Quando si presenta un libro in archivio

L’autunno è arrivato ed è la stagione delle nuove esperienze, degli inattesi incontri, che concilia con lo studio, la ricerca e tante "scoperte" imprevedibili, lasciando spazi ampi alla seduzione di alcuni luoghi molto particolari, tra atti, volumi e scaffali

Tempo di lettura 3 minuti

Nel contesto delle attività culturali intraprese dagli archivi, negli ultimi sei mesi sono state numerose le presentazioni di nuovi volumi. Con ottimismo, partecipo a questi eventi culturali e amo osservare il libro protagonista. Mi piace andare oltre l’attinenza della ricerca storica e sperimento i legami sociali che un libro consente di realizzare. Decisiva è la copertina che tocco con delicatezza e poi la carta che ha visto la pazienza, l’abnegazione dello scrittore o della scrittrice. Nel paesaggio delle fortezze di carta degli archivi di Stato, l’evento di un libro fresco di stampa può avere una difficile definizione. Come un rifiuto radicale da parte dei volumi che abbracciano lunghi percorsi millenari rispetto a un libro appena pubblicato. Occorre disposizione alla nuova rappresentazione e l’approccio può contare sulla chiave di lettura di un grande grammatico e critico letterario: Salvatore Battaglia. Ho amato il suo libro Mitografia del Personaggio, mi ha insegnato che le prospettive d’approccio non potranno mai esaurirsi nell’esperienza letteraria.

Nel mese di luglio una presentazione di un giovane influencer mi fa chiudere in anticipo i volumi della mia ricerca. Mi piace arrivare in anticipo nella sala da lettura. Scelgo una delle ultime file e mi guardo intorno: personaggi reali compongono il pubblico e paiono lontani dai libri lungo le pareti della sala. Scaffalature piene di tomi coprono le pareti dal pavimento al soffitto e una scala di ferro è disposta con rotelle e binari per raggiungere i volumi più in alto. Ho l’impressione del corpo vivo dei capolavori negli scaffali mentre una strana complicazione nell’evoluzione dell’evento mi fa sentire a disagio. Passano venti minuti, ma dell’autore non vi è traccia. A malapena camuffo la delusione per il ritardo. Quando mi sono decisa a tornare allo studio sul re Totila nell’ultima battaglia contro Narsete, appare il giovane scrittore. Non si scusa per l’attesa che ha superato i cinquantanove minuti, piuttosto racconta del contenuto artistico del libro. Tiene a sottolineare che le sue strade interne della scrittura diventeranno presto un film e una fiction. Compro il libro legato alle atmosfere giovanili e trovo subito una parola che non gradisco alla prima pagina, poi nella seconda, nella terza e fino all’ultima pagina ci sono costanti insulti. La folla di giovani studenti che aspetta la dedica sul libro mi sorprende. Luigi Pirandello partiva dall’idea che tanto il personaggio quanto la realtà non esistevano per se stessi, ma era un’astrazione mentale che li aveva entificati. Ciò che li faceva esistere era unicamente il loro rapporto. La catarsi dell’autore è già avvenuta, la sua ragione di esistere non è la fantasia dell’arte, non il cambiamento della società. È, appunto, un personaggio in cerca di autore. La celebre commedia di Luigi Pirandello è del 1921, lo scrittore nel 2025 racconta l’importanza di avere un blog su Internet. Spiega con movimenti veloci delle braccia: una marionetta del tempo presente.

“Foreste su i monti, chiome fragorose/ di oro di porpora e di croco/ all’aquilone” recita Gabriele  D’Annunzio nel libro secondo delle Laudi del Cielo del Mare della Terra e degli Eroi e sorrido dell’altro modo di affrontare l’interesse creativo di un autore destinato a una grande retorica.  L’inizio dell’ode Per la morte di un capolavoro è un’invocazione maestosa e solenne alle foreste montane dai colori squillanti secondo l’ora e le stagioni. La poesia per la rovina della Cena leonardesca (Per la morte di un capolavoro) credo che sia una salamoia perfetta per conservare questo brutto libro in tutti i tempi dell’anno.

Nel mese di ottobre, una nuova presentazione e io sono contenta perché sta arrivando il mese della vendemmia, del vino passito, dei lauti conviti di casa mia e del liquore che preferisco davanti al fuoco del camino. La scintilla di piacere di un pensiero che mi aspetta ad Angri e io chiudo i libri per avviarmi alla sala dell’incontro per il nuovo libro. Questa volta, la sala è vuota e l’autrice è puntuale. Racconta di una storia d’amore scoppiata in autunno e mi guarda negli occhi. La scrittrice al suo secondo libro legge alcune pagine e io sono certa che sarà bellissimo concentrarsi nella lettura davanti al fuoco, con i piedi nudi e la poltrona comoda. E sul mio tavolino preferito, la vista della magnifica bottiglia di liquore rifletterà le fiamme del camino.

Alla fine della presentazione, compro tre libri e chiedo tre dediche diverse: saranno il regalo di Natale per le mie amate nipotine. La scrittrice sorride e osservo che ha il mio stesso colore di rossetto. Mi piace sempre di più. Sappiamo che non ci saranno mai una fiction oppure un film. Le tre copie vendute pagheranno forse il biglietto di ritorno per Roma. Eppure, io vedo le tante differenze di questa presentazione con quella di luglio. Nella scrittrice che avverte il mio entusiasmo, io rivedo l’eroe della guerra greco-gotica Totila, prima dello scontro finale quando esorta i suoi soldati ostrogoti contro l’esercito romano: “O valenti uomini, fate ogni sforzo per agir da prodi, non riserbando ad altro tempo alcuna virtù dell’anima vostra; esponetevi da forti ad ogni durezza, non risparmiando la vostra persona per altro cimento. Delle armi e dei cavalli non fate economia, poiché mai più non potranno servirvi; invero la fortuna, mandata ogni altra cosa a male, tutta la somma della nostra speranza ha serbato per questo giorno”. Una quarta copia del libro la compro per lasciarla qui in archivio: un’opera letteraria nel luogo del profondo amore per la ricerca e la storia che permette spiragli di amicizia e di fiducia. L’autunno è arrivato ed è la stagione delle nuove esperienze, degli inattesi incontri. Oscar Wilde scrive: “Non c’è mai una seconda occasione per fare una buona impressione la prima volta”.

Previous Story

Lessico famigliare, il linguaggio quotidiano che si trasforma in racconto universale