Ricordando Ryuichi Sakamoto, il samurai raffinato e gentile della musica internazionale

Il grande compositore e pianista, morto il 28 marzo di due anni fa a 71 anni, è stato uno dei primi sperimentatori della fusione tra musica etnica orientale e sonorità elettroniche occidentali. La sua arte spazia dal pop alla bossa nova, dall'ambient tra le note del jazz alla musica classica

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Sono due anni dalla morte di Ryuichi Sakamoto, il grande musicista giapponese autore di colonne sonore passate alla storia del cinema

Appena annunciata la morte di Ryuichi Sakamoto il 28 marzo del 2023, qualcuno meno attento si sarà chiesto chi fosse. Ma è bastato ascoltare poche note di “Merry Christmans, Mr. Lowrence” per assegnare il volto e due mani dinamiche sulla tastiera del pianoforte al compositore giapponese di fama mondiale. Sakamoto si è spento all’età di 71 anni divorato dal cancro, né giovane né troppo vecchio. Autore di una vasta discografia da solista e di colonne sonore cinematografiche di grande impatto e successo, come “Merry Christmas, Mr Lowrence”, dal film di guerra “Furyo” – in cui lui stesso recita con David Bowie – e poi “Il tè nel deserto” e “L’ultimo imperatore”, entrambi diretti dal regista Bernardo Bertolucci. In quest’ultimo film, vincitore di 32 premi, conquista l’Oscar come migliore colonna sonora. Nativo di Tokyo e laureatosi all’Università delle Arti della sua città, il grande compositore e pianista è uno dei primi sperimentatori della fusione tra musica etnica orientale e sonorità elettroniche occidentali. La sua arte spazia dal pop alla bossa nova, dall’ambient tra le note del jazz alla musica classica. Sakamoto era un instancabile esploratore del suono. Non amava ripetere schemi già noti, ma ricercava sempre nuove strade, sia attraverso la tecnologia sia nella scoperta delle radici musicali antiche.

Oltre la musica, Sakamoto era noto per l’ impegno sociale e ambientale. Si oppose, all’epoca, all’energia nucleare dopo il disastro di Fukushima e fu un attivista sensibile alle cause ecologiche e pacifiste, coinvolgendo anche l’arte: mai scissa dalla realtà. Negli ultimi anni della sua vita, condizionato anche dalla malattia, converte la sua musica in un genere più rarefatto, quasi un dialogo tra il silenzio e il suono. Personalità ricca di sfumature, silenziosa e contemplativa. Mutevole. Di fede shintoista tendeva alla purezza ideale attraverso l’unione con la natura e il Tao. Definito il “samurai raffinato e gentile” della musica internazionale, dedito al rigore scientifico e, come il nostro Battiato, al pensiero filosofico che abbraccia il misticismo, Ryuichi Sakamoto due anni fa ha lasciato le cose terrene. E, come accade ai grandi di ogni etnia e genetica, nulla è perduto. Certo, ciò che manca è la fisicità della sua figura elegante e sapiente, avvolta in quell’estetica raffinata e minimalista, che sapeva trasmettere emozioni e riempiva di significati profondi il vuoto di ogni scena … Ma l’anima musicale di Sakamoto sarà sempre presente, perché come recita la massima ippocratica da lui preferita: “La vita è breve, mentre l’arte è lunga”. In qualsiasi Paradiso tu sia, immerso nelle sfumature di “forbidden colours”, continua il tuo viaggio Mr. Lowrence. Non sarai dimenticato.

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