Nell’era della geolocalizzazione e della globalizzazione ci sono ancora isole selvagge, remote e poco conosciute. Non sono frutto della fantasia: esistono realmente e sono spesso al centro di contese tra stati; si tratta di luoghi lontani da tutto, piccoli microcosmi che rispecchiano le sfide del nostro pianeta. Marco Lupis, giornalista e inviato di guerra, conduce i lettori in un viaggio ai quattro angoli della terra, alla scoperta di luoghi isolati, spesso inospitali, lontani dalle consuete mete turistiche, puntini nelle carte geografiche.
Con Ai confini del mondo. Storie da isole lontane (edizioni Il Mulino, pp.282, 18 euro), Lupis guida il lettore in un viaggio alla scoperta di luoghi fuori rotta e fuori tempo e, con la sua raccolta di reportage, ci ricorda come l’avventura cominci oltre i confini tracciati dalle carte geografiche.
È un viaggio lungo e interessante: da Sachalin, miscuglio di culture che lascia senza fiato, isola sospesa tra identità, politiche e culture diverse; passando per Le Marchesi, isola per uomini forti e spiriti tormentati che ha attirato scrittori come Melville, Stevenson e London; facendo tappa a Tristan de Cunha, una delle destinazioni più inaccessibili al mondo; senza dimenticare le Ascension Island, unico posto al mondo senza proprietà privata e isola in cui possono vivere solo cani e gatti castrati; fino a Pelagosa, gemella delle Tremiti, la più vicina all’Italia tra quelle narrate da Lupis ma allo stesso tempo inaccessibile e lontana; senza dimenticare la storia di Timor Est.
Tra tutte le storie, spicca anche la storia di Nauru, isoletta del Pacifico il cui benessere è dipeso dagli escrementi degli uccelli, ottimo fertilizzante. Non a caso, dopo l’indipendenza dell’isola (1968), i proventi dell’estrazione del guano ne fecero il paese con più alto prodotto nazionale lordo pro capite nel mondo (nel 1975 il reddito era di 176.000 dollari a fronte dei 44.000 degli Stati Uniti, principale economia mondiale). Una storia che mostra quanto, complici gli errori dell’uomo, sia facile passare da paradiso terrestre a stato inabitabile: il junk food, evidentemente derivato dall’uso smodato del denaro e dall’oziosità, hanno portato a tassi di obesità e diabete più alti al mondo.
C’è, poi, un capitolo dedicato alle Figi, conosciute come le isole del nuovo giorno perché si trovano a cavallo dell’International Date Line. Non a caso, il Fiji Times, locale organo di informazione, vanta di essere il «primo quotidiano pubblicato nel mondo oggi».
Tante storie che ci invitano a riflettere sul valore della distanza, sulla bellezza di luoghi neppure geolocalizzati e sulla forza delle persone che sopravvivono anche in condizioni estreme.
Insomma, Ai confini del mondo è una preziosa raccolta di reportage che consente al lettore di girare il mondo restando comodamente seduto in poltrona; un libro che rapisce per scrittura e contenuti e che ci porta anche a riflettere sulla bellezza di luoghi in netto contrasto con le nostre abitudini iperconnesse.