Gabriele Comeglio nasce ne 1960 a Mortara (Pavia) e inizia i propri studi di sax sotto la guida di Sergio Rigon e di armonia con Attilio Donadio presso la scuola del ‘Capolinea’ di Milano. Ottiene il diploma in professional music con lode presso il prestigioso ‘Berklee College of Music’nel 1981. Ottiene un ‘Certificate’ in saxofono jazz, clarinetto e flauto presso il ‘Trinity College London’ e3 lauree magistrali presso la ‘West London University’ in clarinetto jazz, saxofono jazz, flauto jazz.
È stato direttore della Civica Scuola Musicale di Mortara negli anni ’80 e ha insegnato per oltre 20 anni presso il Civico Istituto Costa di Vigevano. Ha tenuto seminari presso varie istituzioni estere (Conservatorio di Lugano, Conservatorio di Malta) e insegna attualmente presso il CPM di Milano.
Jazz. È stato presente, negli anni ‘90 con l’Orchestra di Musica Leggera della Rai di Milano, partecipando a diversi festival del Jazz con grandi nomi “storici” come Lee Konitz, Stephane Grappelli, Martial Solal, Bob Wilber. Partecipa al ‘Festival Jazz di Montreal’ e suona con molti importanti e storici bandleaders italiani: Carlo Bagnoli, Sante Palumbo, Enrico Intra e Franco Cerri, con i quali si esibisce alla ‘Town Hall’ di New York. Per alcuni anni dirige la ‘Jazz Class Orchestra’. Con questa orchestra è direttore in ben 300 concerti, con importanti collaborazioni, tra le quali quella con il saxofonista, plurivincitore di Grammy, Phil Woods, documentata dal disco ‘Porgy & Bess’ (Philology W8562 del 1994). Nel 1995 fonda la ‘Big Band Jazz Company’ … in breve la ‘Jazz Company’ diventa una delle più importanti realtà a livello nazionale, con una serie notevole di collaborazioni di prestigio: Bob Mintzer, Randy Brecker, Lee Konitz, Franco Ambrosetti, Bob Malach, Herb Pomeroy, Ken Pullig, Nnenna Freelon, Charlie Mariano, Eumir Deodato ed Al Di Meola. La sua Company e realizza, poi una importante manifestazione che getta il ponte tra jazz e musica pop. Diverse le collaborazioni: Lucio Dalla, Ron, Roby Facchinetti, Fabio Concato, Enrico Ruggeri. Suona in tutte le più importanti manifestazioni musicali italiane: ‘Umbria Jazz’, ‘Festival Jazz di Milano’, ‘JVC Jazz festival’ a Torino, ‘Vicenza Jazz’, ‘Festival del Jazz di Roma’ oltre che importanti località internazionali: Lugano, Ascona, Lussemburgo, Graz, Zagabria, Montreal, New York, Miami, Malta, Cartagine, Atene, Montpellier. Diviene direttore musicale anche dell’Orchestra Jazz di Radio Montecarlo (ora denominata ‘Nightfly Orchestra’), con la quale si esibisce regolarmente al ‘Blue Note di Milano’ accompagnando il cantante Nick the Nightfly. Ha al suo attivo produzione ed arrangiamenti in più di 15 dischi di Mina ed ha – inoltre – suonato in tour come sideman e su registrazioni live con: Eugenio Finardi, Franco Battiato, Ron, Nina Zilli, Biagio Antonacci, Francesco De Gregori, Lucio Dalla, Renato Zero, Massimo Ranieri, Pino Daniele, Ornella Vanoni, Francesco Guccini, Morgan. Realizza gli arrangiamenti di ben 5 cd con Nick the Nightfly e la Nightfly Orchestra Ha poi diviso il palcoscenico del concerto con i mitici Ray Charles, Stevie Wonder, Martha Reeves.
L’autore
Solitamente le collaborazioni con musicisti internazionali sono il risultato di operazioni limitate nel tempo e riferite a progetti concertistici e discografici in cui l’artista di fama riveste il ruolo di ospite speciale. ‘The Journey’ è l’eccezione che ‘non’ conferma la regola. Si tratta infatti, in tutte le diverse formazioni coinvolte nelle tracce del cd, di collaborazioni tra colleghi musicisti che suonano insieme da almeno vent’anni e hanno solo la sfortuna di abitare a migliaia di chilometri di distanza. Altrimenti costituirebbero da tempo dei gruppi stabili di prestigio. Il denominatore comune di questa ‘anomalia’ internazionale è Gabriele Comeglio. Un musicista si è conquistato non solo la stima e l’amicizia di tutti per il suo innegabile talento strumentale e compositivo, ma soprattutto per la tenacia con la quale ha acquisito competenze e qualità artistiche professionali nel mondo del jazz, del pop e della musica classica. È il classico caso di ‘self-made man’ che ha raggiunto obiettivi importanti solo grazie ai propri meriti e ad una integrità morale forse riconducibile ad altri tempi. Le origini provinciali sono state il fattore scatenante del suo insaziabile desiderio di crescita e miglioramento. Inizia col violino inseguendo Giorgio Gaslini nei suoi primi corsi di jazz degli anni Settanta per poi passare al sassofono con Sergio Rigon (e all’armonia con Attilio Donadio) presso i corsi, del Capolinea di Milano. Negli anni successivi Gabriele non si ferma ai titoli ottenuti alla Berklee ma consegue il diploma, sempre con il massimo dei voti, in tutti gli strumenti che suona: la famiglia dei sassofoni, il flauto traverso e il clarinetto. Da allora è un susseguirsi di opportunità e successi in cui non solo opera in qualità di strumentista, ma anche come arrangiatore e compositore fondando, poi, la Jazz Company, sua attuale big band. Mina in persona e il figlio Massimiliano lo vogliono come arrangiatore in diversi dischi di successo. Come Ellington … qui l’accostamento è tutt’altro che irrispettoso ed esagerato, Comeglio sa scrivere per i musicisti che ha a disposizione valorizzando le qualità di ognuno. Analizzando le sue partiture che già al primo ascolto fanno suonare l’orchestra alle massime possibilità, quasi ci fosse il doppio degli strumenti, ci si accorge che non sono inutilmente difficili, fuori range o anti-musicali … come capita molto spesso. Comeglio, in pratica, sa quali sono i pregi e i difetti della composizione e sceglie la strada più giusta per ottenere il miglior risultato con le note che ci vogliono. Né più né meno.
Dodicilune sforna ancora
Prodotto ancora da Dodicilune e come al solito, distribuito in Italia e all’estero da IRD, nei primi giorni di febbraio è sul mercato ‘The Journey’, il nuovo CD del sassofonista, arrangiatore, direttore d’orchestra, compositore e didatta Gabriele Comeglio, uno tra i personaggi più iconici della storia artistica e professionale che il nostro paese possa vantare in ambito musicale. ‘The Journey’ è proprio la testimonianza discografica di un lungo e incredibile percorso artistico, fatto di numerosi e memorabili incontri con grandi personaggi del jazz italiano, europeo e d’oltre Oceano. Il disco raccoglie infatti composizioni e arrangiamenti originali firmati dallo stesso Comeglio e registrati dal 1995 al 2021 tra Italia, Svizzera e America. La lista dei musicisti coinvolti è impressionante e rappresenta il meglio che il jazz abbia espresso negli ultimi 20 anni a livello globale: Lawrence Feldman, Bob Mintzer, Bob Malach, Roger Rosenberg, Emanuele Dell’Osa, Damiano Fuschi, Vittorio Cazzaniga, Ubaldo Busco, Marvin Stamm, Bob Millikan, Randy Brecker, Emilio Soana, Pippo Colucci, Franco Ambrosetti, Mike Davis, Keith O’Quinn, Mauro Parodi, Angelo Rolando, Giovanni Di Stefano, Caterina Comeglio, Sara Collodel, Bill Mays, Russell Ferrante, Alberto Bonacasa, Claudio Angeleri, Dado Moroni, Jimmy Haslip, Antonio Papagno, Andrea Cassaro, Jay Anderson, Mike Richmond, John Riley, William Kennedy, Adam Nussbaum, Marco Serra, Bill Goodwin.
Comeglio sull’album
«Questo CD rappresenta per me un lungo periodo della mia vita di musicista, densa di incontri, collaborazioni, esperienze. Un viaggio lungo ed articolato, pieno di speranze ed emozioni, che spero vogliate ripercorrere con me. Un viaggio iniziato quarantacinque anni fa quando presi l’aereo (per la prima volta nella mia vita) per andare a Boston e studiare al Berklee College of Music. Un viaggio che mi ha portato in giro per il mondo, suonando con le colonne del jazz italiano: Giorgio Azzolini, Enrico Intra, Bruno De Filippi, Franco Cerri, Mario Rusca, Attilio Donadio, Gil Cuppini, Carlo Bagnoli, Sante Palumbo, Tullio De Piscopo. Ma anche con parecchi miei ‘eroi’, musicisti che ascoltavo alla radio … come Phil Woods, Lee Konitz, Randy Brecker, Dee Dee Bridgewater, Eumir Deodato, Bob Malach, Slide Hampton, Jerry Bergonzi, Pee Wee Ellis, Rick Margitza, Russell Ferrante, Jimmy Haslip, William Kennedy, Charlie Mariano, Bobby Watson, Scott Hamilton, Patti Austin, Al Di Meola, Ray Charles, Stevie Wonder. Senza contare le collaborazioni con Mina, Tony Hadley, Nick The Nightfly, Mauro Pagani, Lucio Dalla, Ron, Enrico Ruggeri, Fabio Concato, Sarah Jane Morris, l’Orchestra Jazz della Sardegna, l’Orchestra Jazz Siciliana, l’Orchestra Sinfonica della Svizzera Italiana e l’Orchestra della RTS di Belgrado. Non avrei mai immaginato di potere condividere il palco con tutti questi grandi musicisti e di avverare così tutti i miei sogni. Un viaggio iniziato quasi per caso, che continua ancora oggi e spero possa continuare a lungo».
Il suo jazz
Quasi trent’anni di registrazioni dal 1994 al 2021, alcune realizzate in studi prestigiosi oltreoceano con musicisti di rilievo assoluto. Di fatto, a fronte di una corposa discografia sia come leader che come arrangiatore e solista, si tratta del primo disco in cui Gabriele si presenta a tutto tondo anche come compositore in nove dei tredici brani dell’album. Quattro sono eseguiti in big band: Shuffle Tune, Song for Caterina, Bop Street e Alice. Per i primi tre si tratta di fatto dell’Orchestra di Bob Mintzer con l’aggiunta di Comeglio come solista e direttore. Gli assoli sono tutti da incorniciare: Mike Davis al trombone, Bill Mays al piano, Bob Mintzer e Bob Malach al tenore, Randy Brecker alla tromba. Mentre Alice è una originale interpretazione della composizione scritta dal geniale Tom Waits, in cui è impegnata la big band italiana, la Jazz Company, con l’aggiunta della splendida voce di Caterina Comeglio. Ma ciò che sorprende in queste esecuzioni, così come in tutto il disco, è la qualità degli interventi di Comeglio il cui lo stile estroverso e il suono grintoso lo collocano in una dimensione assolutamente originale. Vi sono influssi parkeriani – del resto chi non è debitore a Bird? – filtrati da una prospettiva modale, funky e talvolta quasi atonale con un perfetto timing. In altre parole, le sue linee melodiche vanno in profondità nell’armonia per slanciarsi fino agli intervalli più estremi della tonalità. È proprio in questo che Gabriele si riallaccia a Parker “rinnegandolo” immediatamente con glissati alla Johnny Hodges o cascate di note alla Coltrane. Si avverte una profonda competenza stilistica e un rispetto per i grandi maestri del sassofono. Non importa che gli accenti siano acustici o “groovy” come Bassics Instinct insieme agli Yellow Jackets – qui presente forse con la formazione più prestigiosa di sempre con Mintzer, Ferrante, Haslip e Kennedy – la cifra stilistica di Gabriele è sempre netta e non arretra di un millimetro. Ci sono poi le tracce per vari combo jazz di diverse estensioni a partire dalla “quasi big band” in cui Comeglio si sovraincide con tutta la famiglia dei sassofoni curando anche la programmazione delle tastiere. In entrambe le tracce, Just in Case e South si apprezza la tromba di Randy Brecker mentre nel secondo brano Comeglio improvvisa anche al soprano e al baritono. Due le tracce in quartetto. La prima è una pregevole versione di Che mi importa del Mondo, una canzone nota per le versioni di Rita Pavone e Mina con Dado Moroni al piano, Mike Richmond al contrabbasso, Bill Goodwin alla batteria e Comeglio al sax tenore. La seconda è ancora una composizione originale For my Parents con il bravo pianista italiano Alberto Bonacasa, sempre Richmond al contrabbasso, Adam Nussbaum alla batteria mentre Comeglio torna al sax alto. Comeglio in quattro brani esplora le possibilità dell’overdubbing elettronico e acustico sebbene alla fine si tratta fondamentalmente di duetti nei quali Comeglio dialoga con alcuni dei suoi amici di più lunga data: il tenorista Bob Mintzer, il trombettista svizzero Franco Ambrosetti, la chitarrista Sara Collodel e il sottoscritto al pianoforte. Le atmosfere ottenute sono molto diverse tra loro. Night Roads ricorda sonorità alla Weather Report grazie alle sovraincisioni delle tastiere e dei fiati di Comeglio – oltre al contributo di Marco Serra alle percussioni e di Mintzer con uno splendido assolo. Frully propone invece un clima acido in cui spicca il lirismo di Franco Ambrosetti. Lullaby of the Leaves è invece un omaggio alla regina di Tin Pan Alley, la compositrice Bernice Petkere, con un inedito Comeglio ai clarinetti. Chiude il disco un duetto acustico con una mia composizione dedicata a Ellington dal titolo Prelude.
La Tracklist di “The Journey”
1) Shuffle tune
2) Bassic instinct
3) Song for Caterina
4) Bop street
5) Just in case
6) For my parents
7) Night roads
8) South
9) Che m’importa del mondo
10) Frully
11) Alice
12) Lullaby of the leaves
13) Prelude