La scrittura essenziale e tagliente di Dürrenmatt

L'autore ha saputo coniugare l’intelligenza logica con l’ironia, costruendo racconti brevi ma densissimi. Le sue storie non si leggono solo con gli occhi: si leggono con il pensiero, con il dubbio, con la consapevolezza che la realtà non è mai lineare, e che la giustizia, troppo spesso, è solo una forma sofisticata di illusione collettiva.

Tempo di lettura 3 minuti

Oggi esploreremo insieme il mondo dei [racconti di Friedrich Dürrenmatt], un autore che ha saputo coniugare l’intelligenza logica con l’ironia più tagliente, costruendo storie brevi ma densissime, dove ogni parola pesa e ogni situazione mette in crisi ciò che pensiamo di sapere sulla giustizia, la colpa, la verità.

I racconti di Dürrenmatt parlano di:
una realtà che si deforma sotto lo sguardo lucido dell’autore, di uomini comuni intrappolati in meccanismi morali e sociali più grandi di loro, di interrogativi esistenziali che emergono da vicende all’apparenza semplici, ma che si rivelano veri e propri labirinti filosofici. È una raccolta di storie che esplorano temi come il conflitto tra l’individuo e il mondo, la politica, l’avveniristica condizione umana e la criticità della civiltà. Tra le novelle presenti troviamo:

  • La Panne: Una storia che esplora la natura umana, il comico e il tragico, e la sofferenza.
  • Il Tunne: Una storia che parla di un treno che entra in un tunnel senza uscita, portando alla follia.
  • La Promessa: Una storia che riflette sulla follia e l’inesplicabilità del dolore
  • Il Giudice e il suo boia: Un romanzo che esplora la giustizia, la vendetta e la follia.
  • La Pazzia: un racconto che affronta il tema della perdita della ragione e della disperazione
  • Il Sospetto: un romanzo che parla di un sospetto che si trasforma in paranoia.

Podcast

 

 

Le sue storie non si leggono solo con gli occhi: si leggono con il pensiero, con il dubbio, con la consapevolezza che la realtà non è mai lineare, e che la giustizia, troppo spesso, è solo una forma sofisticata di illusione collettiva.

I racconti di Dürrenmatt non sono semplici esercizi di narrativa breve, ma veri e propri esperimenti etici, costruiti con una precisione quasi matematica. L’autore prende situazioni concrete, spesso ispirate al giallo o al processo giudiziario, e le spinge all’estremo fino a rivelarne le contraddizioni più profonde. Ciò che inizialmente sembra chiaro – chi è colpevole, chi è innocente, chi dice la verità – si complica progressivamente, e il lettore si trova a dover rimettere in discussione ogni premessa. Il colpo di scena non è mai solo narrativo, ma soprattutto morale.

I suoi personaggi sono spesso uomini di legge, intellettuali, burocrati, o persone comuni che si ritrovano coinvolti in dinamiche inaspettate. Dürrenmatt non giudica, ma costruisce scenari dove la scelta individuale si scontra con forze impersonali: il potere, il caso, la storia. Il risultato è una scrittura che non consola, ma interroga.

Friedrich Dürrenmatt nasce in Svizzera nel 1921. La sua formazione filosofica e teologica si riflette in tutta la sua opera, anche nei racconti brevi. È stato drammaturgo, romanziere, saggista, ma nei racconti ha trovato un campo di sperimentazione particolarmente fertile. La sua prosa, limpida e controllata, è al servizio di una riflessione profonda sul nostro tempo. I racconti, pubblicati nel corso di decenni e raccolti in diverse antologie, lo mostrano nella sua forma più compatta ma anche più tagliente.

La Svizzera, con la sua apparente neutralità, il suo rigore etico e la sua perfezione borghese, è spesso lo sfondo simbolico delle sue narrazioni: dietro la facciata, però, si nasconde una società che non è immune dall’ingiustizia, dalla paura, dalla corruzione. Dürrenmatt usa la narrazione breve per rivelare proprio queste crepe.

La poetica narrativa di Dürrenmatt si fonda su alcuni principi chiave: il paradosso, il limite della logica, il fallimento della giustizia come costruzione umana. La sua scrittura non cerca l’effetto facile o la sorpresa fine a sé stessa, ma costruisce un mondo dove ogni dettaglio ha un senso preciso, e ogni svolta è una provocazione alla coscienza del lettore.

Il racconto, per Dürrenmatt, è un dispositivo critico. Non serve a dare risposte, ma a porre domande più profonde. La colpa, la verità, l’identità, il destino: tutto viene messo in discussione. La tensione narrativa nasce proprio da questa instabilità, da questa incertezza costante. Il suo stile, sobrio e misurato, è fatto per mettere in evidenza la struttura etica delle storie, non per sovrastarle.

La letteratura, per lui, ha un compito essenziale: smascherare, interrogare, complicare ciò che la società vorrebbe semplificare. I racconti di Dürrenmatt sono come piccoli congegni morali, pronti a esplodere nella mente del lettore e a lasciare una domanda aperta: possiamo davvero conoscere la verità? O la verità è, sempre, una costruzione?

Previous Story

La noia, un’indagine spietata sull’impossibilità di vivere davvero