Domenico Rea “ritratto” nel suo suggestivo e segreto scrigno poetico

Una innovativa lettura della poetica del grande scrittore (nocerino di adozione) nel volume di Vincenzo Salerno, docente universitario e direttore del Centro Interdipartimentale “Alfonso Gatto e Domenico Rea” dell’Università di Salerno. Una accoglienza di pubblico calorosa per "Andavo a piedi scalzi in questa fiaba. Domenico Rea poeta, lettore-critico e recensore di poesia", edito da Francesco D’Amato editore

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Domenico Rea

La seconda edizione delle Notti bianche della cultura si è aperta giovedì 18 settembre presso il cortile della Biblioteca comunale di Nocera Inferiore, con la presentazione del volume di Vincenzo Salerno – docente universitario e direttore del Centro Interdipartimentale “Alfonso Gatto e Domenico Rea” dell’Università di Salerno – Andavo a piedi scalzi in questa fiaba. Domenico Rea poeta, lettore-critico e recensore di poesia, edito da Francesco D’Amato editore.

L’opera, frutto di un rigoroso lavoro di recupero archivistico, nasce dall’intreccio di fonti edite e inedite provenienti dal Polo bibliotecario di Area Umanistica dell’Università di Salerno e dal Centro studi del fondo Rea dell’Università di Pavia. Un mosaico di materiali, quello elaborato dal professore Salerno, che restituisce nuove prospettive sullo scrittore nocerino e ricompone la voce poetica rimasta a lungo in ombra rispetto alla sua produzione narrativa.

L’iniziativa si inserisce sulla scia delle celebrazioni dedicate a Rea e ha visto partecipi, tra le numerose figure accademiche e istituzionali, l’assessore alla Cultura e alle Politiche sociali Federica Fortino, da tempo sostenitrice– insieme al sindaco Paolo De Maio – delle attività di valorizzazione delle radici culturali cittadine. «Ci teniamo fortemente che i nostri ragazzi, vivendo le nostre strade, si informino e si rendano conto di chi era Domenico Rea» – ribadisce l’assessore Fortino, sottolineando la necessità di promozione territoriale; a seguito Ferdinando Padovano, presidente della commissione cultura del comune di Nocera Inferiore, ha illustrato la vasta gamma di eventi in previsione per le Notti bianche della cultura.

«Il filo rosso», osserva la professoressa Rosa Maria Grillo, docente universitario e componente del centro Interdipartimentale di ricerca “Alfonso Gatto e Domenico Rea”, «sono le poesie»: versi che non sempre si lasciano incasellare nel canone, ma che sono stati abilmente ricostruiti in un itinerario critico e cronologico, che intreccia le creazioni letterarie di Rea con la sua biografia.

«A me e a mia madre non leggeva nulla, era guardingo» afferma Lucia Rea –ex funzionaria presso la biblioteca nazionale di Napoli, nonché custode delle opere paterne – evocando il pudore del genitore. Eppure ritrovare quelle carte, ha aggiunto, significa scoprire l’embrione di un mondo letterario nato tra Nocera e Napoli, tra silenzi domestici e sperimentazioni. «Non avrei mai immaginato che un giorno sarei stata io a curare le sue prose e le sue poesie», conclude con emozione la figlia.

«Leggendo, appuntando, andavo alla ricerca di un filo di fondo: perché si scrive un libro?», esordisce Andrea Manzi –  fondatore e direttore de La Città, codirettore del Quotidiano del Sud, redattore capo de Il Mattino, vice direttore del Roma e coordinatore editoriale di Resistenze Quotidiane e de Lo Specchio del Poeta – definendo il volume «una biografia critico-letteraria singolare» capace di restituire l’immagine di un uomo «indiavolato, dalla creatività prorompente, capace di stupire se stesso». Rea si inserisce a pieno titolo tra i “poeti col mare addosso”, e proprio nell’idea di durata riconosce l’essenza più alta dei sentimenti umani: una percezione intensa ma fugace, che si misura inevitabilmente con l’avversario più spietato, il tempo.

Maria Rosaria Califano, direttrice del Polo bibliotecario dell’Università degli studi di Salerno e presidente del A.I.P. Campania, definisce l’archivio Rea come «un patrimonio che si apre al futuro»: in questo senso, la digitalizzazione e l’ingresso della teca di Domenico Rea nella Biblioteca Digitale Europeana segnano il passaggio dalla dimensione locale a una rete culturale condivisa e transnazionale.

Il titolo del volume, tratto dalla poesia A piedi scalzi (1965) , evoca l’immagine essenziale di un Rea che attraversa la fiaba della propria vita senza difese, tra campagne cariche di profumi e memorie. Nofi, Napoli, Milano: luoghi che non sono solo coordinate geografiche, ma tappe di un diario dell’anima. Dedicato al giornalista e scrittore Francesco Durante – il primo a cogliere l’importanza delle prove poetiche di Rea – il libro intreccia i temi di tempo, spazio e memoria in una trama di segni che chiede di essere riletta e riscoperta.

Un parterre variegato, accomunato dall’intento di restituire ai lettori un’immagine più completa del complesso intellettuale nocerino, capace di muoversi tra diversi generi e registri senza perdere autenticità, ma anche di un poeta, rimasto a lungo in silenzio, che torna oggi a parlare con forza tra le pagine di Vincenzo Salerno.

 

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