Creare una mappa di luoghi, reali o immaginati, in cui si muovono i personaggi della letteratura. Ogni lettore prima o poi si è creato una mappa, anche solo mentale, per dare forma all’ambientazione di un libro. Roger Chartier, in Geografie immaginarie. Mappe e letteratura di finzione (secoli XVI-XVIII) (Carocci editore – Frecce), conduce il lettore in un appassionante viaggio tra XVI e XVIII secolo. Si parte da don Chisciotte, passando per Gulliver, Robinson Crusoe, Utopia e l’Orlando Furioso, senza dimenticare L’isola del tesoro, primo libro a pubblicare una mappa in lingua inglese nel 1883. A unire le opere un unico filo conduttore: la presenza di mappe nelle edizioni delle opere risalenti all’epoca della loro pubblicazione. Insomma, mappe che hanno accompagnato anche dei primi lettori, non aggiunte a posteriori da un intervento successivo. L’iconografia presa in considerazione non è semplicemente illustrativa; invita i lettori a proiettare i racconti in configurazioni spaziali reali, fittizie o allegoriche. E non parliamo di mappe immaginate; a corredo del viaggio nelle geografie immaginarie c’è un inserto con le riproduzioni di tutte le mappe citate nel testo.
Se le Cronache di Narnia e il Signore degli Anelli hanno abituato i lettori alle mappe di territori descritti, non si può dire sempre lo stesso per gli scrittori dei secoli precedenti, costretti, spesso, a fare i conti con costi maggiorati e forse abituati a fare leva sulla capacità dei lettori di produrre mappe mentali sulla base dei loro racconti. Le carte, però, esistono e appaiono in tempi non sospetti nelle opere di immaginazione. L’autore prova a dividerle in due categorie: quella inglese, che mostra i viaggi di esploratori immaginari e quella francese, allegorica, che ha come origine la Carte de Tendre.
Da sempre, localizzare storie inventate su terre e mari reali hanno portato i lettori a immaginare confini geografici molto più ampi di quelli vissuti nella quotidianità. Ma, ci si interroga nella prefazione all’edizione italiana, quanti luoghi mitici e immaginari rappresentati nelle carte furono ritenuti realmente esistenti?