoto nell'accademia e nell'universo della poesia contemporanea. Fra le sue pubblicazioni più recenti: Le parolacce di Dante Alighieri, introduzione di Moni Ovadia (2021), Paradiso con Dante e con Beatrice, insieme a Sara Alzetta e Moni Ovadia e con Haim Fabrizio Cipriani (2021), e Temi svolti di storia letteraria ad uso di docenti e di discenti (2022).

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Il poeta Federico Sanguineti, scomparso oggi 26 marzo 2025

Addio al professore Federico Sanguineti (19 dicembre 1955-26 marzo 2025), insigne intellettuale, rigoroso dantista, critico e storico della letteratura, poeta e filologo di straordinaria profondità, maestro di più generazioni di letterati. La sua scomparsa, dopo una lunga malattia, lascia un enorme vuoto nella comunità scientifica dell’Università di Salerno e nell’universo, oggi triste come non mai, della poesia contemporanea. Il nostro magazine RQ-Resistenze Quotidiane lo ricorda ai lettori, ripubblicando, con la massima evidenza, le cinque ottave rimate che ci inviò, circa un anno e mezzo fa, per lo spazio “Lo specchio del poeta”, a cura di Enzo Salerno, poesie che furono antologizzate nella primavera scorsa nel primo volume (D’Amato editore) tratto dalla rubrica. Rimarrà per sempre in noi il ricordo della sua intelligenza, straordinaria cultura e sconfinata capacità di lettura della nostra controversa contemporaneità. (*)  

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Federico Sanguineti è stato professore ordinario di Filologia dantesca all’Università degli Studi di Salerno. Ha curato, fra l’altro, Dantis Alagherii Comedia nel 2001 e nel 2020 Inferno. Edizione critica alla luce del più antico codice di sicura fiorentinità (Laurenziano Pluteo XL 12). Fra le pubblicazioni più recenti: Le parolacce di Dante Alighieri, introduzione di Moni Ovadia (2021), Paradiso con Dante e con Beatrice, insieme a Sara Alzetta e Moni Ovadia e con Haim Fabrizio Cipriani (2021), e Temi svolti di storia letteraria ad uso di docenti e di discenti (2022).

 

A voi poeti lascio il Super-io.
A me sub-io già basta e pure avanza
e nulla mai per me vorrei di mio.
Non è il mio Sé che come vuota stanza
in cui, non-io, convivo con non-io.
Da tutte e tutti restando a distanza
al conscio e all’inconscio, qui vi annunzio,
io davanti a notaio ora rinunzio.

Mio sogno da bambino: fare il papa.
Un papà mi sembrava troppo poco.
Povera testa mia, testa di rapa.
Sono stato, ancor sono assai dappoco.
Non tengo proprio nulla nella capa
e la vita la prendo come gioco.
Faccio casino. Sono un putiferio.
Mi terrorizza prendermi sul serio.

Non ho nulla da dire questa sera
che possa esser gradito a chicchessia.
Se poi dicessi qualche cosa vera
di certo turberei anima pia.
Si banna una parola se sincera
sol per il gusto di buttarla via.
Gli standard di ogni social son perfetti
e sian conformi ad essi i miei versetti.

Io son il lui che più non ha la lei
Di bar in bar che far mi par di star
Con te se tu ci sei o non ci sei
Col mal che tu mi fai non so che far
Non ho più te mio cor e nei dì miei
Di me in me con me ahi me nel mar
Che si può dir se non un duol un ahi
Poi chi lo sa non so non si sa mai.

Mi fa pena il poeta, quello vero,
che assai sé stesso prende, ahimè, sul serio:
finirà, temo, presto al cimitero,
lasciando la sua Euterpe in adulterio.
Si sa che nei miei versi valgo zero,
per cui al più rimango semiserio,
sicché per rima che abbia qualche grazia
non sarò mai colui che il crin si strazia.

[Le cinque ottave rimate di Federico Sanguineti – da leggersi come testi autonomi – sono inedite e composte tutte composte nel mese di agosto del 2023].

 

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