Com’è fatta una marca tipografica? Solitamente decorata con croci, globi, figure sacre o araldiche, spesso vede in primo piano animali, spesso affascinanti, non di rado leggendari. Nell’immaginario collettivo, ad esempio, accanto al nome di Aldo Manuzio, celebre umanista annoverato tra i maggiori editori di tutti i tempi, viaggia proprio il delfino la cui pinna avvolge sinuosamente l’ancora. I due mondi – quello animale e quello delle marche tipografiche – si intersecano da secoli, e la fama e la storia di una casa editrice sono inesorabilmente intrecciate all’animale prescelto e raffigurato, quasi un’incarnazione tangibile dello spirito della stessa.
Pubblicato da Ronzani Editore nel dicembre 2024, in un’edizione interamente rivista e aggiornata dall’autore, Bestiario bibliofilo di Hans Tuzzi – noto al grande pubblico per il suo commissario Melis – è un lavoro che si colloca in una serie di studi dell’autore dedicati alla storia del libro: tra questi, Collezionare libri antichi, rari, di pregio (2000) e Libro antico libro moderno. Per una storia comparata (2018). Tuzzi parla del Bestiario come di un “divertimento (diversivo?) condotto senza pretese di completezza e sistematicità” e, come chiarisce il sottotitolo (“Imprese di animali nelle marche tipografiche dal XV al XVIII secolo”), il libro si propone di catalogare l’uso che si fa di animali quali simboli di case editrici o di tipografie, in ordine rigorosamente alfabetico, spaziando dall’agnello alla volpe, l’alfa e l’omega di questo viaggio ricco di incursioni storiche e di splendide illustrazioni. Per ognuno degli animali annoverati nella raccolta, viene fornita un’introduzione di natura letteraria – con puntuali riferimenti autoriali – e iconografica, seguita dall’elenco dei tipografi che ne hanno fatto uso nelle loro marche, e dalla descrizione di quest’ultima, senza dimenticare eventuali varianti.
Se alcuni, come l’ape – musa ispiratrice di versi virgiliani e ariosteschi – l’aquila – associata per secoli a diverse forme di potere terreno – e il leone possono vantare un numero notevole di occorrenze in virtù di una portata storica più estesa e significativa, è altrettanto interessante apprezzare la rarità di altre figure: tra queste, l’anatra, caratteristica degli incunaboli parigini di Jean Granjon, e l’astice di Antonio Putelleto, libraio attivo tra Brescia e Verona nel sedicesimo secolo.
Numerosi i protagonisti della mitologia, dei quali vengono ripercorse le più note tappe della leggenda e della letteratura, partendo dal centauro – figura controversa e ambivalente – passando per il drago, padrone dei quattro elementi, che nel corso del tempo ha subito una progressiva trasformazione nell’immaginario collettivo, per arrivare alla sirena, di cui, “seppellita sotto tanti significati negativi, stupisce la […] fortuna nelle marche tipografiche”, e infine all’unicorno, simbolo di purezza e dotato di poteri curativi.
L’iconografia cristiana gioca il suo ruolo nell’attribuzione di valori positivi – così per l’agnello, appunto, simbolo sacrificale, o il cervo, simbolo di nobiltà e innocenza, e la conchiglia, che passa dalla nascita di Venere per ereditare l’innocenza di Maria Vergine – nonché negativi, quali l’orgoglio, nel caso del cigno (connotato più positivamente in età moderna), e l’ipocrisia, nel caso del coccodrillo.
Non ultimo viene il corvo – tutti ricordano il celebre componimento di Edgar Allan Poe, ma sono diverse le sue apparizioni nella dimensione letteraria – che pure è foriero di molteplici suggestioni; e così per il gatto, che ha avuto un destino diverso in ciascuna epoca storica e che popola anche fiabe e racconti, insieme con il lupo – temibile per l’uomo prima, simbolo di fierezza e indipendenza poi, e che in Italia sarebbe stato declinato soprattutto al femminile, in relazione alla leggenda capitolina – con l’orso e con la volpe (che oggi trova il suo riscatto nel Piccolo principe di Antoine de Saint-Exupéry).
Frutto di minuziose ricerche, Bestiario bibliofilo è uno spaccato affascinante che accompagna il lettore alla scoperta delle marche tipografiche che, in Italia, in Europa e oltreoceano, entro i termini dell’Antico Regime (ma sempre con uno sguardo alla contemporaneità), vedono protagonisti gli animali: una sorta di mappa utile per orientarsi tra i libri d’epoca e perdersi in una dimensione che può apparire lontana dal tempo presente, ma che continua silenziosamente a influenzare il nostro immaginario.