Magic Miles, un disco che sa sorprendere

Il progetto della Jodice Bross Jazz Orchestra nasce grazie a tre menti musicali solide: Pietro Iodice, Roberto Lioli e Vittorio Bartoli che producono il disco. E si presenta già con un’idea forte: la divisione del disco come un vecchio vinile, con un side A e un side B (ovvero prima parte: ‘Magic Miles’ e l’altra parte: ‘Kind of Blue’); nel disco c’è un sottile gioco che va ben oltre il semplice omaggio.

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Dando un’occhiata alla scaletta di alcuni lavori discografici ti fanno un buco nello stomaco, ti tremano le ginocchia.

‘Magic Miles’, progetto della JBJO, acronimo che cerca di nascondere la ‘Jodice Bros Jazz Orchestra’ è tra questi. Sì, ma perché?

Confrontarsi con il magico ‘Kind of Blue’, vertice assoluto della musica dello scorso secolo e non solo del jazz, diventa un lavoro che richiede competenza tecnica e una marcata intelligenza artistica; non guasta quel pizzico di ottima incoscienza. Miles Davis stesso diceva: «Do not fear mistakes. There are none (non temere gli errori, perché non esistono)». Questo lo spirito che ha animato e anima la ‘Jodice Bros Jazz Orchestra’: l’autonomia nello giocare con la forma, osare con rispetto, esplorare territori noti con occhi nuovi.

Il progetto nasce grazie a tre menti musicali solide: Pietro Iodice, Roberto Lioli e Vittorio Bartoli che producono il disco. E si presenta già con un’idea forte: la divisione del disco come un vecchio vinile, con un side A e un side B (ovvero prima parte: ‘Magic Miles’ e l’altra parte: ‘Kind of Blue’) nel disco c’è un sottile gioco che va ben oltre il semplice omaggio.

Le prime cinque tracce, raccolgono altrettanti brani che si ispirano al Miles Davis più elettrico e contaminato: vi sono ‘Splatch’ e ‘Tutu’. Qui occorre dire che gran parte dell’album chiamato ‘Tutu’ sono composizioni di Marcus Miller. Il brano ‘Tutu’ come gran parte del resto dell’album, sono composizioni di Marcus Miller’. L’inedito ‘Magic Miles’, firmato da Pino Jodice con testi di J. Iodice e Ciccio Merolla, e ‘Human Nature’, resa celebre da Michael Jackson, ma qui rielaborata con un’intensità lirica del tutto nuova.

Nella seconda parte, ecco l’incanto. Il resto dell’album: cinque brani tratti direttamente da ‘Kind of Blue’, la quintessenza del cool: ‘So What’, ‘Freddie Freeloader’, ‘Blue in Green’, ‘All Blues’, ‘Flamenco Sketches’. Qui la sfida si fa seria, perché toccare quelle armonie, quei tempi sospesi, è come mettere mano a una scultura classica. Eppure la JBJO ci riesce, trovando una chiave interpretativa rispettosa ma mai imitativa. Il segreto? Una scrittura orchestrale curata fin nel dettaglio e una gestione sapiente degli spazi solistici. Alla voce troviamo la grande singer Cinzia Tedesco in ‘Magic Miles’, brano arricchito anche dall’intervento del noto percussionista Ciccio Merolla, che vi contribuisce, appunto con percussioni, versi rap e testi originali. In ‘Human Nature’ spicca la voce dell’ex voce di Pat Metheny David Blamires oltre alla chitarra elegante di Roberto Guarino che aggiunge ulteriore profondità senza mai sovrastare l’ensemble.

Impossibile non citare alcuni dei protagonisti: Giovanni Falzone, che col suo solo di tromba in ‘Tutu’ lancia un ponte tra la modernità e la tradizione; Cinzia Tedesco, voce calda e presente in ‘Magic Miles’. Gli assoli di Francesco Fratini, Enzo De Rosa, Gianni Oddi, e di Pino Jodice stesso, che oltre a dirigere e comporre, al pianoforte incide segni profondi.

‘Magic Miles’ è un lavoro che sorprende perché riesce a coniugare studio e passione, memoria e immaginazione. E alla fine riesce davvero a farci sorridere, come promesso, già dalle prime frasi di ‘Human Nature’. Un sorriso che nasce dalla gratitudine per chi sa affrontare i giganti della musica con rispetto, ma senza tremare.

Una lode alla Barly Records, etichetta umbra che continua a credere e investire in progetti di qualità, e ai fratelli Jodice, che dimostrano ancora una volta che il jazz italiano ha voce propria, capace di cantare anche con accenti internazionali.

È difficile non riconoscere a Davis un ruolo di innovatore e genio musicale. Dotato di uno stile inconfondibile ed una incomparabile gamma espressiva, per quasi trent’anni Miles Davis è stato una figura chiave del jazz e della musica popolare del XX secolo in generale.

TRACKLIST
1. Splatch (M. Miller)
2. Tutu (M.Miller)
3. Magic Miles (Pino Jodice /Lirycs by J. Iodice and C. Merolla)
4. Humane Nature (S.Porcaro) 5. What it is (M.Davis)
KIND OF BLUE
6. So what (M.Davis)
7. Freddie Freeloader (M.Davis)
8. Blue in green (M.Davis – B.Evans)
9. All blues (M.Davis)
10. Flamenco Sketches (M.Davis)

 

 

Antonino Ianniello

Nasce con una spiccata passione per la musica. Si laurea in lettere moderne indirizzando la scrittura verso il giornalismo, percorre in maniera sempre più approfonditamente e competente le strade della critica musicale, pubblicando numerosi articoli su jazzisti contemporanei e prediligendo, spesso, giovani talenti emergenti. Ama seguire il jazz, blues e fusion e contaminazioni.

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