Amelia, un atto d’amore dedicato a Joni Mitchell

Swing, groove e feeling del quartetto sono il leitmotiv dell’intero album. Il tutto impreziosito da suadenti venature funk-soul, da sonorità moderne che strizzano l’occhio al contemporary jazz e dallo spirito soulful e che caratterizza i quattro protagonisti del cd

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È uscito nel mese di febbraio e pubblicato dall’etichetta indipendente Clessidra Records ‘Amelia’, il nuovo album a firma dell’inseparabile duo Martha J. & Chebat, versione 4tet, Featuring Giulio Corini and Maxx Furian, presente sia sulle piattaforme digitali che in copia fisica.

Non molto tempo fa, ai tempi dei ‘Soul Mutation’, scoprii con grande soddisfazione (sulle diverse piattaforme), il loro raffinato sound. Li riascoltai, poi, su emittenti radio, apprezzandoli ancora scoprendo il lavoro del gruppo bergamasco. Martha J. (eccellente vocalist) e Francesco Chebat (pianista dalle doti eccezionali), crearono un album che, all’epoca, mi colpì sin dalle prime note e si trattava di un lavoro che definii di chiara matrice ‘sperimental-urban jazz.’ Come mio solito, ascoltai l’intero album fisico con estrema attenzione restandone letteralmente folgorato anche per la seconda volta! Quel trio dell’epoca poneva alla base di quel progetto, la continua ricerca di nuove frontiere e di nuovi suoni. Tutte cose che sono caratteristiche di ogni buon musicista. Un lavoro che fu confezionato molto bene e che risultò coinvolgente e dalle forme ed un sound tondeggiante e senza spigoli.

The Soul Mutation mescola le nuove tendenze del jazz con una sensibilità europea e un’attitudine italiana per la melodia. Dopo un paio di anni di lavoro insieme, nel 2015 hanno prodotto il loro primo cd (che porta lo stesso nome della band) come artisti indipendenti. Nell’album si trovano brani originali scritti da Francesco Chebat e Martha J. (la musica e i testi rispettivamente) e cover di brani di Joni Mitchell, dei Beatles, di Cole Porter riarrangiati. The Soul Mutation ha un sound personale, pieno di groove, diretto e insieme raffinato, che riesce ad entrare in contatto con il pubblico, grazie all’energia e alla passione che la band trasmette. Una voce morbida e chiara, combinata con solidi groove e improvvisazioni jazz creano un sound molto particolare ed energetico. I membri della band sono grandi fan di Brad Mehldau e Mark Guiliana, Joshua Redman Elastic Band, Robert Glasper e Esbjorn Svensson.

Ma veniamo ad oggi. Questa brillante formazione è costituita dagli ‘storici’ Martha J. (voce), Francesco Chebat (al pianoforte), (al contrabbasso) e Maxx Furian (alla batteria), due sideman di assoluto livello fra i più richiesti nel panorama jazzistico. La tracklist è formata da undici brani, arrangiati da Francesco Chebat  che vuole essere un tributo alla grande cantautrice canadese Joni Mitchell, nome d’arte di Roberta Joan Anderson, nata a Fort Macleod, nel novembre del ’43.  Nel disco Martha J. e Chebat rendono affettuosamente omaggio nell’anno in cui la musicista nordamericana compie ottant’anni.

Amelia’ rappresenta un atto d’amore in chiave jazz dedicato a questa artista, in cui lo swing, il groove e il feeling del quartetto sono il leitmotiv dell’intero album. Il tutto impreziosito da suadenti venature funk-soul, da sonorità moderne che strizzano l’occhio al contemporary jazz e dallo spirito soulful (genere di musica house più lento, melodico che incorpora influenze soul, jazz e funky) e che caratterizza i quattro protagonisti del cd.

Martha J. e Francesco Chebat descrivono così la genesi e il mood di ‘Amelia’: «La musica di Joni Mitchell mi ha accompagnato fin dall’adolescenza plasmando il mio percorso musicale. L’album contiene undici canzoni di Joni Mitchell rivisitate secondo la nostra visione personale, ma rispettando il materiale originale. Il filo conduttore di questo lavoro è l’esplorazione dell’anima più incisiva e vibrante della sua produzione dall’album Court and Spark in avanti, quella che ha coinvolto figure quali Jaco Pastorius, Herbie Hancock, Peter Erskine, Wayne Shorter. Nel lavoro abbiamo cercato di catturare la sostanza più terrena di Joni Mitchell, riflettendo questa ispirazione nei nostri arrangiamenti jazz contemporanei. La scelta dei brani è stata guidata dalla volontà di reinterpretare quelli meno frequentemente affrontati, offrendo una prospettiva nuova e appassionante. Questo progetto è un omaggio realizzato in occasione degli ottant’anni di questa straordinaria artista che ha influenzato generazioni di cantanti e musicisti».

Martha conferma di essere quella cantante di classe, fine e versatile dal timbro vellutato e avvolgente, unitamente a una coinvolgente levità interpretativa. La cantante bergamasca colleziona una serie di prestigiose collaborazioni, in studio di registrazione e dal vivo, al fianco di musicisti blasonati in ambito nazionale e internazionale come Maxx Furian, Antonio Zambrini, Tino Tracanna, Ellade Bandini, Attilio Zanchi, Tony Arco, Lele Melotti, Giulio Corini, Francesco Chebat, Guido Bombardieri, Francesco D’Auria, Carol Sudhalter, Larry Ray, Richard Lanham, solo per elencarne alcuni. Francesco Chebat è un pianista dalla spiccata sensibilità di tocco e dalla notevole raffinatezza armonica e interpretativa, oltre a essere un ottimo arrangiatore. Durante il suo percorso artistico stringe molte collaborazioni degne di nota con jazzisti di statura nazionale e mondiale quali Dave Weckl, Tino Tracanna, Attilio Zanchi, Gianluigi Trovesi, Maurizio Giammarco, Giovanni Falzone, Riccardo Fioravanti, Maxx Furian, Yuri Goloubev, Paolo Tomelleri, Luca Meneghello, Javier Girotto, Andrea Tofanelli, Tony Arco, Enrico Intra, Kyle Gregory, Paolo Pellegatti, JW Orchestra e tanti altri ancora. Chebat è assai apprezzato anche all’estero, in particolare in Svizzera e in Croazia. Il disco è particolarmente apprezzabile ed è tra quei lavori discografici da tenere nella propria teca. Assolutamente, anche perché i due di Bergamo non tradiscono mai, offrendo sempre musica da tenere in considerazione. Al prossimo disco dei due!

Antonino Ianniello

Nasce con una spiccata passione per la musica. Si laurea in lettere moderne indirizzando la scrittura verso il giornalismo, percorre in maniera sempre più approfonditamente e competente le strade della critica musicale, pubblicando numerosi articoli su jazzisti contemporanei e prediligendo, spesso, giovani talenti emergenti. Ama seguire il jazz, blues e fusion e contaminazioni.

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