RQ-www.resistenzequotidiane.it non è una testata di cronaca, ma di approfondimenti senza alcun riferimento territoriale. Perché, dunque, ci interessa Manlio Torquato, sindaco per dieci anni di Nocera Inferiore, città complessa e problematica, tra le aree più densamente popolate della Campania? Non per le sue indiscutibili doti, anche etiche, ma per aver scelto di occuparsi degli altri, ora che non è più nel “palazzo”, utilizzando la comunicazione giornalistica (proponiamo in questo blocco il quarto incontro con lo storico della criminalità ed ex parlamentare Isaia Sales). Ci sono testate che guardano verso le istituzioni per capire cosa dire ai cittadini, e altre che guardano i cittadini per capire che cosa chiedere alle istituzioni. Torquato nei suoi incontri ravvicinati per la tv web, incontri a tratti maieutici, sembra ispirarsi al secondo modello, che a noi piace molto. Perciò segnaliamo il caso.
La parola all’ex sindaco-neo intervistatore.
PERCHÉ 𝗖𝗢𝗡𝗙𝗥𝗢𝗡𝗧𝗜 ?
Non ho certo la pretesa di fare il giornalista; in un’altra vita, forse.
Ma ho sempre creduto che l’esistenza personale abbia senso se calata nello spazio pubblico.
Così spiego a me stesso oltre 20anni di attività politica territoriale.
Poi quella funzione è terminata e io non ho voluto farne un mestiere.
Ma non si è spenta la voglia di partecipare.
Confronti di Manlio Torquato, una rubrica settimanale di video interviste con i protagonisti del nostro territorio, nasce così.
Ho calato dentro questo format che naviga on-line l’esperienza consolidata in anni di amministrazione locale, di impegno civile.
Provando a contribuire alla formazione di un punto di vista, all’apertura di un’altra finestra, sull’orizzonte del dibattito pubblico.
Domandando ai protagonisti di oggi, cosa e come si può fare e il perché. In quest’unica area urbana che oramai è l’Agro, questo pezzo di piana vesuviana incastrato nella provincia salernitana, di cui conosco storia e problemi, avendo provato a risolverne alcuni.
Ma soprattutto ascoltando la voce, la parola, di questi protagonisti su temi attuali: lo sviluppo, la povertà, la cultura, l’ambiente, il lavoro, la salute. La politica infine.
Ecco, ridare voce alla parola parlata, seguire nel discorso la formazione del pensiero, di un concetto, il suo piegarsi alla logica o all’idea altrui. O smentirla. Capire se dietro vi è una convinzione personale e non un ghost writer bravo a scrivere un impersonale comunicato.
Una ricerca di autenticità, ridando spazio anche allo sguardo, al timbro della voce, alla gestualità, al corpo di cui abbiamo tanto compreso l’importanza durante il periodo pandemico, sospesi come eravamo tra distanze e voglia di libertà.
E lasciare che ognuno possa farsi un’idea.