Armaroli e Schiaffini non rendono giustizia ad Ayler

L'album "Deconstructing Ayler in the Universe", ispirato al mitico sassofonista americano, non convince del tutto.

Tempo di lettura 4 minuti

Prodotto da “Dodicilune”, e distribuito in Italia oltre che all’estero dalla “IRD” e nei principali store online da “Believe Digital”, martedì 28 gennaio 2025 è uscito Deconstructing Ayler in the Universe, il nuovo album del duo composto da Sergio Armaroli (vibraphone, synthesizer, chromatics balafon, percussion) e Giancarlo Schiaffini (trombone). Artisti che sono collaboratori di lunga data e autentici maestri dell’improvvisazione e in questo album sono alle prese con il repertorio del mitico sassofonista americano Albert Ayler (nato a Cleveland il 13 luglio 1936 e dipartito a New York il 25 novembre 1970). Ayler è  un musicista considerato il maggiore strumentista e il più influente della prima corrente del free-jazz degli anni Sessanta. La critica di peso scrisse che mai in precedenza (e mai più da allora), si registrò una così cruda aggressione al jazz nell’uso del sassofono tenore usato con un vibrato pieno di passione. Al “fenomeno americano” Ayler, si sono ispirati in tanti: ricordo il grande Pasquale Innarella (nato a Lacedonia il primo giorno del mese di ottobre 1959) e sassofonista di livello internazionale.

Quando si dice la verità

Ad ogni modo, recensire questo album, parlare di questo disco, di questi musicisti (che saranno senza dubbio alcuno professionisti valenti) è assai difficile, per quanto abbia ascoltato la loro musica. Un’offesa ad Albert Ayler! Questo prodotto, cara etichetta Dodicilune, rappresenta la “negazione del jazz” e risulta molto più noioso di un’orchestra nel momento in cui tutti gli elementi, prima che si apra il sipario, cercano di riscaldare le corde di viole, violini e violoncelli, creando quell’insieme d’incomprensibilità tale da bucarti la testa. Il jazz è altro!

Giancarlo Schiaffini, compositore-trombonista-tubista, nato a Roma nel 1942, laureato in fisica nel 1965. risulta essere partito come autodidatta, partecipando alle prime esperienze di free-jazz in Italia negli anni Sessanta. In quel periodo ha comincia la sua attività di compositore ed esecutore nel campo della musica contemporanea e del jazz. Nel 1970 studia a Darmstadt con Stockhausen, Ligeti e Globokar, fondando il gruppo strumentale da camera “Nuove Forme Sonore”. Nel 1972 studia musica elettronica con Franco Evangelisti, collaborando con il “Gruppo di Improvvisazione di Nuova Consonanza” fino al 1983. Nel 1975 fonda il “Gruppo Romano di Ottoni”, con repertorio di musica rinascimentale e contemporanea. Fa parte della “Italian Instabile Orchestra”. Ha, poi, tenuto corsi presso la “Hochschule di Friburgo”, a Melba e Monash University (Melbourne) oltre che alla “New York University”. Ha insegnato presso i conservatori “G. Rossini” di Pesaro, “A. Casella” a L’Aquila, tenendo corsi estivi di “Siena Jazz” (strumento, improvvisazione, composizione), collaborando con John Cage, Karole Armitage, Luigi Nono e Giacinto Scelsi. Come compositore ed esecutore, poi, ha partecipato a numerosi festival e stagioni concertistiche presso Teatro alla Scala, Accademia di S. Cecilia, Biennale Musica di Venezia, Autunno Musicale di Como, Festival d’Automne di Parigi, al Reina Sofia di Madrid, Ars Musica di Bruxelles, Tramway (Rouen-Francia), Wien Modern (Austria), Aspekte di Salisburgo (Austria), Donaueschinger Musiktage (Germania), Moers (Germania), Tage fuer Neue Musik di Zurigo, Fondazione Gulbenkian di Lisbona, Alte Oper di Francoforte, Filarmonica di Berlino, Festival di Gibellina, Fimav di Victoriaville (Canada), Nuova Consonanza (Roma), Bimhuis di Amsterdam, JazzYatra (India), Ferienkurse (Germania) e molti altri. Dal 1988 collabora con la cantante e autrice di testi Silvia Schiavoni per la composizione ed esecuzione di performances multimediali originali e su letteratura, pittura (Joyce, Gauguin, Ibsen, Boccioni, Ammaniti e altri), con immagini di Ilaria Schiaffini. Nel 2000 è stato Composer in Residence presso l’International Composers & Improvisers Forum Munich. Ha registrato per le radio nazionali in Italia, Austria, Canada, Olanda, Messico, Germania, Francia, Svezia, Spagna. Sono state a lui dedicate composizioni da numerosi autori come Scelsi, Nono, Alandia, Amman, Castagnoli, Dashow, Guaccero, Laneri, Mencherini, Renosto, Ricci, Villa-Rojo. Ha inciso dischi per BMG, Curci, Cramps, Edipan, Horo, Hat Records, Pentaflowers, Pentaphon, Red Records, Ricordi, Vedette. Ha pubblicato per Ricordi un suo trattato sulle tecniche del trombone nella musica contemporanea e per Auditorium Edizioni “E non chiamatelo jazz” sull’improvvisazione musicale, ‘Tragicommedia dell’ascolto’, ‘Immaginare la musica’ e ‘Errore e pregiudizio’. A Giancarlo Schiaffini è stata dedicata una voce dalla Biographical Encyclopedia of Jazz (Oxford University Press) e dall’Enciclopedia della Musica (Utet/Garzanti).

Sergio Armaroli è vibrafonista, percussionista, compositore, didatta e artista totale, la cui attività spazia in diversi campi artistici e musicali. Quello del jazz è forse il più praticato: «Considero il jazz come attitudine propriamente sperimentale che ha assoluta necessità di essere raccontata». Ha studiato presso l’Accademia di Belle Arti di Brera e al Conservatorio G. Verdi di Milano. Si è perfezionato all’Accademia della Fondazione A. Toscanini di Parma e presso l’Accademia del Teatro ‘Alla Scala’ di Milano conseguendo il titolo di professore d’orchestra. Ha frequentato inoltre l’Instituto Superior de Arte de L’Habana a Cuba. Ha suonato in diverse orchestre classiche, si è perfezionato sulla marimba e ha seguito corsi di batteria tenuti da Joey Baron, Han Bennink, Trilok Gurtu e Dom Um Romao. Ha al suo attivo diverse composizioni per il teatro e ha partecipato a diverse formazioni orchestrali italiane ed europee, nonché a una serie di registrazioni di musica classica e da camera. Nell’ambito del jazz si esibisce come vibrafonista e percussionista. È fondatore e leader del gruppo ‘Axis Quartet’ composto da Nicola Stranieri alla batteria, Marcello Testa al contrabbasso e Claudio Guida al sax. Con lo stesso ha pubblicato. nel 2010. ‘Prayer and Request’, un lavoro interessante, dove l’improvvisazione si sposa con le partiture scritte, gli interventi dei singoli agiscono in equilibrio con il gruppo, tesi alla ricerca di un equilibrio costante. La critica ha accolto molto bene il disco, così come, in una chiave diversa, ‘Early Alchemy’, un viaggio all’interno dell’espressività percussiva come atto primitivo della musica Scheda a cura di Flavio Caprera (fonte: ‘Dizionario del jazz italiano’ Feltrinelli, Milano, 2014). Con l’etichetta Dodicilune Armaroli ha pubblicato, appunto tra gli altri, ‘Prayer and Request’ (2010) e ‘Vacancy in the Park’ (2015). Con ‘Axis Quartet’ ha pubblicato, ‘Early Alchemy’ (2013) … un solo di marimba, ‘Tecrit’ (2014) con Riccardo Sinigaglia (santur elettrico, flauti barocchi ed elettronica) Il santur (detto anche: santûr, santoor, santour, santouri o santîr) è uno strumento musicale iraniano, diffuso in tutto il Medioriente, appartenente alla famiglia degli Zither (cetra appoggiata su di una tavola). È uno strumento a corde percosse, come il cimbalon o il piano. Viene suonato mediante due bacchette.)

TRACCE:
1) Spirits Rejoice
2) Holy Family
3) Dc
4) Bells
5) Holy Ghost
6) Heart Love
7) Ct
8) Witches And Devils
9) Universal Message

Tutte le composizioni sono di Albert Ayler mentre gli arrangiamenti sono di Sergio Armaroli e Giancarlo Schiaffini

Antonino Ianniello

Nasce con una spiccata passione per la musica. Si laurea in lettere moderne indirizzando la scrittura verso il giornalismo, percorre in maniera sempre più approfonditamente e competente le strade della critica musicale, pubblicando numerosi articoli su jazzisti contemporanei e prediligendo, spesso, giovani talenti emergenti. Ama seguire il jazz, blues e fusion e contaminazioni.

Previous Story

Antonio Onorato, il mago che asfalta tutti i rivali

Next Story

Fluet, un originale discorso a tre voci