La metamorfosi, recente passato e prossimo futuro

Un avvenire tecnologicamente avanzato comporta rischi significativi: la dipendenza potrebbe portare a nuove solitudini e disuguaglianze. E le questioni relative a privacy e intelligenza artificiale sono ancora tutte da dipanare

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Molti di voi ricordano i nomi di Pan Am, Commodore, Zenith, Atari, Saab, AltaVista, Blockbuster, spariti dall’orizzonte, oppure Ilford, 3M, Kodak, Polaroid, Sega, Volvo, Lotus, ridimensionati e/o riconvertiti: è probabile che a qualcuno verrà spontanea la domanda “Che fine hanno fatto?”.

Dal fatidico 2004 – anno iconico della globalizzazione tecnologica – il mondo ha assistito a cambiamenti epocali: aziende che un tempo erano icone dei mercati globali sono scomparse, altre sono fallite per poi essere riconvertite, alcune sono diventate solo marchi commerciali per nobilitare cose pensate (e fatte) altrove come MG, Nokia, Alcatel e i nostri Benelli, Ferretti, e Pininfarina (😭). È un esempio emblematico che illustra come l’innovazione tecnologica, i mutamenti dei consumi e la globalizzazione abbiano sovvertito sia il tessuto economico che sociale…

Leggendo però gli scritti dei futurologi (scienziati sempre in slalom tra tecnologia, matematica, fisica e sociologia come Ray Kurzweil, Michio Kaku, Amy Webb, etc..) pare che siamo solo agli albori: dal 2030 in poi ci sarà un mondo in cui queste trasformazioni saranno ulteriormente accelerate e su binari ancora diversi se solo riflettiamo che già oggi esistono imprese strane che vent’anni fa sarebbero state ossimori: la Uber che vende trasporto senza possedere auto o Airbnb che dà servizi alberghieri senza possedere immobili, Etsy che vende arte creativa senza avere magazzino o Patreon che addirittura fa finanziamenti senza capitali propri… siamo già ora in un’era post-materialista dove il concetto stesso di azienda viene destrutturato e reinventato.

Queste aziende strane sono esempi di un modello economico basato su piattaforme digitali; questo modello non solo ha destrutturato settori tradizionali, ma ha ridisegnato anche il concetto stesso di proprietà. Dopo il 2030 ci saranno molte altre imprese, oggi manifatturiere, che adotteranno modelli simili: la “platform economy” continuerà a crescere, favorendo un accesso ai beni e ai servizi basato sull’utilizzo piuttosto che sulla proprietà: nel campo automobilistico i cinesi di Geely sono da anni avanti con la Lynk & Co, un brand che offre auto (di derivazione Volvo) in abbonamento.

Intelligenza artificiale e automazione: il futuro delle professioni

Un altro cambiamento cruciale riguarderà il ruolo dell’intelligenza artificiale per quelle professioni un tempo considerate eterne, come avvocato o medico: potrebbero essere profondamente trasformate o addirittura sostituite. Nel campo legale sistemi di IA avanzati stanno già rivoluzionando il modo in cui vengono gestite le cause e le indagini legali. Algoritmi sofisticati sono in grado di analizzare milioni di documenti in pochi secondi, individuando precedenti legali rilevanti e fornendo consigli strategici; questo ridurrà significativamente la domanda di avvocati junior o mansioni ripetitive.

In campo medico, l’IA è già utilizzata per diagnosticare malattie con una precisione superiore a quella di molti esperti umani, e dopo il 2030 potremmo vedere l’ascesa di medici virtuali, capaci di fornire consulenze personalizzate, monitorare la salute dei pazienti in tempo reale e persino proporre trattamenti su misura basati sul DNA individuale.

Tuttavia, questo non significa che le professioni umane spariranno del tutto. Le competenze empatiche, creative e interpersonali saranno ancora fondamentali in molti settori.

La domanda nasce spontanea: chi lavorerà? Questo sarà il vero problema sociale.

La crescente automazione del lavoro fisico ed intellettuale solleva però interrogativi sul futuro dell’occupazione. Se le macchine possono svolgere molte delle attività oggi affidate agli esseri umani, cosa accadrà alla gente, come si guadagneranno da vivere, come si dovrà ristrutturare la società civile?
I futurologi ci dicono che dobbiamo prepararci a un futuro pieno di mille innovazioni che però fonderanno tutte su tre capisaldi sociali: UBI, Sostenibilità, Scomparsa del denaro.

UBI (Universal Basic Income). Una possibile risposta è rappresentata dall’introduzione di un reddito universale di base. Questo sistema prevede che ogni cittadino riceva una somma mensile garantita, indipendentemente dal fatto che lavori o meno. L’idea è quella di fornire una rete di sicurezza economica, consentendo alle persone di dedicarsi a attività creative, educative o socialmente utili senza la pressione di trovare un impiego tradizionale. Alcuni esperimenti pilota con l’UBI sono già stati condotti in diverse parti del mondo (Finlandia, Germania, Spagna, etc..), con risultati promettenti… ma l’implementazione su larga scala richiederà una ridefinizione delle politiche fiscali, sociali e gestionali di tutte le risorse: hai detto niente!

Sostenibilità. Dal 2030, la sostenibilità diventerà un obbligo assoluto. Con il cambiamento climatico che continua a rappresentare una minaccia esistenziale, le aziende e i governi dovranno adottare misure drastiche per ridurre le emissioni di carbonio e preservare le risorse naturali. L’economia circolare, basata sul riutilizzo e sul riciclo dei materiali, potrebbe diventare la norma. La tecnologia giocherà un ruolo cruciale: dall’uso di materiali innovativi alla produzione di energia rinnovabile sempre più efficiente, fino alla gestione intelligente delle risorse idriche e alimentari.

Moneta Contante. Dopo il 2030 è ipotizzabile la progressiva scomparsa del denaro contante, sostituito da sistemi di pagamento digitali. Già oggi l’uso del contante è in netto calo, grazie all’adozione di carte di credito, app di pagamento e le cripto per pagamenti “off side”. Nel futuro però la digitalizzazione completa dei sistemi di pagamento offrirà anche una maggiore trasparenza nelle transazioni, ridurrà l’evasione fiscale e tanto altro. Per il cittadino medio la vita dopo il 2030 sarà caratterizzata da una maggiore integrazione della tecnologia e la Metamorfosi toccherà soprattutto i trasporti che saranno rivoluzionati, le Auto autonome diventeranno una presenza comune, i Viaggi spaziali apriranno nuove frontiere, le case come le persone stesse saranno assistite dall’IA e sensori indossabili monitoreranno la nostra salute.

I rischi di un mondo iper-digitalizzato

Nonostante i tanti vantaggi, un futuro così tecnologicamente avanzato comporta anche rischi significativi. La dipendenza dalla tecnologia potrebbe portare a nuove forme di solitudine e di disuguaglianza tra chi ha accesso alle innovazioni che ottiene vantaggi e chi ne è escluso. Inoltre la privacy -già oggi molto compromessa- e la sicurezza dei dati diventeranno questioni pressanti: l’impiego dell’IA solleva molti interrogativi etici. Come potremo garantire che queste tecnologie siano utilizzate in modo equo e trasparente? Il futuro non è scritto. Ci auguriamo tutti che saremo noi stessi a plasmare un mondo in cui tecnologia e umanità possano coesistere, garantendo opportunità per tutti… altrimenti sarà davvero G.F., ma non quello pruriginoso e rimestato all’infinito da Canale 5.

Carlo De Sio

Laureato in Scienze Politiche ed Economiche, con Master in Psicologia sociale e P.R, ha lavorato nella Comunicazione d’impresa e nelle Relazioni Pubbliche per oltre 40 anni. Ha fatto parte dei direttivi di Organismi nazionali quali ACPI-Milano, FERPI-Milano e Confindustria. E’ iscritto all’Ordine dei Giornalisti dal 1999.
Fa parte di un gruppo di specialisti per la revisione di testi generati dall’I.A. e partecipa nel Deep Web a un gruppo di approfondimento che ha come focus notizie e valutazioni sulle crisi politiche in atto.

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