Worlds, un disco eccellente: rilassante e coinvolgente

Il nuovo lavoro di Aldo Farias convince con un jazz particolarmente elegante e di classe

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Davvero un gran bel disco quello pubblicato da Aldo Farias. ‘Worlds’, questo il titolo del lavoro del chitarrista partenopeo. Il cd, che dovrebbe essere prodotto anche in vinile, sta infatti riscuotendo (nelle classifiche di settore) ampi consensi. Il lavoro – che è stato prodotto alla ‘Home Studio’ per la ‘Barly Records’ e prodotto da Vittorio Bartoli insieme a Roberto Lioli, già ingegnere del suono presso la ‘Casa del Jazz’ e la ‘Fonderia delle Arti’, nonché fonico di Stefano Bollani. Il prodotto ha visto comunque, nelle vesti di ‘Sound Engineer’, l’ottimo Massimo Aluzzi. Un tecnico del suono di primo livello e con un background importante. Lo testimoniano il lavoro svolto con Andrea Bocelli, Enrico Rava, Danilo Rea, Roberto Gatto, Flavio Boltro/Renato Sellani, Eduardo De Crescenzo, Pino Daniele, Ron, Ornella Vanoni, Roberto De Simone, Renzo Arbore, Enzo Gragnaniello, Peppe Barra e molti altri. Il mastering è stato affidato all’immenso Piero De Asmundis, superlativo pianista del jazz napoletano (che ama vivere in barca, ndr). Al fianco di Aldo Farias (chitarre), dunque, hanno dato il loro significativo apporto Mario Nappi (al pianoforte), Tommaso Scannapieco (al contrabbasso) e l’immenso Piero Iodice (batteria). Insomma, un trio d’eccellenza che non poteva non mettere fuori un lavoro che merita la giusta attenzione e che conquista il diritto ad avere posto nella discografia di ogni appassionato.

Farias

Il chitarrista e compositore napoletano (Angelo, suo fratello è eccellente bassista) tra i punti di riferimento della ‘sei corde’ jazz made in Napoli. Comincia con lo studiare chitarra classica ed inizia a interessarsi al jazz. Collabora con diversi musicisti e con il quartetto ‘Jazz Mediterranee’ lavorando ad un progetto di ricerca e sintesi tra le armonie europee e quelle afroamericane. «Il disco ‘Worlds’ è un viaggio attraverso i vari mondi del jazz partendo dalle proprie radici musicali che risentono dell’influenza della musica mediterranea, con quattro composizioni originali, e la reinterpretazione (con nuovi arrangiamenti) di tre composizioni di Irvin Berlin, Hoagy Carmichael e Bill Evans appartenenti alle radici della musica afroamericana.» Ha esperienze musicali con Bob Berg, Mike Mainieri, Steve Turre, Steve Grossman, Richie Cole, Frank Lacy, Gianni Basso, Franco Cerri, Claudio Fasoli, Larry Nocella, Antonio Onorato, Tullio De Piscopo, Massimo Urbani, Roberto Gatto, Nicola Stilo, Stefano Bollani, Peppe Merolla, Fabrizio Bosso, Rosario Giuliani, Stefano Di Battista ed altri ancora … Ha poi collaborato con Mike Stern nei diversi seminari.  

Il disco

Il prodotto discografico è eccellente, rilassante e avvolgente. Sette tracce delle quali tre sono ad appannaggio dello stesso Aldo Farias, una appartiene all’estrosità di Mario Nappi, mentre i restanti tre: come ‘How Deep Is The Ocean’, pezzo che apre ‘Worlds’, è una song scritta da Irving Berlin. Qui appaiono di enorme livello sia la chitarra di Farias che il pianoforte di Nappi. Un brano che ti accompagna sino alla fine in un ascoltabilissimo brano. Segue un brano dai tratti sudamericani ‘Edoardo’, a firma del chitarrista partenopeo. Il disco prosegue con un jazz particolarmente bello e di classe. Pregevole il contrabbasso dell’ottimo Scannapieco in ‘Walzer New’. ‘Lorenzo e la Vela, a firma di Mario Nappi, si presenta come un racconto musicale melanconico ma ricco di semplici magie dal punto di vista armonico. Certamente uno dei brani-simbolo del disco. Quello che segue racconta di una musica innovativa che ‘prende’ le corde del cuore dell’ascoltatore. ‘Worlds’ si chiude con uno stupendo pezzo di Bill Evans, brano che fa parte di ‘Intuition’ lavoro realizzato insieme ad Eddie Gomez.

Track List

How Deep Is The Ocean (I. Berlin)

Edoardo (A. Farias)

Walzer New (A. Farias)

Lorenzo e la Vela (M. Nappi)

Praga (A. Farias)

The Nearness Of You (H.Carmichael)

Show Type Tune (B. Evans)

Antonino Ianniello

Nasce con una spiccata passione per la musica. Si laurea in lettere moderne indirizzando la scrittura verso il giornalismo, percorre in maniera sempre più approfonditamente e competente le strade della critica musicale, pubblicando numerosi articoli su jazzisti contemporanei e prediligendo, spesso, giovani talenti emergenti. Ama seguire il jazz, blues e fusion e contaminazioni.

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